Perché l'assassino non ama le donne

Perché l'assassino non ama le donne CRONACA TELEVISIVA Perché l'assassino non ama le donne Presentata "La scala a chiocciola" per la rassegna dedicata a Siodmak - Stasera "Gente in viaggio" di Strati e "La parola ai giudici" Nel primo dopoguerra, quando finalmente le emozioni venivano solo dagli schermi ed avevano immancabilmente un lieto fine, La scala a chiocciola fu uno dei film discussi e sofferti dalla gran massa degli spettatori. Chi ha oggi una certa età l'avrà rivisto con simpatia e tenerezza, certo che il colpevole sarebbe stato scoperto e che la tragica serie di violenze subite da donne minorate erano unicamente un'invenzione a epetto del regista Robert Siodmak. Ma anche i giovanissimi, che nella serata estiva hanno preferito al ballo o all'appuntamento la pellicola del Programma Nazionale, non saranno rimasti delusi. Nella Scala a chiocciola il regista mette a profitto le esperienze della scuola berlinese dell'espressionismo. Spesso l'immagine è deformata secondo la psicologia del personaggio e i gruppi degli antagonisti sono atteggiati in maniera paurosa, quasi allucinante. Siodmak padroneggia il crescendo delle emozioni: ì telespettatori hanno sicuramente ad un certo punto avvertito una sensazione di intollerabilità, di ineluttabilità. E' questa la caratteristica del regista di classe, che sa andare oltre la convenzionalità della vicenda per delineare le psicologie e fissare gli ambienti. I brividi forse non sono più stati intensi come quelli del '45. Molte paure da allora si sono susseguite tanto nella finzione quanto nella realtà. Perciò le angosce della «muta» Dorothy McGuire possono nel '73 sembrare scontate. Tuttavia siamo sicuri di avere rivisto un film carico di «suspense» e non privo di eleganza. Piuttosto, la Rai poteva concedersi il lusso di doppiare nuovamente la pellicola per eliminare il parlato inconfondibile di Alberto Sordi che conferisce ad uno dei protagonisti un'aria ingiustamente comica. ★ ★ II Secondo Programma è dedicato per tradizione, ogni lunedì, agl'intellettuali. Chi disdegna oppure ricorda troppo bene le emozioni del film riproposto sull'altro canale, può informarsi sull'evoluzione dell'arte contemporanea. Ieri nella puntata di Incontri 1973 il giornalista Antonio Donat-Cattin e il regista Enzo Tarquini ci ha-.ino introdotto nel mondo di Emilio Greco. Di questo scultore si conosce molto attraverso le cronache: ha scolpito le nuove porte del duomo di Orvieto, per esempio, e il monumento a Pinocchio nel parco di Collodi, opere che hanno suscitato polemiche anche al di là della critica d'arte. Emilio Greco ha ripercorso senza imbarazzo gl'itinerari della sua giovinezza, dal duro lavoro presso uno scalpellino iniziato all'età di 13 anni, alla passione per i classici che si ossessionava di ricalcare con il gesso, al rispetto per la cultura della Sicilia dei Normanni. Con Donat-Cattin infine ha discusso le ultime sue figure, animate secondo il critico Carlo Ludovico Ragghianti, da una sensualità insieme squisita e sentimentale. Al centro dell'ammirazione, immagini e nudi femminili che sono il fondamento originale (e vitale, in uno scritto di Sciascia) dell'arte di Emilio Greco. In chiusura di serata musiche di Dvorak eseguite dall'orchestra sinfonica della Rai di Torino diretta da Franco Caracciolo in caloroso dialogo con il violoncellista russo Mstislav Rostropovich. ★ ★ Per la serie Racconti italiani va in onda stasera Gente in viaggio dì Saverio Strati, regìa di Vittorio Sindoni. Ancora sul Programma Nazionale, seguirà la nona e ultima puntata di La parola ai giudici, centrata stavolta sull'ideologia del magistrato. vice Recital e burattini — Oggi alle 17, al parco Rignon, per la Stagione di spettacoli all'aperto, replica dello spettacolo per 1 bambini « La festa dentro la testa » con 1 Burattini di Torino. Questa sera alle 21,30 recital folk di Antonio Dimitri che presenterà una antologia di poesie e di canzoni regionali intitolata « Canti del prato verde ». La manifestazione è organizzata dall'assessorato alla Cultura In collaborazione con 11 Teatro Stabile.

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