Mancini chiude, Berlinguer apre

Mancini chiude, Berlinguer apre Mancini chiude, Berlinguer apre (Dal nostro corrispondente) Roma, 11 luglio. Prima ancora che il Parlamento abbia concesso la fiducia al nuovo governo, i ministri finanziari si sono messi al lavoro. Ieri Colombo, La Malfa e Giolitti si sono riuniti da Rumor, a Palazzo Chigi, per una prima presa di contatto, oggi si sono incontrati al ministero del Bilancio con il Governatore della Banca d'Italia Carli e con il direttore generale del Tesoro, Miconi. E* l'urgenza dei problemi che spinge ad accelerare i tempi. I risultati di questi incontri, che si ripeteranno nei prossimi giorni, non saranno resi noti (nelle dichiarazioni che Rumor farà lunedi al Senato e alla Camera ci saranno solo accenni) perché dovranno essere subito tradotti in provvedimenti, che, per owii motivi, non possono essere anticipati. I tre ministri si preoccupano soprattutto di come contenere i prezzi. Gli ultimi dati sono allarmanti: da fine gennaio a maggio i rottami ferrosi sono aumentati del 20,7 per cento; i prodotti siderurgici del 19; le fibre tessili del 16,6; i metalli non ferrosi del 21,3; il legname da costruzione dell'I 1,5 e i beni di investimento del 10,2. Nel settore alimentare si osserva un aumento del 21 per cento per il vino e del 19,3 per gli ortofrutticoli. L'unica diminuzione si ha per i bovini, meno 0,8, ma questo dato all'ingrosso contrasta con quanto si accerta nelle macellerie e ripropone il solito problema della distribuzione. Il nuovo governo sa che è difficile frenare l'aumento, anche perché esso non è limitato all'Italia, ma è consapevole che deve riuscire. E' il primo banco di prova cui è chiamato. L'arresto del carovita, ricorda oggi Storti, segretario della Cisl, «è la prima cosa seria da fare, senza di che il discorso non comincia neppure». In compenso i sindacati metteranno tutta la loro buona volontà. «Senza la buona volontà dei sindacati non si esce dalla crisi», osserva e aggiunge: «Il governo non può sbagliare, ma anche il sindacato non ha margini per sbagliare». Dice ancora che l'azione sindacale è sottoposta alla verifica continua della classe lavoratrice e che quindi i dirigenti «non possono far regali». Ossia, c'è la buona disponibilità dei dirigenti, ma il governo con la sua azione deve meritarsi la fiducia dei lavoratori; in caso contrario i dirigenti potrebbero fare ben poco perché sarebbero scavalcati. I segretari delle tre confederazioni esprimeranno i loro convincimenti a Colombo, Giolitti, La Malfa in un incontro fissato per venerdì. Sul governo pesa ancora la polemica Mancini-De Martino Oggi l'agenzia manciniana precisa che è soltanto di natura politica e non personale, tuttavia Mancini in un'intervista all'Espresso continua a criticare De Martino per il modo con cui ha condotto le trattative e conclude affermando che «la struttura del governo è debole» e che «ci sono grossi buchi nella parte politica e programmatica», Perciò la situazione è difficile con prospettive incerte, «e potrebbe diventare allarmante e grave se il psi dovesse attraversare un momento di crisi». E' un giudizio non incoraggiante, di certo più pessimistico di quello del segretario comunista Berlinguer. In un'intervista a Rinascita, egli dichiara che vi è una sproporzione tra la soluzione della crisi e la gravità della situazione del Paese, e ripete che sarebbe stato preferibile che «il psi avesse dato il suo appoggio al governo dall'esterno». Tuttavia, afferma che «la presenza dei compagni socialisti al governo è un fatto del quale terremo dovuto conto». Il pei aveva sempre criticato con asprezza le passate esperienze di centro-sinistra: adesso Berlinguer dice: «La formula è quella che è, con i limiti e i rischi che abbiamo ben presenti, ma il contesto politico e sociale è assai diverso». Di fronte al governo Andreotti l'obiettivo era di farlo cadere al più presto, di fronte al governo Rumor l'opposizione comunista «consisterà nel metterlo alla prova, nell'incalzarlo con un movimento e con iniziative che spingano a soluzioni rapide e positive dei problemi che urgono». In altre parole, «un'opposizione non compiacente o comoda, ma attiva, rigorosa, non di attesa». Come discorso del capo dell'opposizione di sinistra, appare abbastanza aperto. Tuttavia, come bisognerà vedere alla prova dei fatti il governo, cosi bisognerà vedere alla prova dei fatti il pei. g. tr.

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