Per gli spadisti axxum soltanto il quatto posto di Carlo Filogamo

Per gli spadisti axxum soltanto il quatto posto Ai campionati mondiali di Goteborg Per gli spadisti axxum soltanto il quatto posto Dopo T "exploit" nei quarti di finale contro la Svizzera, sono stati sconfitti prima dai tedeschi e poi dai sovietici - Il risultato, comunque, non è deludente - Settime le fiorettìste italiane Goteborg, 13 luglio. Stanchissime ma felici: così erano le fiorettìste di Budapest ieri sera al termine del loro duello con le sovietiche, prima di essere sballottate in aria e abbracciate dal loro frenetici tifosi in attesa del suggestivo cerimoniale della premiazione, con l'inno nazionale e le bandiere che salivano lentamente sui tre pennoni. Il quartetto dell'Urss, nonostante l'orgogliosa impennata dell'olimpionica Belova, non è riuscito a contenere il "serrate" finale della Bobis, della Szolnoki, della Schwarzenberger e della Rejto, una rimonta strappata con le unghie a con i denti, stoccata su staccata. Pad le azzurre (la torinese Consolata Collino, la Lorenzoni, la Ciprianl e le reclute Tomassini e Mangiarono, l'ostacolo delle polacche che le ha relegate al settimo posto e II rimpianto che prima il ritiro della Ragno poi la defezione di Vannetta Masclotta abbiano impedito a mirare a più alti traguardi (a Monaco furono ottime quarte dietro Urss, Ungheria, Romania). Una magnifica prodezza hanno invece realizzato i nostri spadisti dominando per 9 a 2 nei quarti di Anale contro la compagine svizzera formata da Loetscher, dagli ex "Iridati" iuniores Giger e Evequoz, e da Kauter. I rossocrociati si erano rivelati con la medaglia d'argento olimpica alle spalle del colossi dell'Ungheria Fenyvesi, Kulcsar, Schmitt e Erdos, ed erano grandi favoriti anche a Goteborg. Granlerl ha giudlto con maestria il trio di esordienti. Il vercellese Marcello Bertinotti ha brillato. Immune da sconfitte come il torinese. John Pezza — medaglia di bronzo a Goteborg — e Romano Loi (figlio del noto regista) hanno ceduto soltanto a Loetscher e a Evequoz. Meno combattuti del previsto gli incontri che l'Urss e l'Ungheria si sono aggiudicate contro i deludenti svedesi e i polacchi, con i medesimi vistosi punteggi di 9 a 2. Migliore figura di Svezia e Polonia ha fatto la Francia contro la Germania, vittoriosa per 8 a 4. Dai tedeschi sono stati sconfitti anche gli azzurri nel successivo incontro di semifinale, perduto per 6 a 8, svantaggio accumulato all'Inizio della terza tornata (3 a S). Non sono bastata le "frecciate con cui Bertinotti e Lai (due vittorie ciascuno) hanno rimontato e battuto Behr e Hehn, , aggiunte all'Isolato successo di Pezza contro il gigantesco mancino Peter. Bisognava infatti annullare le tre vittorio di Szepesi, il rumeno naturalizzato tedesco che è venuto a dare man forte al quartetto della Germania. In precedenza, infatti, il milanese era entrato in uno dei suoi momenti di crisi, mentre purtroppo anche Granieri, saltuario nel rendimento, aveva conseguito un unico punto all'esordio contro Hehn per 5 a 2. Quest'ultimo ha poi suggellato l'inattesa e un po' fortunosa entrata In Anale della Germania battendo per 5 a 2 Bertinotti, il quale nell'incontro con Peter ha riportato una lunga ma superficiale ferita ad un gluteo. Rimaneva un'ultima speranza di conquistare un'altra medaglia di bronzo in aggiunta a quella di Pezza e degli sciabolatori ed a contorno dell'oro di Mario Aldo Montano. Bisognava però da fare i conti con gli atletici spadisti dell'Unione Sovietica, del dente avvelenato per la sconfitta subita per 6 a 8 nel confronto con l'Ungheria. Il compito era proibitivo per gli azzurri, ormai sfiduciati nel morale e provati nel fisico per l'occasione perduta contro i tedeschi. Nonostante le due vittorie di Granieri sull'armeno Kargian e su Valetov, a quelle di Bertinotti su Valetov e di Pezza su Modzalewskl, i sovietici si imponevano per 9 a 4. Bisognava quindi dire addio alla medaglia e accontentarsi del quarto posto, comunque egregio per dei giovani in fase sperimentale (Granieri a parte) In questo mondo di giganti della spada. Carlo Filogamo Nicola Granieri