Il quadro di Giulio Mazzocchi

Il quadro Il quadro (Nostro servizio particolare) Roma, 11 luglio. L'economia è al centro dell'attenzione di tutti, del governo in primo luogo. Rumor con le delegazioni dei 4 partiti non ha ancora concordato una serie di leggi da varare, ha fissato l'obiettivo: fermare inflazione e svalutazione che si legano. Sono al lavoro i tre ministri interessati: Colombo, Giolitti, La Malfa. Il leader repubblicano ieri sera coi giornalisti ha avuto solo un attimo di stizza. Uno gli aveva chiesto: « State studiando gli spostamenti di bilancio, per finanziare i necessari interventi sociali? ». « Stiamo studiando quanto capitale l'Italia s'è già mangiato. Potete pensare che sia già bello e fatto il piatto dei provvedimenti? ». C'è stasera un dato nuovo sul « capitale » che ci siamo mangiati: viene da Mediobanca, emanazione della Banca Commerciale e dei maggiori gruppi finanziari italiani. II '72 non ha cambiato in meglio la situazione delle grandi imprese industriali: hanno perso 914 miliardi contro 639 l'anno prima. C'è solo un lumicino in questo buio; i fondi stanziati nel '71 e le direttive impartite hanno fatto sì che sia cominciato nel '72 un lieve « consolidamento » dei debiti immediati, in debiti a più lungo respiro, meno assillanti. L'indagine conferma che è necessario sostenere le imprese, per sostenere l'occupazione e che il sostegno, a parte ogni artificio immediato, può venire solo dalla trasformazione del mercato italiano dei capitali, in mercato « europeo ». La « borsa » sembra averlo già avvertito: si spiega così, anche, il « crollo » che vi si segnala oggi. Se il governo si muove per risolvere i problemi di fondo, allora è meglio abbandonare speculazioni troppo avventate. Che il governo nuovo avesse precise idee sulla strada da seguire, già l'aveva dimostrato il provvedimento del 18 giugno. Quando il Comitato del credito fece proprio il suggerimento di Carli (e Carli, s'è saputo, aveva ascoltato in proposito non solo il socialista Giolitti, ma anche il repubblicano La Malfa e pure il democristiano Colombo: i tre uomini che ora guidano i ministeri finanziari del governo), già il nuovo indirizzo era manifesto. Ma, quest'era ancora la domanda, ce l'avrebbe fatta Rumor a concretare l'indirizzo di una compagine di governo? Ora anche questo è avvenuto. Le banche sanno che devono indirizzare il credito all'industria e specialmente allo sviluppo di quella media, che l'indagine di « Mediobanca » mostra essere la più promettente, di questi tempi, come per il passato. S'adeguano adesso al nuovo indirizzo economico anche i mercati delle valute. Anche qui è la Banca d'Italia che chiama all'osservanza. I suoi interventi stanno riavvicinando la lira alle monete europee, da cui tanto ci eravamo allontanati. Tra ieri e oggi la lira commerciale ha riguadagnato tre quarti di punto sulla media delle altre monete. «24 Ore» calcola adesso a —17,81 per cento la perdita dal 9 febbraio. Mentre ricupera la lira, anche il dollaro si consolida. Agli Stati Uniti, qualora decidano di fermare il crollo della loro moneta per evitare che esploda la guerra commerciale dentro la Nato, l'Italia ha offerto un credito in lire pari a 750 milioni di dollari in aggiunta al miliardo 250 milioni di reciproci crediti automatici esistenti. Che cosa ha portato al nuovo « corso » della nostra Banca centrale? Evidentemente il governatore Carli ha ottenuto que< gli « affidamenti » che per tanto tempo gli erano mancati. Oggi egli è stato al lavoro coi tre ministri economici nella sede del « Bilancio », insieme col se gretario della programmazione Ruffolo e con il direttore del Tesoro, Miconi. Sei uomini che si conoscono, meno il « giovane » Ruffolo, da un quarto di secolo almeno; sei uomini che hanno lavorato insieme (anche a prescindere dalla presenza in tutti i governi) per anni. Gli uomini chiave della ripresa economica hanno stasera per le mani il documento che l'Istituto per la programmazione ha preparato insieme con la Banca d'Italia. Vi si valuta la nostra situazione e le prospettive « automatiche »; si suggeriscono i rimedi immediati, alcuni che abbiano altrettanto immediato effetto, altri per « seminare » i germi d'una ripresa che dovrà essere « curata » a lungo. I tre ministri, si apprende, giudicano serio il lavoro tecnico preparatorio e contano di poter fornire a Rumor sufficienti indicazioni per il programma che esporrà lunedi al Parlamento. Prima d'allora ogni notizia su provvedimenti sarà priva di fondamento. « La fiducia che è necessario riscuotere » si fa sapere, « dipende anche molto dalla serietà posta nel decidere collegialmente ». E stasera, coi giornalisti, un moto di stizza l'ha avuto Giolitti: « // problema dell'aumento del tasso di sconio non si pone neanche; abbiamo deciso di seguire una linea non deflazionista, che non restringa il credito e non vi sono differenze d'opinione ». Giulio Mazzocchi

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