Milano: per il sindaco si rinvia a settembre?

Milano: per il sindaco si rinvia a settembre? La crisi comunale a palazzo Marino Milano: per il sindaco si rinvia a settembre? Pare che a Roma si voglia attendere che si sblocchi prima la situazione torinese - Dichiarazioni di leaders coinvolti nella polemica per la nuova giunta - Aniasi: "Rispettare gli accordi" (Dal nostro inviato speciale) Milano, 18 luglio. Cambio della guardia a Palazzo Marino? Milano avrà per la prima volta dopo la Liberazione un sindaco democristiano al posto di un socialista? E' presto per dirlo. Una richiesta formale in tal senso è stata avanzata come è noto ieri sera dal segretario cittadino della de, avv. Gino Colombo presidente dell'Assemblea regionale lombarda, al tavolo delle trattative per la ricostituzione di un centro-sinistra organico. Si è trattato di una reazione immediata alla notizia che a Torino era stato eletto un sindaco socialista. Il problema è diventato subito nazionale, coinvolgendo gli organi centrali dei partiti che cercano di trovare una soluzione al problema delle giunte difficili non solo di Milano e Torino, ma anche di Firenze, Venezia, Napoli. Autonomia La crisi milanese è scoppiata l'il luglio, con le dimissioni dei dieci assessori de, seguita da quella dei quattro socialdemocratici, dei 4 socialisti e dal sindaco Aldo Aniasi (psi). Il repubblicani non fanno parte della maggioranza da tre anni. Divergenze si erano manifestate da tempo nella coalizione. Facendo seguito a critiche più o meno pesanti espresse in precedenza all'indirizzo dei socialisti, e del sindaco, una verifica era stata chiesta dai democristiani fin dal dicembre '72, dopo l'approvazione del bilancio. Le divergenze politiche sono diventate con il passare dei mesi divergenze sui programmi. L'attività amministrativa ha segnato il passo, rischiando la paralisi, ora i contrasti sono esplosi. Secondo l'aw. Colombo «La Questione politica centrale riguarda l'autonomia e la solidarietà della maggioranza e i rapporti con le opposizioni». Uno dei punti non secondari che ha fatto precipitare la situazione è stato un documento congiunto pci-psi sul decentramento, redatto in seguito a una riunione delle segreterie dei due partiti. Riferendosi esplicitamente al problema della delimitazione della maggioranza l'aw. Colombo ci ha detto: « Chiediamo un sindaco che garantisca anche sotto questo profilo lo spirito della coalizione di centro-sinistra ». L'esponente de condanna « la politica socialista del doppio binario, i loro atteggiamenti assembleari». Sulla questione del sindaco afferma: « Ci deve tener conto delle interrelazioni fra le crisi di Torino, Milano e delle altre città. I responsabili degli enti locali sono riuniti a Roma per favorire un accordo. Comunque la pretesa socialista a Torino comporta necessariamente una analoga richiesta nostra a Milano. Del resto già nel '51 quando noi de avevamo la possibilità di eleggere sindaco Von. Migliori, un accordo nazionale fece pendere la bilancia a favore dei socialisti, ma sulla pelle degli elettori milanesi che continuano a darci il voto come primo partito cittadino ». Ad ogni modo l'aw. Colombo definisce « tattica » la richiesta per il sindaco, nel senso che, se andrà un de alla guida di Torino, qui a Milano non cambierà nulla, «a parte le garanzie sull'autonomia della maggioranza». Le trattative cominciate lunedi e proseguite ieri hanno avuto oggi una battuta d'arresto. Nella sede democristiana di via Nirone si sono incontrati nel pomeriggio soltanto il segretario provinciale de aw. Ferrari (che ha preso l'iniziativa dell'incontro) con il suo vice Tedeschi e i repubblicani on. Del Pennino e dott. Properzi. Assenti socialisti e socialdemocratici. Si è giunti a una situazione di stallo, in attesa che maturino gli eventi. Domenica si svolgerà il congresso regionale de. E' opinione diffusa che i contatti