Agricoltura d'avanguardia di Bruno Pusterla

Agricoltura d'avanguardia Aziende-modello in provincia d'Alessandria Agricoltura d'avanguardia Attuate con successo numerose riconversioni produttive - Il primo Centro zootecnico europeo completamente automatizzato (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 7 luglio. L'agricoltura alessandrina è, nell'area regionale piemontese, quella che presenta gli aspetti più poliedrici, passando le sue principali produzioni dal riso agli allevamenti, dalle bietole al mais, dal vino al girasole. Su questa terra che l'attività dell'uomo mantiene ferace, prosperano una serip. di aziende agricole d'avanguardia, che hanno compiuto una vera e propria «rivoluzione verde», specializzando i loro indirizzi tecnici e colturali. Boom del riso Primo sintomo di questa vivacità del mondo agricolo alessandrino, del suo saper cogliere, per adeguarvisi, i mutamenti e le prospettive nuove di mercato, lo troviamo nel settore risicolo. La coltura, che nell'ultimo ventennio si era ridimensionata limitandosi all'Oltrepò casalese, è passata dai 4350 ettari del 1969 ai 5137 dello scorso anno. Il riso sta quindi riacquisendo la zona agricola al di qua del Po, nei comuni di Borgo S. Martino, Frassinetto, Ticineto, Giarole. A Pomaro l'azienda Accatino, già ad indirizzo lattiero-caseario, ha abolito la stalla, ha sbancato e livellato i terreni, irrigato l'intera superficie — oltre 130 ettari — per la produzione di riso e mais ibridi. Anche la Cascina Motta dei Fratelli Tassinario ha totalmente ristrutturato la dotazione dei fabbricati — 80 capi di lattife re in una stalla moderna — e nel contempo predisposto 50 ettari di risaia con tutte le conseguenti opere di sistimazione idraulica. La zootecnìa è prevalentemente basata sull'ingrasso. La produzione di latte, non dì molto superiore al fabbisogno alimentare, è concentrata nelle zone che gravitano sui maggiori centri urbani di Alessandria, Tortona e Casale Monferrato, ove è conferita agli altrettanti Centri Cooperativi che trasformano i superi in formaggi molli, eccezion fatta per Casale che mantiene ancora un'ottima tradizione per il «Gorgonzola». La provincia vanta nel «Centro Bianco Vallare» di Casale Monferrato, una delle rare aziende modello del settore ed il primo centro zootecnico europeo totalmente automatizzato. L'attuale Centro, che si estende per 130 ettari, è nato dalla concentrazione di tre distinte aziende, un tempo ad indirizzo cerealicole. Le stalle esistenti sono state utilizzate per la stabulazione libera dei soggetti giovani (250 capi di manzolame e altri 290 capi all'ingrasso, parte di razza frisona e parte di incrocio industriale tra frisona e toro piemontese). Il bestiame di alta genealogia, totalmente indenne da tbc e brucellosi, è allevato a stabulazione lìbera in una stalla altamente organizzata che ha dato nel 1972 una produzione media di latte, su 192 capi, di 58,66 q.li al 3,51 per cento di grasso ed al 3,48 per cento di proteine. L'alimentazione, per la più parte a mais ceroso, è automatizzata con computer elettronico; l'azienda e inoltre dotata di un impianto per rendere potabile e decalcificare l'acqua oltre che di un laboratorio per la determinazione immediata dell'umidità dei foraggi. Per la fecondazione artificiale si importa dagli Stat' Uniti il seme congelato. Riconversioni produttive sul tipo di quelle del Centro Vallare sono in atto — sia pure in proporzioni diverse — anche in altre aziende della provincia e, tra le più significative, non vanno dimenticate le realizzazioni compiute dalle aziende Sella e Pederbona in Alessandria. Pressoché scomparsi i piccoli allevamenti da carne, hanno trovato spazio stalle con dimensioni varianti dai 50 ai 100 capi. Fra gli alleva¬ menti di dimensioni superiori — fino a 1000 capi — sono degne di nota le aziende Tolara dei fratelli Cereti, Borio di Camera, Campagna dei fratelli Discalzi, Torta dei fratelli Moccafighe, Spongata di Goglino. Cabotieri in Solerò, Gioia di Perruggia, Resiga di Francesco Tartara, Marietta di Giuseppe Robba. Questo settore registra anche nell'Alessandrino segni di stanca e gli allevatori stanno subendo i riflessi di una crisi determinata dagli aumentati costi di produzione. Polli, uova Accanto alla produzione di carne bovina, nel Tortonese e nell'Alessandrino vi sono diversi impianti avicoli (pollame da carne e uova da cova), fra i quali primeggia quello della Tenuta Campagna dei fratelli Discalzi, che conta decine di migliaia di capi tutti derivanti da pulcini importati direttamente dagli Usa. L'azienda Campagna merita anche una menzione per il suo modernissimo impianto di irrigazione, totalmente automatizzato, della capacità di 70-80 me d'acqua all'ora. La coltura bieticola, che risale agli inizi del 1700, e che sarebbe ancora oggi remunerativa, è in sensibile diminuzione. Si sviluppano invece le colture da rinnovo — mais e girasole — accanto alle quali, per opera dell'Unione Provinciale Agricoltori, sono sorte due valide realizzazioni: la Cooperativa «Produttori Mais» di Alessandria, che essicca oltre 50 mila q.li all'anno e che dispone di una capacità di stoccaggio di 35 mila quintali (oggi non più sufficienti per far fronte alle richieste di nuove adesioni) e l'iniziativa di approvvigionare il seme, raccogliere, stoccare e vendere la produzione di girasole, coltura che ha trovato nella zona asciutta - collinare del Casalese particolari favorevoli condizioni in funzione della regolamentazione Cee. Alessandria, con i suoi 2 milioni 300 mila quintali di uva, è una delle prime province italiane per la produzione di vino. I vini, di pregio, sono, oltre alla Barbera d'Asti e del Monferrato, il Brachetto di Acqui, i Dolcetti di Acqui e di Ovada, il prezioso Grignolino del Monferrato, il Moscato spumante d'Asti prodotto nell'Acquese, il Rubino di Cantavenna, il Cortese di Gavi e dei colli tortonesi. A queste prestigiose etichette vanno ancora aggiunti i «barberati» ed i «chiaretti» di largo consumo. Vini di pregio Tra le aziende dì rilievo fanno spicco quelle della Marchesa Cattaneo Giustiniani che ha ristrutturato nelle cantine di Gabiano, tutti gli impianti di lavorazione, di invecchiamento e di confezionamento; del Marchese Pinelli Gentile di Tagliolo che vanta una vecchissima produzione. Tra le medie aziende si distinguono la «Pavesa» di Ermenegildo Leporati, la «Pelizza» di Alberto Vergnasco, la «Vicaria» dei F.lli Balocco, la «Migliavacca» di Luigi Brezza, la «Savoia» dell'ingegnere Reggio, tutte indirizzate a ciclo chiuso dalla produzione alla lavorazione delle uve ed alla vendita diretta del vino. La produzione vinicola è in costante diminuzione per l'abbandono della collina e solo tra qualche anno si potrà verificare se i nuovi impianti, specie nelle zone pregiate, sapranno sopperire alla minor produzione di questi anni, per certi versi ostacolata anche dalle ricorrenti grandinate. Bruno Pusterla Casale. un'azienda zootecnica (Foto Moisio)