Piccolo referendum sul traffico (I consigli dei lettori ai tecnici)

Piccolo referendum sul traffico (I consigli dei lettori ai tecnici) COME SALVARE TORINO DALL'IMMINENTE PARALISI Piccolo referendum sul traffico (I consigli dei lettori ai tecnici) Le automobili (una ogni due persone calcolando anche quelle dei pendolari) rischiano di soffocare la città Situazioni esasperanti, nel centro come in periferia - Che cosa si può fare per rendere la circolazione più fluida e ridurre i pericoli che insidiano la nostra vita? - Chiunque può partecipare all'indagine con suggerimenti e idee - Le raccoglieremo in un "libro bianco" per il Comune - Telefonate dalle 15 alle 17 al 65-68 Il traffico: un problema da risolvere prima che si trasformi in dramma. Tocca ai tecnici e agli amministratori. Ma un contributo di idee deve venire anche da chi quotidianamente è alle prese con le difficoltà dilaganti della circolazione. L'impegno comune dev'essere: diamo ordinate dimensioni a un fenomeno che minaccia la nostra vita. «La Stampa» lancia da oggi un referendum sul traffico a Torino: chiunque abbia problemi di interesse generale, critiche e suggerimenti per superare l'attuale situazione caotica della circolazione può scrivere o telefonare alla cronaca (65-68), ogni giorno dalle 15 alle 17, chiedendo del « servizio viabilità». I risultati di questa inchiesta costituiranno un « libro bianco » che presenteremo alle autorità comunali. Le dimensioni e il numero delle vetture In movimento possono rappresentare un indice del benessere raggiunto; ma costituire al tempo stesso un ostacolo allo sviluppo ordinato di una città. Torino, per esemplo. Circa un milione e 200 mila abitanti, mezzo milione d'automobili. Come dire: una vettura ogni due persone o poco più. E, inoltre, miliardi di ettolitri di benzina bruciata, altrettanti miliardi di colpi di clacson, di cigolìi di freni e di pigiate sull'acceleratore. Dati statistici i primi, cifre fittizie le altre; d'accordo. Insieme, comunque, possono spiegare le ragioni del caos, del rallentamenti, degli ingorghi, delle code e delle attese snervanti ai semafori, della mancanza di spazio per 1 parcheggi, ma anche dell'avvelenamento dell'aria e del polmoni, del logorio del nervi. Torino non è fatta per 11 traffico che ogni giorno l'assilla. Se si escludono rare eccezioni (stanno sulle dita di una mano, come vedremo), nessuna strada è di dimensioni sufficienti a sopportare giornalmente 11 volume di traffico che l'Invade. Anche questo è statistica. Lo hanno provato tecnici ed esperti. Si giunge a concludere che Torino è una città disumana, alienante. Lo sviluppo complessivo di vie, corsi e piazze supera in città i 900 chilometri, ma non basta. Messe una dietro l'altra, le automobili dei torinesi formerebbero un serpente lungo 11 doppio. Fol ci sono gli automezzi pubblici, 1 treni, il traffico internazionale (autotreni, turisti) e 1 pendolari. Questi ultimi sono ogni giorno 200 mila; due terzi ricorrono a un mezzo proprio per gli spostamenti nella convinzione d'avere una maggiore libertà di muoversi e di arrivare prima e meglio. Chi soffre, è la città. Circonvallazioni interne, esterne e tangenziali non sono sufficienti a garantire fluidità alla circolazione, ad assorbire le varie correnti di traffico e incanalarle secondo 1 cosiddetti « itinerari preferenziali» in modo che non sia costretto — poniamo — ad attraversare il centro storico quell'automobilista che non ha la necessità di farlo. Si pub impiegare anche più di un'ora per andare da un capo all'altro di Torino. Ecco 1 risultati di alcuni esperimenti: 68 minuti da Madonna di Campagna a Miraflorl nelle ore di punta. Da Gassino a Miraflorl s'impiega di meno, anche nel momenti « caldi » di una giornata e senza ricorrere a manovre né a velocità pericolose. Altri esperimenti In centro: sulle strade che conducono In piazza Castello spesso non si pub Innestare più della sesonda; velocità massima in via Po: 12 chilometri orari. Spesso la media si abbassa al limiti del passo d'uomo: 3 chilometri orari. Ma non si creda che questi limiti siano prerogativa del centro storico. Situazioni esasperanti si incontrano ovunque, nel cuore e alla periferia. Il caldo soffoca, 1 motori sono Imballati, si respirano gas di scarico, i nervi sono messi a dura prova; i semafori come coltelli abbassano la lama del rosso, quasi ghigliottine sulle teorie di vetture che s'inseguono. Bisogna provvedere, dunque, prima che sia troppo -tardi. Gli interventi sono stati numerosi da dicembre a oggi. Spesso, perb, si è trattato di palliativi. Torino rischia la paralisi. Da un momento all'altro pub perdere 11 suo ritmo di vita una città che ha una