Fotoromanzi a metà strada di Lietta Tornabuoni

Fotoromanzi a metà strada Brevi incontri Fotoromanzi a metà strada E' amaro e anche mortificante, appena conclusa un'inchiesta sul costume amoroso che cambia, venir smentiti dalla cronaca di delitti passionali arcaici: la ragazza ammazzata dal marito perché non era vergine, la donna ammazzata dall'amante perché voleva andarsene con un altro. Allora è proprio vero che, tra le due Italie amorose, l'Italia mutata rappresenta una infima minoranza, che non cambia mai nulla? Forse no. Forse quei crimini bui sono soltanto episodi, magari quel colpo di pistola o quei colpi di badile nascondevano chissà quali altri segreti grovigli, rustici rancori, odii inconfessati. Forse i mutamenti del costume amoroso sono davvero più vasti, se risultano tanto cambiate anche le amorose menzogne dei fotoromanzi popolari pubblicati in album dalle testate sognanti: «Magali», «Charm», «Sonia», «Incanto», «Letizia», «Tua». Al primo sguardo tutto sembra fermo, nel mondo del fotoromanzo. Qualunque sia la vicenda narrata, resta fìsso il numero sparagnino dei personaggi: mai più di cinque. Integrati al massimo, in caso d'intrigo poliziesco, da due guardie di pubblica sicurezza; oppure, in caso di ballo al castello, da un pensionato-cameriere in giacca bianca, due ragazze sfiorite in lungo, un pensionatobarone in giacca scura. Dovunque la vicenda si svolga (Rio mentre il carnevale impazza, studio del ministro degli Esteri americano, industria mineraria in Sud Africa) resta nobile e signorile l'arredamento degli ambienti: scrivanie dugentesche, telefoni neri, salottini svedesi, ventole paralume in pergamena con sovraimpressa stampa antica, non di rado un samovar, sempre l'implacabile « ficus elastica » nell'angolo. Quando il protagonista fa salire la ragazza « sulla sua potente fuoriserie », l'auto risulta ancora la solita vecchia Rolls Royce bianca che si affìtta a Roma per un boccon di pane, oppure una 124. Quando lui si appresta a stappare per lei «vino francese, un'ottima annata, lo teneva in serbo per le grandi occasioni », la malcelata bottiglia è sempre quella del Verdicchio o dello Stock 84. Quando i due ballano « al Kangaroo, un elegante locale notturno alla moda », si tratta sempre del bar di un motel, agghindato con tovaglie a quadretti e candele sgocciolanti. Non più fotoromantiche Però uno sguardo attento coglie presto nel fotoromanzo molte novità formali. Siamo al jet-set: i viaggi in aereo, gli addii all'aeroporto, gli incontri al cancello d'imbarco numero 3 e gli amori par avion sono diventati, grazie alla collaborazione pubblicitaria delle compagnie aeree, frequentissimi. Si arriva al letterario: viene introdotto il flashback rinnegato dalla narrativa o dal cinema, e i protagonisti possono così rivivere l'indimenticabile primo incontro (lui: «Fortunatissimo»; lei: «Piacere mio»). Si va sul sofisticato: l'eroe rimprovera all'eroina, con sottile autoironia: «Tu leggi troppi fumetti ». Si approda infine al realismo: le fotografie mostrano spesso coppie nude a letto, avvolte in lenzuola tormentate; purtroppo quasi sempre litigano, si rinfacciano peccati stantii o fumano nervosamente nel buio. Le novità sostanziali sono più interessanti. I giovanotti protagonisti restano, è vero, dei bruni in giacca e cravatta, seguaci di un'eleganza da « sambabilini » e dotati d'una bellezza piccolo-borghese sul genere di quella del missino figlio di Loi o dei suoi amici: i interpreti più quotati sembrano Franco Gasparri, JeanMary Carletto (è scritto proprio così: Jean-Mary, non JeanMarie), o Max Dclys, un ragazzo francese molto amico di Andy Warhol. Ma le ragazze protagoniste (impersonate dalle stars fotografiche Michela Roc, Catiuscia, Paola Pitti, Claudia Rivelli) risultano invece molto cambiate. « / sentimenti non rientrano nella mia natura, quello che faccio non ha niente a che vedere con i sentimenti », dichiara brusca una certa Ondina. « Sono i timidi che chiedono, Daniel. Gli altri, prendono », provoca ardita una certa Pamela. Una certa Bianca non tollera parole d'amore: « Niente sentimentalismo da matusa, prego! », esige seccamente. Una certa Liz è irrefrenabile: « Oh, Dario, smettila di essere così rispettabile. Non vedi che ti desidero, che ho bisogno di te? ». Una certa Lara ama e non ama, scompare per due mesi e non ne dà spiegazioni, va con altri e poi torna, fa l'amore con lui e rifiuta di sposarlo, è tutta passione carnale e freddezza sentimentale. Autonome, promiscue, sicure di sé, baldanzose, poco sentimentali, le eroine del fotoromanzo sembrano aver del tutto perduto la propria antica trepida melensaggine. Un fenomeno di costume? Ma no. Basta leggere l'intera storia per scoprire che la razionale Ondina è in realtà un'ispettrice di polizia, settore stupefacenti; che la panica Liz sta cercando di salvare il marito spione ladro di microfilm; che la sensuale Pamela « cerca nel corpo di lui quel calore che la sua anima non sa darle », mentre la spregiudicata indipendenza di Lara cela un triste segreto: l'infelice sa di star diventando cieca, e vuol godersi gli ultimi bagliori. Con geniale sintesi, il fotoromanzo salva così capra e cavoli. Presenta eroine contemporanee, ma ne spiega il comportamento con motivazioni antiche o eccentriche. Riproduce la morale amorosa vissuta, ma senza offendere la tradizionale morale scritta. Con felici sgambetti riesce a far convivere princìpi e realtà, vecchio e nuovo. Resta perciò lo specchio ipocrita e fedele della doppia Italia amorosa: e funziona benissimo anche per il suo più vasto e proficuo mercato estero, il Sud America. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Andy Warhol, Claudia Rivelli, Franco Gasparri, Kangaroo, Loi, Max Dclys, Michela Roc, Paola Pitti

Luoghi citati: Italia, Roma, Sud Africa, Sud America