potranno riprendere lunedì o martedì. C'è però chi ritiene che — soluzioni romane a parte — la crisi si trascinerà fino all'autunno. Si prospettano anche gestioni commissariali sia a Milano che a Torino, per giungere a nuove elezioni nel '74. Per il psdi, il segretario provinciale on. Massari che ieri avrebbe dovuto presentare alla trattativa finita in modo burrascoso un « preambolo » per garantire l'autonomia della maggioranza, ha dichiarato: « Noi socialdemocratici siamo preoccupati per lo stato di crisi dell'amministrazione. J.a città ha gravi problemi da risolvere: casa, trasporti, scuole, strutture sportive e ricreative, il verde pubblico, il preoccupante e generale rialzo dei prezzi. Poi ce ne sono altri che il dissolvimento della maggioranza ha aggravato rischiando di bloccare ogni attività del Comune. Motivi di dissenso esistono, è innegabile. La crisi è profonda. Ma il psdi ha invitato con senso di responsabilità gli altri partiti ad abbandonare tatticismi e beghe interne. Incertezze e strategie fumose non sono una risposta alle richieste dei cittadini ». Il sindaco dimissionario Aniasi dal suo canto ci ha detto: «Gli accordi del '70 comportavano non solo l'elezione di un sindaco socialista ma l'approvazione di un programma che oggi deve essere confermato corretto o revisionato in funzione della nuova situazione. Occorre stabilire le priorità del programma per avere la certezza di arrivare al '75 senza ulteriori crisi o verifiche e con un bilancio positivo per la città che attende di veder risolti senza ritardi alcuni problemi fondamentali: il passaggio alla seconda fase del decentramento (maggiori poteri ai consigli di zona); edilizia popolare e scolastica; trasporti in sotterraneo e superficiali ». Aniasi ha passato in rassegna rapidamente gli altri problemi sul tappeto, dal piano regolatore all'applicazione della legge 67 (« evitare l'espulsione di ceti popolari verso l'estrema periferia»). Quanto al centro-sinistra ha detto: « Non abbiamo mai posto un alibi per soluzioni immobilistiche. Chiediamo un rilancio della politica di centro-sinistra che deve essere permeata di carica riformatrice ». Circa la delimitazione della maggioranza, Aniasi sostiene: « In Consiglio ho affermato con chiarezza che la coalizione di centro-sinistra deve essere autonoma e autosufficiente; nessuno ha mai messo in dubbio tale principio. Ma dobbiamo essere aperti al contributo delle opposizioni. Non ci possono essere preclusioni sull'eventuale confluenza dei voti di minoranza ». Sulle connessioni fra le situazioni di Milano e Torino, Aniasi ribatte ai de: « Non vedo come si possano porre problemi di equilibrio, come possano essere collegati i problemi delle due città. Il programma del '70 è nato da un accordo fra le forze politiche locali, senza alcun collegamento con situazioni di carattere nazionale. La linea dei socialisti è sempre stata quella dell'ossequio alle autonomie locali, da essa non penso ci si possa Siscostare. Accordi e strutture devono essere concordati sul piano locale in relazione ai problemi cittadini ». Documento psi Il direttivo provinciale socialista ha approvato stanotte, presenti i vicesegretari nazionali Craxi e Mosca, un documento che definisce « pretestuosa la manovra democristiana con la richiesta della carica di sindaco, assolutamente ingiustificata e deliberatamente diretta a provocare l'interruzione delle trattative ». L'on. Del Pennino (pri) dopo il fallimento dell'incontro odierno, ci ha dichiarato: « La trattativa è interrotta su una pergiudiziale dei socialisti che si rifiutano di esaminare il problema del sindaco, che ritengono già acquisito, mentre se ne deve discutere come avviene per gli altri problemi. D'altronde ho saputo appena adesso che i responsabili degli enti locali a Roma hanno deciso di aspettare prima la soluzione della crisi di Torino. Andremo a settembre ». Antonio De Vito