Crollano 2 ponti, quattro morti nelle auto Inghiottite dalla correntef un treno è fermato appena In tempo

Crollano 2 ponti, quattro morti nelle auto Inghiottite dalla correntef un treno è fermato appena In tempo Lutti e devastazioni per il pauroso nubifragio che ha gonfiato i fiumi Crollano 2 ponti, quattro morti nelle auto Inghiottite dalla correntef un treno è fermato appena In tempo Il vecchio ponte di Vernina sulla Stura travolto dalla piena mentre passano le due vetture - Un teste: "Le ho viste sparire nell'acqua" - Sulla prima, rimasta imprigionata fra le macerie, tre persone, sull'altra, trasportata a valle e scomparsa, almeno il guidatore - Anche il ponte sulla Ceronda ad Altessano si è accasciato perché l'acqua ha eroso le sponde - Due ragazzi hanno dato l'allarme e il convoglio per Ceres si è arrestato proprio all'imbocco davanti al baratro Il ponte in muratura sulla strada vecchia di Lanzo, a Venaria, è crollato, travolto dalle acque in piena della Stura: due automobili sono state ingoiate dalla corrente, ma non si conosce il numero preciso delle vìttime: almeno quattro, tra cui una famigliola di Venaria. In un primo momento si temeva che nell'elenco del morti figurassero anche due pedoni che un testimone affermava di avere visto affacciati al parapetto, per ammirare il pauroso spettacolo della piena. Questi però si sono fatti vivi intorno alle 20, dopo avere sentito alla radio che si temeva per loro. Sul luogo della disgrazia, le opere per il recupero dei cadaveri sono ostacolate dalla violenza della piena, che non consente di calare i canotti del vigili del fuoco. La sciagura di Venaria costituisce il momento più doloroso di una giornata che si ricorderà nella storia di Torino. La città e la sua cintura, fino ai comuni più a Nord della sua provincia, sono stati flagellati da scrosci di violenza inaudita, assolutamente insolita per un mese come luglio, che solitamente è il più asciutto dell'anno. L'acqua gelida, la grandine, il vento e 1 fulmini hanno provocato un disastro, le cui dimensioni sono per ora imprecisabili; l'ammontare dei danni sfugge alle prime valutazioni. SI parla di alcuni miliardi. Il dramma della città e della regione, pero, avrebbe potuto avere dimensioni maggiori. A Venaria, grazie alla segnalazione di due ragazzi, il capostazione ha bloccato in tempo il treno locale diretto a Ceres: doveva attraversare di 11 a poco il ponte sulla Ceronda, affluente della Stura, ad Altessano, che si stava inginoDc'.iIando: la piena, corrodendo le sponde, aveva tolto l'appoggio alle spalle delle arcate, mentre 1 binari a poco a poco si incurvavano, contorcendosi. Il treno non sarebbe mai riuscito ad arrivare fino all'altro capo Il crollo sulla Stura. Il ponte era di vecchia costruzione. Lo costituivano tre arcate e aveva uno sviluppo di circa cento metri e un'altezza di venti metri sul pelo dell'acqua. In passato era stato chiuso al traffico per tre volte: la prima nel '47, la seconda nel '56 e l'ultima nel '62. Provvedimenti di sicurezza presi in occasione di altrettante piene. Si temeva che potesse crollare, come avvenne per l'altro ponte sulla Stura, più a monte di questo, tranato una decina d'anni fa. Dopo ogni allarme, era stato però riaperto al traffico. Ieri non c'è stato 11 tempo di chiuderlo, la piena della Stura ha raggiunto proporzioni mai viste e la valanga d'acqua è arrivata all'improvviso. I vortici trascinavano a valle grossi tronchi d'albero sradicati più a monte, facevano rotolare macigni. Lo spettacolo era allucinaste. Lo confermano i testimoni. Il