Il Distretto: ogni tipo di scuola con tutti i servizi per gli allievi di Felice Froio
Il Distretto: ogni tipo di scuola con tutti i servizi per gli allievi Presentato uno studio della Regione Toscana Il Distretto: ogni tipo di scuola con tutti i servizi per gli allievi Dalla materna agli istituti superiori, con biblioteche, impianti sportivi, mense, zone di gioco, ambulatori medici, trasporti gratuiti - Ma non saranno "piccole repubbliche scolastiche": lo Stato continuerà a dare le direttive generali - Ogni Distretto avrà da 50 mila a 100 mila abitanti: in Toscana ne sono previsti 14 (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 11 luglio. La Regione Toscana ritiene che il distretto scolastico sia uno strumento importante per il rinnovamento della scuola. Ha già terminato uno studio e oggi in una «riunione operativa» l'ha sottoposto ai sindaci e agli amministratori della Regione. Tutto questo avviene prima che il Parlamento abbia approvato definitivamente la legge che istituisce i distretti. «Sono problemi complessi, che non si improvvisano — ha detto l'assessore Silvano Filippelli nella relazione introduttiva — e quindi fin d'ora bisogna preparare i piani, fare ricerche, sensibilizzare l'opinione pubblica». In 14 piante topografiche sono illustrate le varie ipotesi di suddivisione della Toscana in distretti scolastici. Si tratta di zone individuate tenendo conto del numero degli abitanti, della popolazione scolastica, degli edifici esistenti, delle vie di comunicazione che collegano i Comuni tra loro. Ognuna di queste zone territoriali — che dovrà comprendere tutti i tipi di scuola, dalla materna agli istituti superiori — costituì- \ sce un distretto scolastico, un organo che ha una certa autonomia, che coordina le scuole, l'attività didattica e che può prendere una serie di iniziative. Progettare un distretto scolastico significa quindi creare tutti i tipi di scuola (ogni ragazzo deve avere la possibilità di scegliere liberamente il tipo e il corso degli studi) e mettere a disposizione degli alunni biblioteche, impianti sportivi, mense, zone di gioco, ambulatori medici. Significa trovare il modo di interessare la popolazione alla scuola per eliminare l'attuale frattura tra scuola e società. Con il distretto «non vogliamo proporre delle piccole repubbliche scolastiche», ha precisato l'assessore Filippelli. Lo Stato continuerà a dare le direttive generali sull'istruzione sui programmi, su tutti quei temi che la Costituzione assegna agU organi centrali. Ma c'è tutta una «fetta» di compiti che devono essere affidati alle Regioni. Il distretto scolastico funzionerà solo se la Regione ha un'effettiva autonomia, e possibilità concrete di prendere iniziative. I problemi che le Regioni dovranno affrontare sono: il diritto allo studio, non in senso assistenziale, ma offrendo una serie di servizi: trasporti, mense, alloggi, strumenti didattici, assistenza psico-medico-pedagogica; un nuovo modo d'intendere l'edilizia scolastica, cioè costruendo scuole adeguate alle necessità didattiche e sociali (scuole aperte a tutti i cittadini); con la gestione di musei e biblioteche e di attività culturali. La Regione Toscana insiste molto sul nuovo modo d'intendere l'edilizia: ogni edificio scolastico dev'essere inserito in un contesto urbanistico e sociale che garantisca a tutti gli alunni la possibilità di formarsi nelle migliori condizioni ambientali ed educative, ponga i servizi scolastici, educativi, culturali e sportivi a disposizione della comunità secondo il concetto dell'educazione permanente e consenta la partecipazione alla funzione educativa e alla gestione della scuola da parte delle famiglie e delle formazioni sociali interessate. I distretti dovranno essere gestiti democraticamente, con la partecipazione di tutte le forze sociali. Come? Per ora ci sono solo indicazioni, è tutto da studiare e verificare: ogni distretto può avere da 50 a oltre 100 mila abitanti e non è facile arrivare a rappresentanze elettive snelle che rappresentino i cittadini, gli enti locali, le circoscrizioni di quartiere, gli insegnanti, i genitori, i sindacati, il mondo degli imprenditori. Le difficoltà sono tante. Ogni distretto ha suoi problemi particolari: quello cittadino è diverso da quello agricolo o industriale, la zona zicca è diversa da quella povera, quella del Nord è diversa da quella del Centro e da quella [del Sud. E quindi le singole zone non possono estendersi indiscriminatamente. Da qui la necessità d'affrontare fin d'ora i complessi problemi. E' per questo che la Regione Toscana ha messo in cantiere il problema del distretto mobilitando studiosi, amministratori e l'opinione pubblica. L'istituzione del distretto scolastico è prevista nella legge sullo stato giuridico degli insegnanti, che il Senato dovrebbe discutere presto (la Camera l'ha già approvata). Dal convegno è venuto un appello alle forze politiche: che la legge sia modificata dando ai distretti scolastici maggiori competenze e una più ampia autonomia. Felice Froio
Persone citate: Filippelli, Silvano Filippelli
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