"Avevo la polmonite" dice il medico sospeso per la morte di un detenuto di Francesco Santini

"Avevo la polmonite" dice il medico sospeso per la morte di un detenuto L'inchiesta sul carcere di San Giovanni in Monte "Avevo la polmonite" dice il medico sospeso per la morte di un detenuto Il prof. Angelo Coppolo, 76 anni, dice: "Posso solo affermare che se fossi più giovane l'episodio mi avrebbe portato pubblicità e con la reclame la clientela" - Il detenuto morto, un ladruncolo sorpreso a rubare cravatte in un supermarket, spirò in cella dopo quattro giorni - Era malato e non abbe le cure (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 10 luglio. A porre sotto accusa il sistema penitenziario italiano, arteriosclerotico e indegno di una società civile, c'è adesso, da Bologna, il « caso Giorgio Bertasi », bidello di scuola con la mania delle belle cravatte, arrestato per il furto in un grande magazzino e morto, senza assistenza, nel carcere di San Giovanni in Monte, nel cuore della città vecchia. E' questa la prima volta, nella storia, che direttore e medico di un istituto di pena sono sospesi dall'incarico e inquisiti, ufficialmente, da un potere dello Stato, per un reato tanto grave: l'omicidio colposo con l'abuso di pubblica funzione. L'allarme, con il provvedimento, viene dalla magistratura di Bologna che ha incriminato il dott. Francesco Busoemi, 64 anni, ed il prof. Angelo Coppola, 76 anni, rispettivamente direttore e medico, per l'oscura morte di Bertasi. L'istruttoria si è trascinata lentamente per due anni: ora le conclusioni del giudice Angelo Velia giungono a riproporre clamorosamente il problema dei nostri istituti di pena con un episodio drammatico; ma la rabbia è ormai esplosa dietro le sbarre di tutta Italia, e, a domarla, è stata chiamata con i candelotti lacrimogeni, la polizia. Mentre il direttore Buscemi tace e non si fa trovare, il prof. Angelo Coppola, medico da 51 anni, barone palermitano, passeggia con il suo cane bassotto sotto i portici di via della Cartoleria, a due passi dal vecchio carcere dove, fino a sabato scorso, ha prestato la sua assistenza ai detenuti. Non vuole essere intervistato, ma un complimento al suo bassotto lo rabbonisce. « E' un cane di gran pregio — dice — viene dagli allevamenti di Jolanda di Bergolo, peccato sia malato, soffre ad una vertebra, e l'infermità lo fa tremare ». Inizia una lunga lezione di medicina canina, poi aggiunge: « Lo porto sempre a spas so perché è la cosa più importante per me». « E il caso Bertasi? », chiediamo. «L'istruttoria? Caro amico — risponde — quando un carrettiere ti sputa in faccia, che cosa si fa? Si resta nauseati, ma certo non gli si mandano i padrini ». «Ma Bertasi è morto, e il giudice ha condotto delle indagini... ». «lo non ho detto nulla. Posso soltanto affermare che se fossi più giovane, l'episodio mi avrebbe portato pubblicità, e con la reclame, clientela. Un amico che ha visto la mia foto sui giornali mi ha telefonato per dir¬ mi che stavo molto bene. Ma sono vecchio, sono tra i primi medici della città, e la pubblicità a me non serve più ». « E' vero che lei, quando Bertasi moriva, era in vacanza? ». «In vacanza? non ricordo, ma no, ecco, rammento, ero a letto con una broncopolmonite Perché, hanno anche scritto che ero in villeggiatura... Beh!, la saluto, mi vado a fare un giretto in aereo; sa, sono uno dei fondatori dell'Aero Club. Comunque, io e lei non ci siamo parlati. Del resto, non vedo che cosa potreste scrivere, non le ho detto nulla o quasi ». vabile. Fuori, dinanzi al cancello del vecchio edificio, ci sono i parenti del bidello. Hanno un pacco di medicinali, ma le guardie rifiutano la consegna. Tornano l'indomani con un certificato del medico curante, al quale si è aggiunto un intervento telefonico della questura. Con la raccomandazione dei funzionari di polizia, i medicinali varcano le mura del carcere, ma nessuno sa, e l'istruttoria non lo ha accertato, se sono mai stati somministrati al malato. Bertasi muore 24 ore più tardi, alle 13,30 del 22 maggio, quando un secondino, rotti gli indugi, senza aspettare ordini superiori lo sdraia su una lettiga e si avvia verso una infermeria. A chiedere giustizia, ci sono i familiari del bidello; denunciano medico e direttore. L'istruttoria s'inizia, e due anni più tardi porta al provvedimento, ora contestato dalla difesa, contro il dott. Buscemi e il prof. Coppola. «I miei assistiti — dicono i legali — non potevano essere sollevati dall'incarico. L'interdizione non è prevista per questo reato. C'è invece chi sostiene che il provvedimento è in regola, ed a decidere è stata chiamata la sezione istruttoria della corte d'appello, che dovrà esaminare, forse domani stesso, il ricorso presentato dal collegio di difesa». Destituito Buscemi, San Giovanni in Monte è adesso retto dal direttore del carcere minorile, ma a farne le veci è l'impiegato più anziano, un ragioniere di 60 anni. «Siamo abbandonati a noi stessi, con 275 detenuti, quasi tutti in attesa di giudizio — dice un agente di custodia in libera uscita — Il rag. De Santis, fino a ieri sì occupava di conti e di vitto; oggi fa il direttore ». E' a lui, che la Procura della Repubblica ha rivolto l'invito di vigilare sul funzionamento dell'istituto, ed in particolare «sull'assistema sanitaria ai reclusi». Francesco Santini

Persone citate: Angelo Coppola, Angelo Coppolo, Buscemi, Coppola, De Santis, Francesco Busoemi

Luoghi citati: Bergolo, Bologna, Buscemi, Italia