I 58 sottosegretari di Giovanni Trovati

I 58 sottosegretari I 58 sottosegretari (Dal nostro corrispondente) Roma, 12 luglio. Anche i sottosegretari sono stati nominati e da questa sera il governo è al completo: presidente del consiglio, 28 ministri, dei quali diciannove « pieni » e nove senza portafoglio, 58 sottosegretari. Di questi 32 sono democristiani, quindici socialisti, nove socialdemocratici e due repubblicani. La contesa per i posti di sottosegretario è stata accanita, specialmente nella de, e ieri notte i dirigenti del partito ne hanno discusso per parecchie ore. Poi questa mattina si sono riuniti da Rumor i segretari della de, del psdi e del pri e il vicesegretario del psi, Mosca; finalmente alle 18 il primo consiglio dei ministri del governo Rumor ha potuto definire le nomine. Fanfani è stato così occupato da non poter andare all'Università a tenere l'appello del suo corso di storia dell'economia, che era stato fissato per questa mattina alle 9. Nel governo Rumor i sottosegretari sono 58, come nell'ultimo centro-sinistra di Colombo. Nel primo governo della Repubblica dopo la Li- berazione, quello presieduto da Parri, erano ventotto, sono saliti a 42 con il primo centro-sinistra di Moro nel dicembre 1963, son diventati 54 nel primo centro-sinistra di Rumor nel dicembre 1968, e 58, come si è detto, con l'ultimo centro-sinistra, quello di Colombo: il governo Andreotti, ma era un tripartito e non vi partecipavano tre correnti della de, ne aveva quarantasei. C'è chi dice che il numero crescente sia dovuto alla necessità di accontentare un numero sempre maggiore di pretendenti; Rumor invece sostiene che il numero alto dovrebbe essere indice di buona organizzazione del governo: un ministro, se vuol far bene, non può seguire tutto, quindi per migliorare il funzionamento del suo dicastero dovrebbe delegare parte del suo lavoro ai sottosegretari. Ma sono pochi i ministri che delegano, uno è Moro, ad esempio, la maggior parte preferisce accentrare o perché non si fida (in specie quando deve servirsi di sottosegretari di altri partiti) o perché con la responsabilità vuol tutta la gloria per sé, a cominciare dal nome sul giornale. Quindi il posto di sottosegretario vuol dire il posto di viceministro, ma vuol dire anche un semplice ufficio con segretaria e automobile blu con autista. Tuttavia rimane la via obbligata per poter aspirare ad un posto di ministro. Ci sono le eccezioni, parlamentari che saltano l'apprendistato di sottosegretario e sono subito nominati ministri, come nell'attuale governo il sen. Nicola Signorello, 47 anni, cui è stato assegnato il « Turismo ». Perché tanto accanimento per andare in qualsiasi modo al governo? «Perché, risponde Guido Bodrato, il parlamentare non considera più l'essere deputato o l'essere senatore come punto di arrivo, bensì come punto di partenza». A mano a mano che nei partiti è andata diminuendo la democrazia interna, il parlamentare si è sentito sempre meno portavoce del suoi elettori e sempre più un numero: per non rimanere prigioniero di questa involuzione occorre una tempra di lottatore. Nei partiti come nelle Camere decidono gli organi direttivi e il parlamentare è Giovanni Trovati (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Andreotti, Fanfani, Guido Bodrato, Moro, Nicola Signorello, Parri, Rumor

Luoghi citati: Mosca, Roma