"In campo di concentramento per lasciarci lavorare bene"
"In campo di concentramento per lasciarci lavorare bene" Scopigno e la guerra ai presidenti "In campo di concentramento per lasciarci lavorare bene" "Vengono solo per la fiera della vanità" - "Riva alla Juve? Va benissimo" - "Helenio ha lasciato una squadra a pezzi" Milano, 10 luglio. Saranno almeno in cinquecento, all'Hilton, tutti estremamente Indaffarati, corrono dal telefoni alla hall e salgono, intruppati nell'ascensore, fino al nono piano, dova regna esclusivamente il mondo del calcio. Fra loro ca n'ò uno che li guarda sfilare, sornione e vagamente annoiato, presente par chissà quale motivo, Manlio Scopigno, l'allenatore che ò stato affrettatamente definito « filosofo • che sembra invece lo « scettico blu ». « Tutta questa gente, cosa ci sta a fare? — dice Scopigno — ci sono almeno dieci persone par ogni società. Fiancheggiatori, dicono, io II definirei diversamente. Il fatto ò che l'HIiton è la fiera delle vanità. Nessuno vuole rinunciarvi ». — Anche gli allenatori, però... « Adagio. E' diverso. Noi allenatori slamo trascinati qui dal presidenti. Il dirigente considera l'HIiton una vacanza, con tutto pagato, anche l'aria condizionata, lo una proposta per chiarire molte cose ca l'avrei: i dirigenti in campo di concentramento, dal primo al tradici luglio. E senza telefono. A soffrire. Saprebbero dopo come è stata combinata la squadra. Sarebbe un bel risparmio ». E' un mondo strano, questo, vagamente sofferente di narcisismo, ma non malato di mail grossi, almeno nell'lntepretazlone che ne fornisca Scopigno. Tutti qui conoscono tutti. « Non sarebbe neppure necessario venire, basterebbe una telefonata. Come fa la Juventus? Convoca il dirigente Interessato, non si scomoda a venire qui, questa è potenza ». — Sarà cosi anche per Riva? « Riva alla Juventus ci va, se non ci ò già andato, lo l'ho detto adesso ad Arrlca: dallo via in fretta. E' la cosa migliora cha puoi fare, tanto ti dicono che sbagli In ogni caso ». — Lei ha avuto Riva per tanti anni, avrebbe avuto, allora, il coraggio di cederlo? « lo si. Guardiamo l'affare sotto l'aspetto economico, e poi Riva ha il diritto di concludere la carriera in una grande squadra. Nella Juventus farà tanti di quei gol da perderne II conto. Con me segnava e doveva tornare a centro-campo, teneva in piedi tutta la squadra. Piazzandolo fermo davanti, come può permettersi di fare la Juventus, tor¬ nerà un'ira di dio. Lo sa anche Arrica, chiedeteglielo ». — Come sono adesso I rapporti fra Scopigno e Arrica? « Buoni, siamo amici. Tutta le volte che lo incontro gli dico: buffone, dammi i soldi che mi devi, perché all'Hilton II Cagliari viva con I settanta milioni che sto aspettando io». Scopigno continua a parlare, come per un gioco leggero e divertente. Sembra un osservatore neutrale, non l'allenatore della Roma che ha comprato Prati. « SI, d'accordo, un gran bel giocatore — spiega — dopo Riva ò senz'altro lui la « punta ■ più interessante d'Italia, per la Roma è addirittura un lusso, slamo leggermente scoperti da altra parti. Al Nord ci sono I grossi Industriali che possono comprare tutto. Da noi invece c'è qualche costruttore edile, che si espone finanziariamente e poi deve rientrare. E' difficile, in queste condizioni fare la grande squadra. Specie se si arriva dopo Herrera». Il mago Herrera, punto dolente. Scopigno ne accenna soltanto, ma non sembra che Helenio goda di una particolare simpatia. « Lo aspettano tutti all'Hilton e arriverà, state tranquilli, arriverà — dice Scopigno — quello non può mancare. E' un gran dritto, anche perché trova chi gli permette di fare tutto. Ha ridotto la Roma a pezzi a ha trovato subito una barca di soldi a Milano. Quello resta sempre in sella e guadagna ». — Stavolta, però, con l'Inter rischia grosso. Qui vogliono I risultati, lo scudetto, le coppe... «Cosa vuol dire? Se non glie II darà, potrà anche andarsene, tanto, ci sarà subito un altro pronto a credere nei miracoli del maghi. Bella cosa, il calcio, tutta da ridere ». — Esiste un rimedio per farlo diventare un po' meno « bello »? • Il campo di eoncentramento, l'ho già detto. Ma adesso basta, stamattina mi sono alzato alle otto per colpa di Prati e mi sento distrutto. Non sono abituato a certe levatacce. Ma ecco Silvestri, gli vado a dire di mettere in piedi una bella squadra a Genova, come ha fatto per II Cagliari. Poi arrivo io a vincere lo scudetto ». Beppe Bracco Milano. Sbardella, Crociani, Scopigno e Maestrelli discutono all'Hilton (foto Olympia)
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