Un vero miracolo di Michele Fenu

Un vero miracolo Un vero miracolo La paurosa carambola di Silverstone suggerisce molte considerazioni. Elenchiamo quelle che, secondo noi, sono le principali, non senza constatare, con molta paura, come esista una certa analogia fra questo incidente e quelli di Monza, in cui morirono Saarinen e Pasolini e poi Galtrucco, Chlonio e Colombini. Ma i piloti d'auto, in tale tipo di sinistro, godono indubbiamente di una maggiore protezione. Il solo De Adamich è finito all'ospedale. Primo: la partenza è il momento più pericoloso di un Gran Premio. Le monoposto sono raggruppate insieme, con i serbatoi gonfi di benzina; i piloti sono ancora « freddi » e, al tempo stesso, tesi al massimo; ciascuno, magari con un filo di spericolatezza, tenta di guadagnare la posizione migliore nel sempre convulso scatto del via. I primi giri sono vissuti con ansia da chi sta al box, perché si sa che il rischio di una carambola è grave. Si teme l'imprevisto: una rottura, un testa-coda, una foratura che blocchi o sbilanci una macchina. Secondo: nessuna delle monoposto si è incendiata. E' un fatto miracoloso. C'è da inorridire al pensiero di quanto sarebbe potuto altrimenti accadere. Un po' di fortuna, forse, ma anche alcuni elementi positivi: la presenza di una larga zona di prato sulla sinistra della pista, in cui sono terminate quasi tutte le macchine, perdendo velocità e, soprattutto, evitando di essere ributtate sulla carreggiata dal guard-rail (probabilmente, se fosse esistita anche sulla destra un'area libera invece del muro dei box, l'incidente non sarebbe neppure accaduto, perché il testa-coda di Scheckter si sarebbe spento in maniera innocua e la McLaren non sarebbe finita sulla strada degli altri piloti); l'efficacia delle nuove misure di sicurezza entrate in vigore in aprile: serbatoi antincendio speciali, abitacoli irrobustiti; la prontezza d'intervento del mezzi dt soc corso. Terzo: malgrado l miglioramenti in tema « sicurezza », le monoposto rimangono fragili. Del resto, quale automobile potrebbe resistere ad una carambola che avviene a 250 l'ora? Quello che più fa pensare è il lungo periodo di tempo occorso per liberare De Adamich. In caso d'incendio, cht avrebbe estratto il nostro pilota dalla sua Brabham? Sì, forse gli organizzatisslmì pompieri inglesi, ma l'interrogativo rimane. Michele Fenu

Persone citate: Colombini, De Adamich, Galtrucco, Pasolini, Saarinen, Scheckter

Luoghi citati: Monza, Silverstone