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Dopo trent'anni di carcere, offerti casa e lavoro al "ladro dei poveri,, Spartiva il provento dei furti con chi aveva fame Dopo trent'anni di carcere, offerti casa e lavoro al "ladro dei poveri,, L'accoglienza riservata a "Castrin" da sindaco e compaesani nel Trentino (Dal nostro corrispondente) Trento, 18 luglio, (a. 72.) Abramo Zeni, noto come « Castrin », il bandito dei poveri, che ha ora 62 anni, è tornato l'altro giorno nel suo paese natale di Cavedine, dopo aver trascorso ventinove anni e sette mesi in carcere. Quando è giunto a Cavedine, a pena espiata, è stato accolto come « un cittadino che torna, un emigrato povero » e subito circondato da manifestazioni di simpatia. Il sindaco, Renzo Roncher, suo vecchio compagno di scuola e tutti i compaesani hanno fatto a gara per metterlo a suo agio e facilitargli il reinserimento nella società. Gli hanno trovato i mobili per arredare un modestissimo appartamento e anche un lavoro, in un cantiere scuola, in attesa di sistemarsi come calzolaio (mestiere imparato in carcere) oppure come imbianchino e muratore. Le « imprese » dello Zeni ebbero inizio nel lontano 1939 quando disertò la prima volta dal servizio militare. Divideva però i proventi dei suoi furti con chi pativa la fame. Rubava e rivendeva la refurtiva per distribuire quasi tutto il ricavato ai poveri. Perciò lo chiamavano « il bandito dei poveri». Più di una volta i carabinieri furono sul punto di catturarlo ma sempre riuscì a dileguarsi spostandosi dal Trentino in Emilia, Lombardia e Piemonte. Fu arrestato dopo una aggressione avvenuta a Lasino, in provincia di Trento, una spedizione punitiva contro rivali in operazioni di contrabbando, borsa nera e anche di donne. Penetrato nell'abitazione di uno dei rivali, certo Noe Frioli, «Castrin» gli sparò colpendolo alla coscia. Il Frioli rialzatosi, afferrò una scure e la calò sul viso dello Zeni ferendolo gravemente.