Marilyn Monroe e gli intellettuali di Lietta Tornabuoni

Marilyn Monroe e gli intellettuali Brevi incontri Marilyn Monroe e gli intellettuali Marilyn Monroe non ha proprio fortuna, con gli intellettuali: né in vita né in morte. Prima fu Arthur Miller a trasformarla in oggetto di redenzione culturale e soggetto della sciagurata commedia « Dopo la caduta ». Adesso è Norman Mailer a trasformare la « superstar globale » degli Anni Cinquanta in oggetto di commercio editoriale e soggetto di « Marilyn », fantasiosa maxi-biografia (volume di grandi proporzioni, forte peso, altissimo prezzo) che, appena uscita in America, si annuncia già come successo e scandalo della stagione. «L'ho scritta per far quattrini», confida Mailer alla televisione: aveva un mucchio di debiti, gli serviva un lavoro svelto e ben pagato prima di rimettere mano al suo nuovo romanzo-fiume, saga di una famiglia ebrea dai tempi dell'antico Egitto ai giorni nostri. L'ha scritta in fretta, attingendo abbondantemente ad altre biografie già pubblicate e a pettegolezzi incontrollati: indugiando in particolare sulla ghiotta ipotesi di un amore tra Marilyn Monroe e Bob Kennedy e sulla romanzesca possibilità che l'attrice non sia morta suicida, ma sia stata assassinata, allo scopo politico di inguaiare i Kennedy, dalla mafia, forse dalla Cia, magari dal Fbi oppure, chissà, da qualcun altro. L'ha scritta male, dice la critica americana: ha raccontato come episodi della vita di Marilyn Monroe tutte le polverose storie sporche circolanti da decenni a Hollywood sulle stelline; con rancore, ha battezzato l'attrice « regina delle castratrici »; con goffaggine, l'ha definita « un Napoleone alla conquista dell'attenzione del mondo » per scoprire poi tutto contento che l'indirizzo della casa in cui morì era Viale Elena. Non ha importanza, il libro andrà bene lo stesso: perché la nostalgia è vischiosa, perché Marilyn Monroe è un gran personaggio e perché Norman Mailer, nonostante l'avida corrività che mortifica le sue qualità di supergiornalista, è un grande scrittore. Ma l'attrice non ha proprio fortuna, con gli intellettuali: che l'abbiano sposata come Miller, o che non l'abbiano mai vista come Mailer, scrivendo di lei, non hanno raccontato una persona, una donna. Dalle loro pagine letterariamente insipienti o grettamente sapienti, dalle loro analisi psicosociologiche, dai loro freudismi elementari, finisce per emergere sempre e soltanto la bionda dello schermo, la diva bella-e-infelice costruita con burocratica prevedibilità dai pubblicitari di Hollywood. Stregati dal melodramma esattamente quanto il grande pubblico, gli intellettuali sono gli ultimi a scoprire il mito Marilyn Monroe. Allegria I calciatori sono finalmente al mare: vacanze liliali per Pace e Festa, per Santin, Santarini e Cherubini, per Generoso e Vezzoso, Valente e Fedele, Beatrice e Divina; torride vacanze per Brutto e Martiradonna, per Battisodo e Frustalupi, per Desolati, Selvaggi, Tartari e Spinosi, per Caporale e Colonnelli, per Lancioni e Spadoni. Tra bugie sensazionali, modestie di Riva (« Non valgo due miliardi») e permalosità di Sensibile (« Sono stufo di venir considerato un sobillatore»), il-calcio mercato alla fine è riuscito ad offrire anche notizia di una intercambiabilità allegra: al Modena andrà Pagliacci, non Carnevali. Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: America, Egitto, Hollywood