Vivi padre e figlia Chiesti 300 milioni di Franco Mimmi

Vivi padre e figlia Chiesti 300 milioni I sequestrati di San Marino Vivi padre e figlia Chiesti 300 milioni Soltanto ieri i banditi hanno dato la prova sicura che il medico e la ragazza sono ancora in vita - Difficoltà per reperire la somma richiesta (Dal nostro inviato speciale) San Marino, 14 luglio. Vivi. Ora è certo. I rapitori di Italo e Rossella Rossini, a sedici giorni dal ratto, hanno dato la prova che i loro prigionieri sono ancora in vita. Ed hanno anche finalmente chiesto il riscatto. Alto. Troppo alto. E' stata una lunga telefonata, la più lunga da quando sono iniziati i contatti tra la famiglia e i banditi. Ieri l'avvocato Bonelli aveva rivolto ai rapitori due domande, accuratamente studiate nel corso di questi interminabili giorni. Due domande per formulare le quali era stato necessario ripercorrere particolari minimi, ormai dimenticati, per giungere alla certezza che solo l'interessato avrebbe potuto rispondere. La risposta è giunta per entrambe. Dunque, Italo e Rossella sono certamente vivi. Settanta milioni Avuta la prova tanto a lungo richiesta, la famiglia ha fatto la sua offerta. Signori, questo è quanto possediamo per salvare la vita dei nostri cari: 70 milioni, non una lira di più. Ma non sono bastati. Calma, sicura come sempre, la voce dall'altro lato ha gettato sul lugubre tavolo verde dì questa partita la «sua» cifra. «Una cifra molto distante dalla nostra — ha detto l'avvocato Bonelli —, una cifra enorme». E' molto probabile che si tratti di 300 milioni, forse di più, e l'impressione che l'avvocato ha riportato è che i banditi non siano disposti a trattare. «E' gente che se ne sta tranquilla, sicura nel suo rifugio. Non ha fretta, ed ha il coltello dalla parte del manico». Eppure la famiglia Rossini tutti quei soldi proprio non li possiede. Le sono stati fatti praticamente i conti in tasca, in tutti questi giorni, e 70, 80 milioni sembrano essere il tetto della loro disponibilità economica. Possibile che i banditi non lo sappiano? Sperano forse che lo Stato intervenga e versi la differenza, per evitare che questo brutto caso continui ancora a lungo a far pubblicità negativa alla mini repubblica che vive in gran parte di turismo? L'avvocato Bonelli nega questa possibilità, e cosi la nega il cugino della signora Rossini, il ministro di Grazia e Giustizia Leo Dominici, ma non è escluso che i banditi contino proprio su questo intervento. Da 70 a 300 il passo è talmente lungo che la buona volontà degli amici potrebbe non bastare a compierlo. «Cercheremo di trattare — insiste l'avvocato, che è il primo a non aver fiducia nelle proprie parole — e intanto cercheremo altri soldi, da altre parti». Naturalmente, la speranza espressa giorni fa dal legale che per domenica potesse essere tutto finito è saltata. Domenica è domani, i turisti saliranno più numerosi a S. Marino da tutta la costa romagnola, ma il dottore e sua figlia dovranno attendere ancora per ripercorrere la via larga e asfaltata che porta verso la sommità del monte Titano, e quella sassosa che conduce a Ca' Rinaldo, alla loro bella villa isolata. Il tempo che li separa dal ritorno viene calcolato e contrattato a minuti e milioni, di telefonata in telefonata. Una è attesa per stasera, domani senza dubbio un'altra. Una tensione terribile che ha ridotto la signora Dina allo stremo delle forze, che ormai da tre giorni le impedisce di lasciare il letto. L'altra figlia, Rossana, è più forte: riesce a mantenere la calma, ad essere gentile con chi telefona alla villa per chiedere le notizie dell'ultima ora, per esprimere la propria solidarietà. Battaglia di nervi Qualcuno, invece, non ha retto. Maurizio Vicari, il marito di Rossana, ha dato l'ennesima dimostrazione che nella battaglia di nervi il sesso debole è di gran lunga il più forte. Ieri, con altri membri della famiglia e con amici, è intervenuto pesantemente nei confronti di un fotografo che scattava da grande distanza, con teleobiettivo, immagini che non possono recar danno ad alcuno. Poi al fotografo e ad una giornalista che lo attendeva seduta tranquillamente in macchina in una via non privata, sono stati conferiti nomignoli tutt'altro che simpatici, del quale forse «sciacalli» era il più lieve. Alla fine, per fortuna, la tensione si è allentata, e i due se ne sono potuti andare tranquillamente con le scuse del caso e l'invito a comprendere la difficile situazione. L'elettricità, però, non si era esaurita: in serata il pesto di blocco fatto da amici dei Rossini, stabilito fino al pomeriggio a 200 metri dalla villa, e rispettati dai giornalisti in nome della comprensio ne che in questi casi si ritiene doverosa, si è inasprita, aveva allargato i confini. Chi ha tentato di percorrere qualche metro per giungere non certo alla villa ma semplicemente al punto del posto di blocco originario, ha corso il rischio di farsi spaccare la testa da un signore, provvisto di uno strumento contundente, il quale ripeteva in dialetto che la «roba» era la sua. Cose spiacevoli, che si possono accettare soltanto sotto la scusante della tensione. Franco Mimmi

Persone citate: Bonelli, Leo Dominici, Maurizio Vicari, Rossella Rossini, Rossini

Luoghi citati: Rossana, San Marino