racconto di uno di essi è da brivido. Si chiama Piero Agiioti, ha 32 anni e abita presso l'aeroporto di Caselle. « Alle 17,30 di ieri — ha detto — ho visto sul ponte due persone che osservavano l'acqua minacciosa. Pioveva, la corrente era color della terra, trascinava tronchi, che battevano contro i piloni. A un tratto un sussulto. Tutto il ponte vibra, ili butto all'indietro, verso la mia macchina. Mi è accanto un'altra persona, ruzzoliamo assieme per terra. Ho appena il tempo di vedere due auto: una 128 blu che sta per completare l'attraversamento nel senso Caselle-Torino, e una 127 rossa, che la segue ad alcune decine di metri. Poi, un fragore tremendo. Quando mi rialzo, il ponte non c'è più, le auto sono sparite». L'operalo Giuseppe Pasler, 30 anni, abitante in via Palestra 20, a Venaria, è 11 secondo testimone che correndo a mettersi in salvo, ha travolto anche l'Aglioti: ir Sono passali alcuni secondi prima che mi rendessi conto di quello che era accaduto — ha detto — poi ho visto gli spruzzi d'acqua sollevati dal crollo spegnersi con brontola paurosi. Ho notato il cofano di una 128 con le ruote all'aria, spuntare Ira i du» blocchi di pietra del ponte ». La scena è apocalittica. Sullo sfondo di un cielo livido di pioggia, dalla corrente melmosa si levano soltanto i due tronconi terminali delle arcate. La corren¬ te ha spaccato anche le condutture dell'acquedotto (Torino ne risentila nei rifornimenti), mentre sospesa a mezz'aria vibra pericolosamente la tubazione del gas. L'Aglioti e il Plaser, superato lo sbigottimento, danno l'allarme. Intervengono polizia, carabinieri, vigili del fuoco. La ver- , sione dei due testimoni è presa I come base delle operazioni di ril cerca. Si blocca l'erogazione del ] gas per evitare scoppi e dell'ac; qua chiedendo un sacrificio agli i abitanti di Madonna di Campa; gna, dove dalle 18 l'acqua giun| ge razionata. La pressione è rli dotta di 450 litri. Ma veniamo ai soccorsi. In at¬ tesa che giungano, i due testimoni bloccano le vetture provenienti da Torino: la strada è In curva e non permette di vedere il ponte crollato. L'opera dell'Aglioti e del Piaser è preziosa. Serve a evitare altre vittime. Quanti sono i morti? « Sulla 128 ho visto due persone — ha detto l'operalo — la 127 era troppo i n o i lontana: non sono riuscito a rendermi conto se i viaggiatori erano uno o più ». Un aiuto agili inquirenti lo dà il nostro fotografo Moisio. Con il teleobiettivo riesce a leggere il numero della targa della 128. E' Torino D 99747. Questo dato rappresenta il primo elemento di una pista che nessuno dei soccorritori avrebbe mai voluto dover seguire. Si giunge a una casa di Venaria. Gli elementi raccolti coincidono: mancano tre persone. Sono le vittime: il pensionato Celestino Bertoldo, 62 anni, la seconda moglie, Carmelina Balma, 56 anni, e Luigi Bertoldo, il figlio, 22 anni. Erano stati al funerale di un conoscente, a Caselle. Alle 17,30, al momento del crollo, stavano rincasando. Era con loro anche un cane lupo, Dick, di cinque mesi, morto con i suoi padroni. A casa ha atteso invano 11 ritorno dei familiari il fratello gemello di Luigi, Giuseppe. Un fratello del due giovani, Luciano, 23 anni, perito elettrotecnico, è caporale degli alpini. Da pochi giorni partecipa al campo estivo, presso Cuneo. Qui lo ha raggiunto ieri sera la notizia della disgrazia. La tragedia ha suscitato impressione a Venaria. La famiglia Bertoldo è conosciuta. Stimatissimo Luigi: operaio alla Fiat, nei ritagli di tempo studiava. In questi giorni aveva preso un po' di vacanza per