Il peso di un nome illustre di Liliana Madeo

Il peso di un nome illustre Una vita da hippie con i miliardi alle spalle Il peso di un nome illustre Paul Getty III porta i capelli arruffati e abiti sciatti, fa lavori precari, ma è sempre pronto per una vacanza su un panfilo da miliardario - Belle donne, serate divertenti "travestito" da povero (Nostro servizio particolare) Roma, 18 luglio. Neanche adesso che è sparito bruscamente e forse si trova davvero in pericolo, nascono intorno al piccolo Paul Getty quelle emozioni e quei sentimenti che sono d'obbligo in tali casi. I suoi amici non hanno dubbi. Tutti pensano che la famiglia sgancerà senza troppe storie i soldi del riscatto. Nessuno riesce a immaginare che a qualcuno sembri conveniente torcere un capello a un Getty. Le discussioni e lo scambio di notizie si intrecciano fittamente. Un argomento nuovo è venuto ad arricchire le conversazioni che sì consumano per tutta la notte, al fresco di Piazza Navona o Campo de' Fiori. Ma l'argomento è solo in parte avvincente. Sì dà per scontata la conclusione della vicenda. Manca il pathos. Il peso del nome illustre il giovane Paul l'ha avvertito precocemente. Quei miliardi leggendari, quel nonno esemplarmente taccagno, quella fortuna familiare che s'accresce di sei milioni ogni ora, non sono facili da far dimenticare. Lui se ne era reso conto per tempo. Diceva frasi bellissime e sprezzanti, tipo: « Dei soldi del nonno non m'importa niente: per vivere a me basta pochissimo, un pezzo di pane e un letto ». Faceva i lavori precari e ingrati dei ragazzi inquieti, che vivono con poche lire: comparsa cinematografica, qualche posa come fotomodello, anellini e collane con fili di ferro, quadri che andava a vendere sulla scalinata di Trinità dei Monti. Portava i capelli arruffati e gli abiti occasionali della gente qualsiasi, quella che come luì trascorre il tempo senza schemi o scadenze precise all'insegna della totale disponibilità. Si qualificava, di volta in volta, contestatore in famiglia e ribelle in politica, un po' artista un po' hippie, un duro e un sentimentale. Si faceva rispettare, nel suo giro. Sapeva che le sue difficoltà finanziarie erano note, e questo lo lusingava come se fosse una conquista. Adesso che si analizzano i suoi gesti e i suoi rapporti con gli altri nelle ore immediatamente precedenti il « sequestro», vengono fuori le contraddizioni e le ambiguità, le idee confuse e la solitudine di questo hippie di lusso e della gente fra cui viveva. «Artisti» quasi tutti, con abitudini bohémiennes e famiglia borghese alle spalle. Amici per la pelle, ma spesso senza sapere l'uno dell'altro piii del nome. Con spiccata vocazione cinematografica le ragazze, momentaneamente mannequin, fotomodelle, fotografe, registe cinematografiche. Una parvenza di impegno politico per tutti, naturalmente dì estrema sinistra e soltanto verbale. Case identiche l'ima all'altra: scomode, superaffollate, aperte a chi vuole in qualsiasi ora, con profumi di sandalo nell'aria. Amori intercambiabili e senza drammi. Serate divertenti e avventurose. I nuovi arrivati accolti come vecchi amici, e separazioni improvvise accolte senza stupore. In questo giro Paul Getty jr. si era inserito senza difficoltà. Viveva alla maniera dei poveri, e possedeva una moto di grossa cilindrata, riceveva inviti per trascorrere weekends a bordo di yacht, in una serata frequentava anche 2-3 nights, programmava vacanze e spostamenti senza titubanze di sorta. A 16 anni aveva scelto di andarsene di casa, e aveva fatto l'esperienza della comune in uno scantinato di Trastevere, della convivenza con fanciulla rappresentativa e disinibita, dell'ospitalità trovata di sera in sera come capitava, sempre però in una cornice pittoresca e all'ultima moda. Sì era emancipato dalla mamma e poteva già vantare un ragguardevole curriculum amoroso, ma le sue compagne — al momento in cui è sparito, nella sua orbita ruotavano circa quattro ragazze — erano tutte più avanti negli anni di lui, magari con un marito e un figlio alle spalle, e lo rassicuravano nella sua vocazione all'avventura e al disimpegno. Si diceva simpatizzante della sinistra extraparlamentare, si univa ai cortei pacifisti e in gennaio — a una manifestazione contro il congresso del msi all'Eur — era stato fermato mentre lanciava sassi e una molotov: ma le sue idee politiche erano vaghe e sbrigative, le sue informazioni su quanto accadeva nel mondo saltuarie e indirette. Nel giro degli hippies di lusso attendati a Roma, Paul Getty jr. era perfettamente inserito. Era proprio uno come tutti gli altri: non gli erano stati risparmiati né i traumi dell'adolescenza né gli errori dell'inesperienza; aveva imparato per tempo a farsi poche illusioni, soprattutto sul conto della sua famìglia. Quando gli amici scherzavano su un rapimento-burla per estorcere al gran vecchio un bel po' di quattrini, lui non sorrideva neppure. Diceva, e sembrava una boutade: «Non credo che caccerebbe una sola lira del suo patrimonio. Non illudetevi». Liliana Madeo

Persone citate: Getty, Paul Getty

Luoghi citati: Roma, Trinità