Resistenze al piano Cee per lo zucchero di Renato Proni

Resistenze al piano Cee per lo zucchero A Bruxelles i ministri agricoli Resistenze al piano Cee per lo zucchero Giudicata prematura la ristrutturazione del mercato per questo prodotto - L'Italia non è disposta ad accettare alcuna riduzione produttiva - I francesi definiscono "ridicolo" il documento (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 16 luglio. Il piano della Commissiono Cee per la ristrutturazione del mercato comunitario dello zucchero ha incontrato forti resistenze, oggi, al consiglio dei ministri dell'Agricoltura dei Nove paesi. Negli ambienti francesi, il piano è stato definito addirittura « ridicolo ». Nel suo intervento, il nostro ministro per l'Agricoltura Ferari-Aggradi ha detto che il documento sembra solo costituire una base di discussione e che si deve agire con prudenza. Ogni impegno, ha aggiunto, è per il momento prematuro. Il nostro governo infatti desidera che sia mantenuta intatta la quota di produzione di zucchero per il nostro Paese e non è disposto ad accettare alcuna riduzione. La commissione aveva proposto, a partire dal 1975, la riduzione della produzione dello zucchero nei nove Paesi della Comunità (che è attualmente di 9,1 milioni di tonnellate, cioè più che autosufficiente), in modo che essi potessero importare dai paesi del Commonwealth e in via di sviluppo 1,4 milioni di tonnellate di zucchero all'anno, diventando così importatori netti di 600 mila tonnellate. Inoltre, dalla campagna saccariferi del '75-76 la Commissione vorrebbe che le quote di produzione di ciascun Paese fossero sostituite da quote per aziende. Questo piano era stato elaborato per rispettare gli impegni presi con i Paesi del Commonwealth e per aderire all'accordo internazionale sullo zucchero che scade a fine anno. La Commissione della Cee aveva anche proposto la soppressione del regime italiano della cassa di conguaglio zucchero grazie alla quale dal 1968 i produttori percepiscono il sovrapprezzo di 23 lire al chilo. Queste misure dovrebbero essere comprese entro il 1975 ed avrebbero lo scopo, secondo la commissione, di sventare la cartellizzazione nell'industria saccarifera europea. Tempo fa alcune industrie saccarifere italiane ed europee furono multate di sei miliardi per avere violato i regolamenti antimonopolistici della Comunità. Un appello al tribunale del Lussemburgo è ora in corso. Nella seduta del Consiglio dei ministri dell'Agricoltura che è in corso a Palazzo Charle Magne, si sta ora esaminando la situazione verificatasi sui mercati mondiali nei settori dei mangimi per il bestiame e per il pollame. Gli Stati Uniti hanno contingentato l'esportazione all'Europa di alcuni di questi prodotti, il più importante dei quali è la soia, dopo averne venduto grosse quantità all'Unione Sovietica e alla Cina. La sostituzione della soia con altri mangimi (come il grano denaturato e il latte i». polvere) farebbe aumentare notevolmente il costo della carne e del pollame in tutta Europa perché questi prodotti sono più cari e hanno un minor contenuto proteinico della soia. Il problema è molto delicato perché potrebbe creare tensioni tra la Cee e gli Stati Uniti. Dal 19 al 22 luglio il commissario per l'agricoltura Lardinois si troverà a Washington per discutere con gli esponenti del governo americano il divieto di esportazione della soia. La Commissione della Cee ha proposto, in seguito a questi sviluppi, di limitare l'esportazione dei cereali dai Paesi della Comunità anche con l'imposizione di tasse se il prezzo mondiale di questi prodotti dovesse superare del 2 per cento quello stabilito in sede comunitaria. Oggi, la Francia ha presentato un suo piano per far fronte a questa penuria. Il governo di Parigi vorrebbe che la Comunità diventasse autosufficiente nel settore dei prodotti per l'alimentazione degli animali. Circolano voci che i francesi vorrebbero creare delle colture di soia nella Francia settentrionale e fare uso di latte in polvere (con ulteriori benefici finanziari per i produttori). Da parte italiana, però, si mette in guardia contro l'adozione di contromisure nei confronti degli Stati Uniti. Renato Proni

Persone citate: Charle, Magne