Borghese condannato in contumacia per il "crack,, di una banca a Roma
Borghese condannato in contumacia per il "crack,, di una banca a Roma Responsabile di falso l'ex capo della "X Mas" Borghese condannato in contumacia per il "crack,, di una banca a Roma (Nostro servizio particolare) Roma. 11 luglio. (g.g.) Il principe Junio Valerio Borghese, già comandante della X Mas e presidente del «Fronte nazionale», un movimento neofascista extraparlamentare, è stato condannato dal tribunale a 2 anni di reclusione e 800 mila lire di multa per essere rimasto coinvolto nel clamoroso «crak» (quasi due miliardi di lire) della «Banca di credito) commerciale e industriale» di Roma. I giudici l'hanno ritenuto responsabile di «falso in bilancio, false comunicazioni ai soci e illegale ripartizione degli utili». La pena è stata interamente condonata, per cui in pratica la sentenza pronunciata oggi al termine di un lungo dibattimento non avrà alcuna conseguenza pratica per Borghese, che è latitante da oltre un anno perché nei suoi confronti è ancora in vigore il mandato di cattura emesso per il tentativo di colpo di Stato. Con Borghese, il tribunale ha condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione e 2 milioni e 400 mila lire di multa Alfonso Spataro, a 3 anni e 9 mesi e 1 milione e 600 mila lire Primo Bacchini e Virgilio Cartoni, a 2 anni e 500 mila lire l'ex direttore generale Beno Marinelli, a 2 anni e 3 mesi e 800 mila lire Hug Hermann, a 1 anno e 3 mesi e 600 mila lire José Maria Gii Robles, mentre per Mario Campa è stato dichiarato estinto il reato per prescrizione. Le pene sono state interamente condonate a Borghese, Gii Robles, Hug Hermann e Marinelli, mentre gli altri hanno beneficiato del condono per 3 anni. L'episodio che ha portato Valerio Borghese sul banco degl'imputati risale a dieci anni or sono. L'ex comandante della «Decima Mas» era membro del consiglio d'amministrazione del «Credito commerciale e industriale», che fu costretto a chiudere gli sportelli. Il « crack » comportò un danno gravissimo a numerosi piccoli risparmiatori attratti dalle condizioni di favore offerte dall'istituto bancario. Il tribunale ha ritenuto che tutti i componenti del consiglio d'amministrazione, di cui fu presidente per qualche anno anche Valerio Borghese, avrebbero omesso d'iscrivere fra il passivo le perdite.
Luoghi citati: Roma
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