Dalla parte del Papa di Carlo Casalegno

Dalla parte del Papa Dalla parte del Papa Non è compito dei laici inter-1venire nelle controversie tra teo- logi; tuttavia un elementare senso di giustizia impone, nel « caso |Kung », di difendere il Papa e il Sant'Offizio, che ci sembrano colpevoli soltanto di sostenere correttamente la propria parte. Se non ho visto male, da parte dei cattolici avanzati e degl'increduli progressisti c'è la tendenza a vedere nel teologo svizzero-tedesco che dubita dell'infallibilità pontifìcia un nuovo Galileo, ed a farne un simbolo della libertà di pensiero contro l'oscurantismo della Curia, il ritorno dell'Inquisizione. Si commette cosi un doppio errore: la teologia del prof. Hans Kung non è più « liberale » di quella romana ortodossa, è soltanto diversa; e il teologo ribelle non rischia il rogo né la persecuzione del braccio secolare, ma soltanto le censure ecclesiastiche cui ovviamente si espone chiunque voglia restare nella Chiesa rifiutandone il patrimonio dogmatico. Dubitiamo che ci sia coerenza nel professarsi cattolici, respingere uno o più dogmi e poi esigere anche d'essere assolti: nel conflitto tra il teologo e i difensori dell'ortodossia, sono questi ad avere ragione. Il dogma dell'infallibilità pontificia, pur ristretta alle rarissime occasioni in cui il Pontefice decide ex cathedra punti di fede o di morale, è certo incompatibile con il pensiero laico moderno, convinto che non esistano verità rivelate, né terreni proibiti per la ragione o chiusi 1 alla libertà di ricerca; ma è ben compatibile con la dottrina mille naria della Chiesa, che afferma | d'essere l'unica e divina deposi- l ti a l o o i i taria della verità. Se accettasse di rimettere in discussione il dogma votato dal Concilio Vaticano I con schiacciante maggioranza (e con l'assistenza dello Spirito Santo), o qualsiasi altro dogma, smentirebbe se stessa, perché riconoscerebbe d'essere un'istituzione umana soggetta all'errore, come sostengono i laici. Tutte le crisi di coscienza meritano il massimo rispetto; ma non è offensivo osservare che alarne posizioni dei cattolici d'avanguardia nascono dal rifiuto d'una scelta che tante generazioni d'intellettuali hanno saputo affrontare: o si opta per la fede e si accetta il mistero dei dogmi, o si segue la via del libero esame, della ragione, e si esce dalla Chiesa. Non ci vuole alcun coraggio, oggi, per professarsi eretici, protestanti, laici, miscredenti, atei: non si rischia il patibolo, e nemmeno la perdita dell'impiego (in Italia è decaduto anche l'articolo infame del Concordato che colpiva con sanzioni civili i preti apostati). Non vale dunque invocare i diritti di libertà per difendere i teologi ribelli contro le censure di Roma. Anzi in queste controversie il posto dei laici è, mi sembra, dalla parte del Papa: in coscienza, se non si sentisse di difendere il deposito della fede, dovrebbe dimettersi. Carlo Casalegno

Persone citate: Hans Kung, Kung

Luoghi citati: Italia, Roma