Ammalato accoltella il figlio e si uccide con la stessa arma

Ammalato accoltella il figlio e si uccide con la stessa arma Era stato operato di un cancro alla gola Ammalato accoltella il figlio e si uccide con la stessa arma Il giovane, 14 anni, visto il padre armato di coltello gli si era scagliato contro nel timore che aggredisse la madre - L'uomo aveva disturbi nervosi (Dal nostro corrispondente) Padova, 10 luglio. (a. t.) Tragedia questa notte in una casa rurale di Baone, un paesino ai piedi dei Colli Euganei, a circa tre chilometri da Este: un uomo ha tentato di uccidere la moglie a coltellate, ha ferito il figlio e quindi si è tolta la vita colpendosi all'addome. I protagonisti di questa agghiacciante storia sono l'operaio Mario Albertin, 47 anni, sua moglie Rosanna, di 34 anni, e il figlio Mauro, di 14, tutti abitanti in via Croci 107 a Baone. L'allucinante epilogo era nell'aria già da tempo. L'Albertin era stato colpito negli ultimi tempi da varie sciagure: gli erano morti un fratello e una sorella, quest'ultima ancora molto giovane; tre anni fa lo stesso Mario Albertin era stato operato per un cancro alla gola ed era rimasto praticamente senza voce; due mesi addietro era mancato il padre. Primo Romano, di 86 anni. Ieri sera Mario Albertin si era coricato presto, verso le 21,30, perché la moglie non voleva che vedesse il film giallo alla televisione, dato che già altre volte si era molto impressionato. L'uomo però non riusciva a prendere sonno. Verso le 23 si era alzato a bere un po' d'acqua. Sembrava poi essersi calmato. Ma verso mezzanotte eccolo alzarsi nuovamente di scatto, uscire dalla stanza, scendere in cucina, risalirne con in pugno un grosso coltello. Sul pianerottolo vi era il figlio, che aveva preso l'abitudine di dormire li in quanto, avendo notato gli squilibri del padre, voleva essere pronto a soccorrere la madre in caso di necessità. Alla vista dell'uomo armato, il ragazzo si metteva a gridare, dando cosi tempo alla donna di chiudere a chiave la porta della camera da letto. L'Albertin si scagliava contro il battente, cercando di aprirlo, ma non vi riusciva. Sembrava poi nuovamente placarsi e cercava di persuadere la moglie: «Vieni fuori, non ti faccio niente». In quel momento il figlio Mauro, pensando-che fosse il momento opportuno per disarmarlo, si lanciava verso il padre, ma questi aveva uno scatto di reazione e il coltello produce¬ va una vasta lesione a una mano del ragazzo, che, portandosela istintivamente al petto, si macchiava di sangue. Si suppone che l'uomo, sconvolto dalla follia, si sia convinto di aver ucciso il figlio, al quale era molto affezionato, e per il quale erano tutte le sue premure e preoccupazioni: fatto sta che senza esitare ha rivolto l'arma contro se stesso e per due volte si è conficcato il coltello nell'addome, producendosi due mortali lacerazioni. Ha ancora avuto la forza di trascinarsi in una stanza vicina e lasciarsi cadere su un letto. Quando la moglie è venuta a soccorrerlo ormai agonizzava. La cruenta scena di questa notte ha un precedente: ieri mattina l'uomo aveva pregato il proprio datore di lavoro, nel caso fosse morto, di non licenziare sua moglie, che lavorava con lui, affinché la donna potesse procurarsi i mezzi per il mantenimento del figlio. Oggi pomeriggio ! Albertin avrebbe dovuto sottoporsi a visita psichiatrica, richiesta dai familiari preoccupati per le sue condizioni mentali.

Persone citate: Albertin, Mario Albertin

Luoghi citati: Baone, Este, Padova