I cani hanno trovato tra i boschi i cappucci dei rapitori dei Rossini

I cani hanno trovato tra i boschi i cappucci dei rapitori dei Rossini Nella zona del Pratomagno, presso Arezzo I cani hanno trovato tra i boschi i cappucci dei rapitori dei Rossini Forse individuati i magazzini nei quali i banditi avrebbero acquistato i viveri (Nostro servizio particolare) Arezzo, 19 luglio. I cani-poliziotti hanno trovato sul Pratomagno pezzi di tela nera e una corda sfilacciata. Tela e corda sono identici a quelle che i rapitori di Italo e Rossella Rossini hanno usato per fabbricare i cappucci per le proprie vittime. Il sostituto procuratore di Arezzo, Mario Marsili, aveva oggi anche un'altra notizia: sarebbero stati individuati i magazzini (non negozi: il magistrato ha tenuto a precisare «magazzini») nei quali i rapitori avrebbero acquistato scatolette e altre vivande per i loro prigionieri. Dove si trovino questi magazzini, chi siano i proprietari, il dr. Marsili non ha voluto dire, poiché «è una cosa della massima importanza e le indagini sono a un punto particolarmente delicato». Secondo alcune indiscrezioni, il momento sarebbe tanto delicato perché vi sarebbero forti indizi su un pastore sardo, e naturalmente si vuole evitare che questi svanisca nella zona intricatissima, cosi come si vuole evitare un fermo prima che si siano raccolti gli elementi indispensabili al buon esito di un interrogatorio. A San Marino, frattanto, si è sparsa una voce curiosa: l'errore dei banditi sarebbe stato non solo di valutazione del patrimonio della loro vittima, ma addirittura di persona. Si dice che il vero bersaglio sarebbe stato un altro Rossini, costruttore edile, dotato di mezzi economici assai superiori a quelli del medico. La voce è stata presto smentita, e si è anche compreso da cosa sarebbe nata: i rapitori stessi avrebbero detto a Italo Rossini di averlo preso perché convinti che possedesse molti appartamenti. Nei giorni trascorsi dal rilascio, Italo e Rossella Rossini si sono ripresi dalle conseguenze della brutta avventura. Il medico è già tornato al lavoro, e col ritorno della quiete cerca di riordinare i ricordi dei diciassette giorni di prigionia, per dare cosi un aiuto alle indagini. A chi gli chiedeva se per caso il suo racconto non sia stato finora vago in seguito a ordini precisi ricevuti dai banditi al momento del rilascio, Rossini ha risposto che nessuno degli uomini incappucciati ha mai minacciato lui e Rossella. «Al momento del rilascio — ha detto il medico — sono stati addirittura commoventi. Ci hanno detto: "Adesso siamo nelle vostre mani"». Perché questa frase, se i rapitori erano certi di non essere mai stati visti in volto? Il fatto è che essi per primi si rendevano conto che in tanti giorni il dottore doveva pure aver capito qualche particolare che sarebbe tornato utile alle indagini. Qualche voce, per esempio, Italo Rossini, se la risentisse, potrebbe riconoscerla. Egli è anche riuscito a distinguere, ascoltando i discorsi dei banditi, particolari cadenze, proprie della Toscana, delle Marche, della Romagna. Non dialetto, ma cadenza; quelle inflessioni, insocma, che chiunque viva a lungo in una regione finisce con l'acquisire. E la Toscana, le Marche e la Romagna sono regioni nelle quali, da molto tempo, molti pastori sardi si sono trasferiti. f. m.

Persone citate: Italo Rossini, Mario Marsili, Marsili, Rossella Rossini, Rossini

Luoghi citati: Arezzo, Marche, Romagna, San Marino, Toscana