Sul video francese libertà di dibattito

Sul video francese libertà di dibattito COM'È AMMINISTRATA LA TV IN EUROPA Sul video francese libertà di dibattito Si rispettano le scelte del pubblico - Tre canali, due dei quali a colori, per un totale di 6700 ore di trasmissione (più 130 di pubblicità) - Un "segretariato del linguaggio" (Dal nostro corrispondente) Parigi, 9 luglio. Con tre canali — due dei quali a colori — la tv francese ha intenzione di offrire quest'anno più di 10 mila trasmissioni, per un totale di 6700 ore — senza contare le 130 ore circa per la pubblicità — ai suoi spettatori. Sono 31 milioni, che dispongono di 12 milioni e mezzo di apparecchi. Nel complesso dei programmi, 1200 ore circa sono previste per l'informazione, le altre 5500 sono divise fra i film, il teatro, la musica, il varietà, i giochi, lo sport, la letteratura, la scienza e le arti, le trasmissioni a carattere religioso e politico. Allo scopo di contentare la maggior quantità possibile di telespettatori viene dato molto spazio ai film (nove per settimana più quelli a puntate), ai giochi e al varietà, quasi sempre ritrasmessi nelle ore in cui la gente si trova a casa, fra le otto e le dieci di sera. Tale scelta è contestata da alcuni, secondo cui, almeno un paio di volte la settimana, si dovrebbe tentare di «imporre» ai telespettatori un argomento serio, culturale o scientifico, ma i programmatori ribattono che al francese piace cenare in compagnia di un divo della canzone o dello schermo e bisogna tener conto delle sue preferenze. Le trasmissioni cinematografiche occupano più del 20 per cento dei programmi; i giochi e i varietà più del 15 per cento, come lo sport; più ridotte le trasmissioni a carattere culturale (appena il 10 per cento) e la musica (meno del 4 per cento). Negli altri programmi si trova un po' di tutto, comprese le cerimonie religiose domenicali (cattolica e protestante), e lo spettacolo teatrale una volta la settimana. Infine, due volte la settimana, la tv trasmette un dibattito dal vivo su un argomento di attualità con la partecipazione di uomini politici o altri personaggi. Queste discussioni — che durano un'ora ciascuna ed iniziano dopo le otto di sera, cioè quando la gente ha cenato — sono sempre seguite con molto interesse dall'opinione pubblica. Una, che si chiamava inizialmente A faccia a faccia, poi fu ribattezzata Ad armi pari e da ultimo Le tre verità, ha messo di fronte l'uno all'altro uomini come il gollista Michel Detaré ed il comunista Jacques Duclos, il socialista Gaston Defferre ed il gollista Edgar Faure, la settimana scorsa il ministro Valéry Giscard d'Estaing ed il comunista Georges Marchais che si sono affrontati sul problema dei dirigenti d'azienda Ognuno ha naturalmente la propria verità, e nessuno convince mai l'avversario, ma lo spettatore è in grado di confrontare i punti di vista dell'uno e dell'altro, ed alla fine si può fare un'opinione propria, che è appunto la « terza verità». L'altra trasmissione che appassiona i telespettatori è chiamata Actuel. Una personalità, che può essere un ministro, uno scienziato, un letterato (ma è quasi sempre un uomo politico) risponde alle domande di quattro o cinque giornalisti. Ad essi si unisce poi un «invitato» il cui nome è tenuto segreto sino all'ultimo momento, su uno o più problemi all'ordine del giorno. Cosi un paio d'anni fa s'è visto il ministro delle Finanze Valéry Giscard d'Estaing tentare di giustificare il fatto (considerato scandaloso dall'opinione pubblica) che il primo ministro non pagasse certe tasse grazie ad un complicato meccanismo fiscale che molti non conoscevano, ma lui sì. L'altra sera il primo ministro, Pierre Messmer, ha risposto a quattro giornalisti — tra cui Francoise Giroud di L'Express ed il comunista René Andrieux, di L'Humanité — che gli hanno fatto domande insidiose sull'arresto del trotskista Alain Krivine, sullo scioglimento dei movimenti estremisti, sulla fiscalità e le sue ingiustizie, sullo spionaggio telefonico, sul costo eccessivo dell'aereo supersonico «Concorde», sugli esperimenti nucleari francesi che sollevano proteste nel mondo intero e sull'eventualità di una prossima elezione presidenziale. L'invitato «segreto», questa volta, era Pierre Mendès-France. Discussioni come queste, non preparate, sono difficili per i ministri ma essi se ne servono anche come tribuna politica. Il Presidente della Repubblica, del resto, utilizza la tv quando vuole trasmettere le sue conferenze stampa, e quando si vuole rivolgere direttamente ai francesi. Lo stesso fanno ogni tanto i ministri, e la tv diventa così un'arma di propaganda, anche per i partiti durante le campagne elettorali. Altri dibattiti, di diversa natura, si svolgono tre volte la settimana: uno dopo la proiezione di un film, due dopo la presentazione dei libri di attualità, i cui autori spiegano quel che hanno voluto dire, rispondono alle domande. Se il volume ha carattere scientifico o storico ne possono nascere incontri di notevole interesse. Spesso appassionante è la discussione che segue un film a carattere scientifico, politico o storico. I telespettatori fanno per telefono le loro domande, ispirate dall'argomento del film: raggruppate e riassunte, vengono poste ad alcuni critici, espres¬ samente invitati all'incontro. Un aspetto importante della tv francese è l'attenzione al linguaggio. I dirigenti sottolineano la necessità di esprimersi bene ed in un francese chiaro e raramente i presentatori utilizzano quindi parole straniere. A tale scopo è stato persino creato un segretariato permanente del linguaggio. Loris Mannuccì

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