Per la bionda attrice di Chicago sono pronti tanti film europei di Mario Gromo

Per la bionda attrice di Chicago sono pronti tanti film europei Per la bionda attrice di Chicago sono pronti tanti film europei (Nostro servizio particolare) St-Vinccnt, 10 luglio. Un'americana a St-Vincent: Mimsy Farmer. Candidata alla Targa d'oro Mario Gromo che dalla stessa giuria delle Grolle è assegnata all'attrice giovane più promettente, la biondina di Chicago ha dovuto cedere il passo, nel verdetto dei giudici a Lina Polito, la diciannovenne napoletana che raffigura « la tripolina » in Film d'amore e d'anarchia. Non per questo si è risentita: anzi è stata la prima ad applaudire cordialmente la giovane collega laureata, davvero alla « sua prima prova cinematografica », come stabilito dal regolamento del premio. « Io, invece, di film ne ho già fatti parecchi, considerarmi una esordiente era un pochino improprio », commentava la Farmer il giorno dopo, precisando le alterne fasi della sua attività nella televisione americana e nel cinema europeo. La prima è stata per lei un'esperienza fuggevole e, si direbbe, ingrata, dal momento che, entratavi a sedici anni, ne usci non molto tempo dopo. «Con la tv non guadagnavo molto v; aggiunge «e ho dovuto fare un po' di tutto, perfino vendere caramelle in un cinema». Bicordi quasi goliardici che oggi, a ventisette anni, Mimsy Farmer snocciola con ironico distacco di chi comprende come essi facciano colore in una conversazione. «Non penso con rimpianto all'America: il cinema hollywoodiano non è più quello mitico e dominatore degli Anni 30: e sono più gli attori americani che vengono a lavorare in Europa di quelli europei che sono scritturati in America ». Riferendosi al proprio caso Mimsy Farmer sottolinea, nel suo fluido italiano con inflessioni romanesche, che vive in Italia da quattro anni e mezzo. « Italiano è mio marito, Vincenzo Cerami, che è nel giro cinematografico come sceneggiatore e aiuto regista, e italiana è mia figlia Aisha, di tre anni, romanìna integrale ». Però come attrice si sente « internazionale », ed ecco perché: « Cominciai in Inghilterra con un film sportivo, al quale ne seguì un altro. More, sulla droga, che il pubblico italiano certo ricorda come il successivo: Quando il sole scotta, con Rita Hayworth, girato in Francia. Poi eccomi in Romania per lo Strogoff di Eriprando Viscon¬ ti. La nascita di Aisha mi tiene lontana dal set per oltre un anno. Nella stagione prossima i film con Mimsy Farmer dovrebbero essere addirittura sei: uno, La fabbrica dello| dio, diretto dall'italo-argentino George Darnell, si riferisce all'immigrazione sudamericana in Usa; un altro l'attrice lo sta interpretando ed è II profumo della signora in nero, che svolge una storia demoniaca nella quale sarà coinvolto Giancarlo Sbragia (il regista è Francesco Barilli). Curioso da vedere, se verrà distribuito sul mercato italiano, il film marocchino che la Farmer ha girato con la regia di Suhed Ben Barka. S'intitola Le mille e una ma¬ no e affronta i problemi del Terzo Mondo. Dall'Africa l'attrice « internazionale » si è poi spostata in Francia dove l'attendeva la lavorazione di Deux hommes dans la ville, accanto a Jean Gabin e Alain Delon, film carcerario, cioè del genere più congeniale al suo regista José Giovanni, che in galera c'è stato per davvero. Infine tra i titoli del carnet dove l'attrice segna gli impegni futuri se ne possono citare due: La vita è in gioco che sarà diretto da Gianfranco Mingozzi, autore di Trio e di Sequestro di persona; e L'invenzione di Morel, progettato da Emidio Greco su di una sceneggiatura ispirata a un romanzo di Casares. a. vald.