Quando si ascolta buona musica tra il rombo delle motociclette di Alberto Sinigaglia
Quando si ascolta buona musica tra il rombo delle motociclette Si chiude stasera a Taormina l'Estate musicale Quando si ascolta buona musica tra il rombo delle motociclette (Dal nostro inviato speciale) Taormina, 9 luglio. Saranno cinque, seimila persone: sposi in viaggio di nozze, pensionati, moltissimi giovani, bambini. Sono arrivati a Taormina da Catnnin, da Messina, da Palermo, per assistere al Norma dell'« Estate musicale » eppoi tornarsene subito indietro. Ma soprattutto sono stranieri: svedesi, svizzeri, americani. Blue jeans, camicie sbottonate, maglioni gettati sulle spalle nei momenti in cui la brezza è più insistente, qualche abito da sera. Tanta gente non è una novità all'«Estate» di Taormina. Forse stasera è più numerosa, richiamata dai nomi di Bellini, di una tragedia celebre, e del tenore Del Monaco, che a cinquantott'anni è ancora ca¬ pace di buone esibizioni. Ma c'era folla anche al Don Pasquale di qualche giorno fa o ai concerti dei Musici, del flautista Severino Gazzelloni, del quartetto jazz di Giorgio Gasimi, o ai balletti dell'Opera di Roma. Quattromila o seimila spettatori sembrano pochi in un teatro capace, dicono, di oltre ventimila posti. Eppure sono due o tre volte quelli che può ospitare la Scala. Spente le luci, s'incomincia. Mentre il direttore s'avvia al podio, c'è il tempo per una sistematimi al cuscino portato da casa o affittato, lire cinquecento, per l'occasione. Poi, la musica s'alza sotto le stelle e per poco gli occhi spaziano tra le luci della costa, finché non sono avvinti dalla scena. «Brava, ma... è Norma o Adal- gìsa?». «M'è venuta una fame». «Visto? Dopo trent'anni ha ancora voce». «Mi passerebbe il programma?». A tratti il vento rimedia alla statica regia sollevando i veli delle vergini della foresta sacra e le tonache di ben pasciuti druidi, sacerdoti del dio Irminsul. Irrompe in un «pianissimo», insistente, la tromba d'una corriera. Due motociclette di buona cilindrata passano in fretta. Cosi non si fa musica? E' la morte del bel canto? Certo, il Teatro Greco, come l'Arena di Verona o le Terme di Caracalla a Roma o lo Sferisterio di Macerata, non sono il luogo ideale per eseguirvi un'opera o una sinfonia, tanto meno i recital d'un solista. Bellini, Donizetti, Verdi o Vivaldi, Mozart e Beethoven meriterebbero d'essere ascoltati nel più assoluto silenzio e senza distrazioni esterne. Ma la storia musicale insegna che assai prima dell'idea del tenore Zenatello di rappresentare l'Aida all'Arena, nel 1913, era invalso l'uso di concerti d'intrattenimento durante feste e manifestazioni pubbliche: non è difficile immaginare quale appropriata atmosfera circondasse, tra banchetti e allegria, la Water music, musica d'acqua, suonata a bordo d'una barca navigante sul Tamigi, e le Musiche per i reali fuochi d'artificio, di Haendel. A parte gl'intenti turistici degli attuali spettacoli all'aperto, capita a volte di trovarne di buoni, di ottimi, col vantaggio, non certo trascurabile, della popolarità e del prezzo. A Taormina si può assistere a un'opera con mille lire, a Verona con millequattrocento; al Regio, in poltrona, con mille; alla Scala, in loggione, con ottocento. Gente che non è mai stata a teatro, ha voglia d'andarci, e coi figli, in queste occasioni; disinvolta, disinibita, forse attratta dall'aria di sagra paesana, perde 1 preconcetti che finora l'avevano resa diffidente verso la «musica seria». E' necessario soprattutto curare la qualità di tali manifestazioni. E a questo proposito l'Estate musicale di Taor¬ mina, che chiude domani sera la dodicesima edizione, dovrebbe cercare una fisionomia più precisa, provando a cambiare il ruolo di buon intrattenimento per villeggianti con quello di rassegna valida anche artisticamente. Potrebbe essere l'ottima occasione per lanciare le giovani leve, più che per rivedere vecchie glorie, già impegnate in un superlavoro, il resto dell'anno, nelle maggiori città. Alberto Sinigaglia
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