prepararsi per l'esame di geometra. Tre delle vittime, dunque, hanno un volto e un nome. E sulla 127: quante persone c'erano? Si saprà forse oggi, quando riprenderanno le ricerche. Le operazioni di soccorso sono state dirette dal viceprefetto Marini. Sono intervenuti il vlcequestore Rossi, 11 colonnello Marchisio dei carabinieri e il maggiore De Caro della polizia stradale. Ci sono anche tecnici e ufficiali dei vigili del fuoco, che Impegnano la loro attrezzatura nel tentativo di recuperare la 128. Ore 19,15: la diga provocata dal ponte ha causato allagamenti in vaste zone di campagna. La situazione aggrava i danni già lamentati nella zona di Mappano, dove le piogge torrenziali e la tracimazioni hanno allagato tutte le campagne, le strade e alcune case. I soccorritori si dividono a squadre. Sono le 20,10. Si fa un altro tentativo di scendere con 1 canotti. Il livello della piena s'è abbassato di almeno un metro e mezzo. La velocità della corrente, però, si mantiene vorticosa. Alle 20,20 il sostituto procuratore Notarbortolo consiglia di sospendere le ricerche per non rischiare la vita degli uomini impe¬ gnati nelle operazioni di soccorso. Sono le 20,30: un brivido tra la folla. Mentre l'acqua scende, si distingue più nettamente la 128 blu. Ha le ruote all'aria; un finestrino è infranto: da esso spunta una mano. Intanto si ha conferma che i due pedoni visti sul ponte sono salvi. Saputo che erano ricercati, hanno telefonato ai carabinieri per dare notizie rassicuranti sul loro conto. Sono padre e figlia, che hanno sentito il ponte mancare sotto i loro piedi, riuscendo a mettersi in salvo appena in tempo. Sono un dipendente della Michelin e sua figlia le due persone che per qualche ora si è temuto fossero fra le vittime del crollo. Giovanni Ferro Famil, 43 anni, via Coppino 116/4, si era recato con ld la figlia, Claudia, 17 anni, studentessa, a fare una gita. Percorrendo 11 ponte, è stato attratto dalla piena. « Erano le 17,20 — racconta la giovane — e mio padre, sceso dall'auto, si è incamminato, affacciandosi alla spalletta. Dopo qualche minuto, mentre lo stavo raggiungendo, ho sentito un tonfo. Ho visto mio padre venire verso di me gridando: " Via, via, scappa ", e mi ha trascinato con sé. Ha visto soltanto un'enorme ondata. Siamo subito scappati, correndo a dare l'allarme. Mio padre ha visto una 128 e un'altra auto, ma non ha saputo descriverla ». A Venaria ieri sera si parlava della disgrazia. Ma anche dell'altro crollo, Quello del ponte sulla Ceronda, nel quale corre la linea ferroviaria per Ceres. I pas¬ sdddnldbaAvrasfpngcrsp seggeri sono scesi alla stazione di Venaria in attesa di trasbordo. Che cosa sarebbe loro accaduto se due ragazzi, rimasti sconosciuti, non avessero dato l'allarme in tempo? Tra gli episodi di un pomeriggio drammatico si inserisce anche la brutta avventura di un ragazzo appassionato di pesca, Antonio Antonacci, 18 anni, nato a Lovello (Potenza) e abitante a Torino. Mentre pescava nella Stura, alla periferia di Venaria, è stato sorpreso dall'ondata di piena. Ha fatto soltanto In tempo ad arrampicarsi su un albero. Qui lo hanno soccorso mezz'ora dopo, bagnato fradicio, i vigili del fuoco, che lo hanno trasportato al Maria Vittoria. La corrente gli ha strappato la canna da pesca e portato via 11 ciclomotore. Quel che rimane del ponte crollato nella Stura, si sono spezzati i tubi dell'acqua del Pian della Mussa, la conduttura del metano ha resistito - L'auto schiantata nel greto del torrente e le tre vittime: Carmelina Balma, Luigi Bertoldo con il padre Celestino