Parigi non farà la politica della sedia vuota a Tokio di Renato Proni

Parigi non farà la politica della sedia vuota a Tokio Parigi non farà la politica della sedia vuota a Tokio La dichiarazione resa martedì sera a Bruxelles dal rappresentante francese più che una richiesta di boicottaggio va considerata come una pressione sugli Stati Uniti perché sostengano di più il dollaro (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 18 luglio. E' ripresa questa sera, in seno al Comitato dei rappresentanti permanenti presso la Cee, l'analisi della posizione comunitaria per i negoziati commerciali internazionali, noti come « Nixon round », che si apriranno a Tokio il prossimo settembre. La posizione francese è sempre contestata dai rappresentanti degli altri otto Paesi e può darsi che la questione sarà alla fine chiarita dal Consiglio dei ministri. Negli ambienti comunitari, però, si ha l'impressione che la notizia di una presunta richiesta francese dì boicottare i negoziati di Tokio sia stata sensazionalizzata da alcuni settori della stampa. Ieri sera, il rappresentante francese, ambasciatore Burin des Roziers, aveva chiesto che nella dichiarazione programmatica del delegato della. Cee in apertura dei negoziati di Tokio fosse inclusa la seguente frase: « Non sarebbe realistico iniziare discussioni concrete e raggiungere un livello di ulteriore liberalizzazione del commercio mondiale sino a quando non saranno state prese le misure necessarie perché il mercato dei cambi rifletta la "griglia" delle parità decise in comune dopo gli ultimi aggiustamenti monetari ufficiali dello scorso marzo ». L'ambasciatore italiano Bombassei ha chiesto allora al rappresentante francese se ciò significava che la Francia non aveva intenzione di recarsi a Tokio. L'ambasciatore francese ha però confermato la volontà del suo governo di partecipare ai negoziati. Non si tratta, quindi, di una richiesta di boicottaggio ma, come si precisa oggi, di un tentativo della Francia di accentuare la sua linea e di esercitare pressioni sugli Stati Uri.'.ì perché sostengano il dollaro e della presentazione di una nuova pregiudiziale. Negli ambienti comunitari, si fa osservare che le parità del marzo scorso erano « sal¬ tate » prima che ì francesi aderissero al documento dei ministri degli Esteri dei nove Paesi il 26 giugno a Lussemburgo, e che ora non sarebbe facile ristabilire le precedenti parità delle monete. A Lussemburgo, i ministri precisavano che in apertura e durante l'intero arco dei negoziati, la Comunità avrebbe tenuto conto dei progressi compiuti nel settore monetario. La Cee vorrebbe che le economie fossero messe al riparo dalle perturbazioni mediante un sistema di parità fisse e aggiustabili, con la convertibilità delle monete e con il regolamento della liquidità internazionale. Quest.. posizione, secondo gli otto Paesi, è sufficiente garanzia degli interessi europei nei negoziati commerciali di Tokio. L'eventuale inserimento della frase detta dall'ambasciatore francese nella dichiarazione programmatica della Comunità sarebbe quindi superflua, se la Francia vuole seriamente partecipare ai negoziati. Su ciò, a Bruxelles stasera non ci sono dubbi. Si fa notare che il ministro per gli Affari europei inglese, John Davies, si è trovato d'accordo con Giscard d'Estaing e il ministro degli Esteri francese, Jobert, nei suoi colloqui dei giorni scorsi a Parigi sui problemi commerciali e monetari. Infine, il ministro delle Finanze francese, Giscard d'Estaing, ha riaffermato di recente che la Francia non farà a Tokio la politica della sedia vuota. Il discorso sulla pregiudiziale francese sarà dunque ripreso in seno al comitato dei rappresentanti permanenti, ma a Palazzo Charlemagne si è convinti che la situazione non merita di essere drammatizzata. Renato Proni

Persone citate: Bombassei, Burin, Giscard D'estaing, John Davies, Nixon