grande funzione nel quadro delle comunicazioni europee. Chi pub volere questo? Chi pub trarre vantaggio dall'aggravarsi di una situazione già delicata? « Andiamo a piedi o ritorniamo alla bicicletta », ci ha detto qualcuno. Pub essere una soluzione. In fondo, Le Corbusler ha detto che il vero modello di città del futuro è Venezia, perché è fatta « a misura dell'uomo ». Venezia, città del silenzio, e non metropoli lunari somiglianti a -grandi motel circondati da sopraelevate, svincoli arditi e rettilinei senza fine. GII amministratori torinesi devono Intervenire sulla viabilità e sul trasporti per salvare la città, per salvaguardarne la misura. Insomma, le dimensioni umane. Bisogna liberare 11 centro storico, facendo di più di quello che già è stato realizzato; si devono riorganizzare le zone residenziali e le aree verdi, allontanando da esse la minaccia costante del traffico « di attraversamento». Operando dall'interno (o viceversa: questi sono problemi squisitamente tecnici, le priorità devono deciderle gU esperti) giungere all'esterno. Sino alle porte della città, perché essa possa superare U pericolo di un Isolamento che potrebbe essere provocato da un'Insufficienza del servizi stradali. Con porte sufficienti — cioè con tangenziali e svincoli efficaci — Torino pub confermarsi nel ruolo di grande nodo stradale europeo e proporre valide valvole di sfogo per quel polmone asfittico che è tutto il suo centro. Soltanto cosi 1 quartieri storici vedranno restituito intero il loro significato sociale e la città sarà nuovamente del cittadino. Esistono alcuni salvagente per la circolazione torinese. I tecnici 11 hanno individuati. Perché, dunque, non fare ricorso a queste riserve? Esaminiamole assieme con l'indicazione degli Interventi indispensabili a un loro sfruttamento efficace. Le autostrade — Il sistema tangenziale (Sud-Nord-Est) e 1 tratti tangenziali delle autostrade da Savona, Piacenza, Plnerolo, Fréjus, Aosta e Milano sono progettati In una prospettiva di traffico a lungo termine, con eccellenti capacità di assorbimento ulteriore. Una sostanziale deficienza nel sistemi di riscossione dei pedaggi determina inconvenienti agli accessi: probabilmente, perb, si tratta di un male minore, per quanto riguarda l'ingresso in Torino, poiché il ritardo al casello consente di erogare il traffico sulla viabilità normale. GU svincoli — Taluni accolgono un traffico pari appena alla metà di quello che sono in grado di sopportare. Sono quelle strade che abbiamo definito come eccezioni nel quadro drammatico della circolazione cittadina. Cosi l'anello dei corsi Potenza-TrapaniSiracusa, per esemplo, o la circonvallazione comunale Est da corso Giulio Cesare alla barriera di Casale. Queste strade mancano delle segnalazioni che gli addetti al lavori definiscono preferenziali. Gli automobilisti, non conoscendole, le evitano e si imbottigliano nelle correnti di traffico normale. Quindi, esistono vie di sfogo non opportunamente utilizzate. Assi di scorrimento — Sono 1 corsi Casale, Grosseto, Vercelli e altri. Non sono sempre utilizzati al massimo, sebbene siano in grado di sopportarli massicci volumi di traffico. Trascurando queste vie gll au-1 tomobilisti Invadono 1 collegamenti interni e intasano soprattutto corso Francia, corso Racconigl, corso Vittorio, corso Sebastopo11, via Giordano Bruno e, sul lato opposto, corso Regina Margherita. Inutile parlare di altre vie: la situazione è a momenti caotica. L'ha determinata una serie di coincidenze. Fra queste, l'In¬ successo generale dell'onda verde. Avrebbe dovuto garantire più speditezza nel traffico. Invece, si è costretti a marciare a una velocità massima di 30 chilometri all'ora (raramente a 40) anche là dove si potrebbe correre di più (nel rettilinei di alcuni corsi, per esempio), senza pericolo per la sicurezza propria e altrui. Qui si conclude la nostra prima analisi su problem del traffico. Abbiamo sintetizzato argomenti che tutti conoscono. Adesso Invitiamo 1 torinesi a proporre le loro soluzioni. Scrivano — ripetiamo — o telefonino nel pomeriggio, dalle 15 alle 17 alla cronaca de «La Stampa». Un cronista riceverà segnalazioni e suggerimenti. I dati che raccoglieremo potranno servire come base di studio per gli uffici tecnici del Comune. Questo nostro referendum, anzi, potrebbe essere 11 pruno capitolo di una fase nuova di partecipazione del cittadini alla vita amministrativa pubblica per 11 buon governo del Comune. Renato Romanelli Claudio Giacchino VE/V/VM • PIANEZZA ALFIGNANO ' ili LA LOGGIA Fatte le tangenziali, mancano le strade per convogliarvi il traffico dalla città

Persone citate: Claudio Giacchino, Renato Romanelli, Scrivano, Spesso