La grandine ha rovinato l'"orto di Torino,, provocando danni per centinaia di milioni

La grandine ha rovinato l'"orto di Torino,, provocando danni per centinaia di milioni Colpiti i paesi che riforniscono la città di frutta e verdura La grandine ha rovinato l'"orto di Torino,, provocando danni per centinaia di milioni A Poirino devastati 5 mila dei 7 mila ettari del Comune, perduti il 70 per cento del frumento, il 90 per cento del mais, il 60 del fieno - Le piante da frutto spogliate dei fiorì - Gravi danni a Trofarello, Santena e nella zona Sud Santena, Poirino, Trofarello, Testona, La Loggia e altri comuni a Sud di Torino 11 giorno dopo la tempesta: si calcolano 1 danni. Ammontano a parecchie centinaia di milioni. Il lavoro di un anno è stato distrutto dalla violenta grandinata di venerdì pomeriggio. Sono gravemente compromessi I raccolti di frumento, di granoturco, di frutta e di ortaggi di una larga fascia della provincia che si allunga per venti chilometri a cavallo di Torino e ha un fronte di circa seimila metri. Blocchi di ghiaccio grossi come pugni, pesanti fino a tre etti; violente frustate di pioggia e vortici d'aria gelida: ecco le cause di una devastazione a tappeto, metro dopo metro. « E adesso, che cosa ci mettiamo a fare? », si sono chiesti sconsolati ieri molti agricoltori. Ma non hanno aspettato una risposta. Si sono rimessi al lavoro per salvare 11 salvabile. In alcune zone, comunque, la situazione è disperata. L' «orto di Torino» sembra distrutto. Quelle zone, cioè, che forniscono di verdura e frutta la città appaiono le più colpite. Il discorso da qui va immediatamente ai prezzi che aumenteranno, alle conseguenze della grandinata che si rifletteranno su tutti. Chi ci rimetterà di più? Ancora una volta le conseguenze ricadranno su produttore e consumatore. Il geometra Domenico Mlnelli, sindaco di Poirino, uno dei comuni che fanno parte dell' «orto» dice: « Sono stati colpiti 5 mila dei 7 mila ettari del Comune. Sono andati distrutti il 70 per cento del frumento, il 90 per cento del mais, il 60-70 per cento del fieno; le piante da frutto sono state quasi tutte spogliate dei fiori. Non si ricorda in paese una grandinata così intensa dal '25 a oggi. Qualcuno, anzi, afferma che quella di venerdì è stata più disastrosa di quella di quasi cinque tifarmi fa ». A Trofarello, il temporale ha aggravato i danni provocati dalla tempesta di alcune settimane fa: alberi sradicati, tetti scoperchia- ti, cantine allagate, strade interrotte e, soprattutto, raccolti definitivamente compromessi. I campi di frumento sono andati distrutti. Sarà inutile ogni tentativo di mietitura. A Ponticelli di Santena, dove si è appena salutato 11 felice esito della campagna degli asparagi, ci sono ora agricoltori che lamentano la perdita del 70 per cento di frumento. Cosi Mario Mosso, 57 anni, il quale Inoltre prevede che quest'anno non raccoglierà mais. Francesco Lanzetti, 60 anni: « Ho una "giornata" di frumento da tagliare: nemmeno mi ci provo. E' andato tutto perduto ». L'uomo ricorda lo spaventoso pomeriggio: « Sembrava il finimondo. Volavano tegole e rami d'alberi, cadevano chicchi grossi come uova ». La furia del maltempo si è avvertita anche a Cavoretto. Eugenio Gili, 70 anni, per 30 tecnico dell'orto botanico di Torino fa un quadro drammatico: « Difficilmente si avranno pesche, mele, susine e uva: la fioritura è stata compromessa. Distrutti anche i fiori: zinnie, dalie, gladioli ». La situazione è meno grave a Chieri; il temporale non ha provocato gravi danni nemmeno a Orbassano, Beinasco, Rivoli e Collegno; appena toccati Gassino, Settimo e Castiglione. In città ha provocato rallentamenti al traffico e momenti d'apprensione per chi era in auto. La grandine ha ammaccato molte carrozzerie, ha spazzato tetti e ripulito terrazze dal vasi di fiori, se non s'era provveduto in tempo a ritirarli. Unico beneficio: l'abbassamento della temperatura. O, più esattamente, la scomparsa momentanea dell'afa. Ma è stato un beneficio pagato a duro prezzo. I temporali erano nell'aria da alcuni giorni. L'aria era irrespirabile. Densi vapori si levavano dalla pianura nascondendo dietro una cortina nebbiosa la collina. Nella notte fra giovedì e venerdì il primo allarme si è avuto in Val d'Aosta. Poi il fortunale si è spostato. Venerdì pomeriggio investiva Torino e si esauriva nell'Astigiano. Cantine allagate, strade impercorribili per almeno mezz'ora, rami spezzati, spesso interi filari di pioppi sradicati, campi di granoturco abbattuti, vigneti che daranno frutti soltanto fra uno o due anni, colture di peperoni, insalata e altri ortaggi distrutte. Sono i rischi dell'estate. Il contributo però si aggrava di anno in anno. Forse si avrà un rimedio con il perfezionamento del piano che prevede l'aggressione delle nubi tempestose con gli aerei rjntigrandine. Secondo le prime valutazioni, l'intervento degli apparecchi comincia a dare i primi frutti con l'appoggio del radar meteorologico di Verona. Questo, però, copre una fascia limitata del territorio piemontese. Per questo, la provincia di Asti ha chiesto un contributo al Feoga (Fondo europeo agricolo) per lInstallazione di un radar anche in Piemonte. Le informazioni fornite dal radar, che « vede » all'Interno delle nubi temporalesche formarsi 1 chicchi di grandine, potranno permettere interventi più tempestivi ed efficaci. rngbfnB . r A Santena, un contadino nel suo campo di granoturco completamente distrutto dalla grandinata di venerdì pomeriggio

Persone citate: Castiglione, Cosi Mario, Domenico Mlnelli, Eugenio Gili, Francesco Lanzetti, Gassino