Con Brecht e il teatro politico Lea Massari in scena a Genova di Paolo Lingua

Con Brecht e il teatro politico Lea Massari in scena a Genova Nel programma dello Stabile per la stagione '73 -'74 Con Brecht e il teatro politico Lea Massari in scena a Genova (Dal nostro corrispondente) Genova, 14 luglio. Si sta preparando, in questi giorni, il «cartellone» di prosa del Teatro Stabile di Genova per la stagione 1973-74. I «bianchi» sono ancora numerosi. «Faremo tre spettacoli di nostra produzione, con la Compagnia stabile — dice Ivo Chiesa, direttore dell'ente genovese e presidente degli Stabili italiani —, più la solita commedia per i bambini delle scuole elementari. Inoltre riproporremo la "trilogia" goldoniana già messa in scena negli anni scorsi: Una delle ultime sere di carnevale, I rusteghi e La casa nova. Sono poi previsti scambi con gli altri Stabili e con le Compagnie "di giro"». Ancora molte incertezze, dopo la clamorosa rinuncia della primavera scorsa, per Rosa Luxemburg, il dramma cui stanno lavorando da oltre un anno e mezzo Vico Faggi e Luigi Squarzina. Dice Faggi: «Il primo tempo di Rosa è completato in tutti i particolari. La seconda parte, invece, deve subire ancora delle modifiche. Occorrerà quasi un mese di lavoro: purtroppo Squarzina è in partenza per il Giappone. Se ce la farà a tornare in tempo utile per poi preparare la regìa dello spettacolo, vedremo Rosa, con l'interpretazione di Lilla Brignone, nella prossima stagìo ne. Altrimenti dovremo rimandarla di un altro anno ». Ivo Chiesa conferma quanto dichiarato da Faggi: «Rosa Luxemburg è uno dei testi su cui il Teatro Stabile di Genova conta maggiormente. Quando, nella scorsa primavera, tutti insieme, a cominciare dagli stessi autori, abbiamo rinunciato al dramma che pure era già stato inserito nel cartellone e tra gli spettacoli in abbonamento, io credo che sia stata una prova di se¬ rietà, anche se siamo stati seppelliti dalle critiche. Oggi, con l'ulteriore incertezza che ancora circonda il testo, penso che ogni dubbio sulla possibilità di rappresentarlo il maggio scorso debba considerarsi dissolto». Dopo aver smentito le «voci», diffuse a Genova, all'indomani della rinuncia a Rosa, di dissapori tra l'interprete designata, Lilla Brignone, e gli autori e i responsabili del teatro, Chiesa ha aggiunto: «La Brignone, proprio per smentire le "voci" più malevole, resterà con noi anche il prossimo anno. Ha praticamente acconsentito di interpretare II cerchio di gesso del Caucaso che sarà lo spettacolo di maggior impegno, il prossimo anno. La Brignone s'è dichiarata entusiasta di lavorare con noi». Il Cerchio di gesso del Caucaso è l'unica delle grandi opere di Brecht che non è stata ancora rappresentata in Italia. A Genova, il testo avrà come interprete principale femminile Lea Massari, che manca da Genova dal 1966, cioè da quando interpretò, sempre per lo «Stabile», la commedia Emmeti di Luigi Squarzina, con la regìa dell'autore. Accanto alla Massari e alla Brignone, il principale interprete maschile sarà Eros Pagni, da quindici anni una delle pedine «fisse» del teatro genovese. Pagni ha fatto sapere di considerare «decisiva» la prova brechtiana. Il Cerchio, che si avvarrà della regìa di Squarzina e delle scene di Gianfranco Padovani, è considerata una delle opere più complesse di Brecht anche per la parte musicale. Lea Massari, da sola, dovrà cantare sei canzoni. La parte musicale dell'opera sarà affidata a Paul Dessau. L'ultima novità per que¬ st'anno, almeno dal punto di vista organizzativo, di Genova è l'assunzione del regista Giancarlo Nanni e di Manuela Kustermann. «Non sappiamo ancora — ha detto Ivo Chiesa — quale sarà il compito preciso di Nanni. Certamente dirigerà uno degli spettacoli dello Stabile con una parte degli attori. Ormai i nostri programmi sono abbastanza numerosi: possiamo quindi smembrare la Compagnia, specie in occasione delle "riprese" o delle tournées esterne». Soddisfacente anche l'anda¬ mento della stagione passata. Lo Stabile genovese, diretto da quasi vent'anni da Chiesa e da Squarzina, è ormai tra le più solide organizzazioni pubbliche teatrali italiane. Oltre trecentomila spettatori e un bilancio che si aggira sul miliardo, praticamente in pareggio, due sale, «Duse» e «Genovese», più il «Teatrino», a disposizione, ne fanno un complesso organico. «Per il prossimo anno contiamo di fare altri passi avanti — dice Chiesa — e di impegnarci maggiormente sul piano culturale. Paolo Lingua