Roma: condannato un industriale Aveva inquinato il fiumo Aniene

Roma: condannato un industriale Aveva inquinato il fiumo Aniene La sentenza emessa dal pretore Amendola Roma: condannato un industriale Aveva inquinato il fiumo Aniene (Dalia redazione romana) Roma, 6 luglio. Per aver inquinato il fiume Aniene, Antonio Alecce, proprietario ed amministratore unico dell'Istituto farmacoterapico italiano, è stato condannato a sei mesi e quindici giorni di reclusione dal pretore Gianfranco Amendola, il magistrato che da anni sta conducendo la lotta contro l'inquinamento atmosferico e delle acque pubbliche. Amendola, che da qualche mese è responsabile insieme con due colleghi della nona sezione penale della pretura alla quale è affidato il compito di prendere tutte le iniziative possibili per la tutela della salute pubblica, ha pronunciato la condanna di Alecce dopo una lunga vicenda giudiziaria durante la quale era giunto persino ad ordinare l'arresto dell'industriale. Questi però, avendo ottenuto successivamente la libertà provvisoria, è comparso in giudizio a piede libero, difeso dall'avvocato Osvaldo Fassari. Ha avuto il minimo della pena prevista e ha usufruito della sospensione condizionale. Antonio Alecce, di cinquant'anni, fu arrestato il 22 maggio dello scorso anno. Al momento della cattura gli fu contestata la responsabilità d'aver inquinato le acque del fiume Aniene, che scorre a poca distanza dagli impianti del suo stabilimento, sulla via Salaria. In sostanza gli si attribuì la responsabilità d'aver fatto scaricare nel fiume i residui prodotti nella fabbricazione dei medicinali. Secondo Amendola, la flora e la fauna del corso d'acqua, ed anche le persone che per avventura si fossero bagnate nel fiume, avrebbero potuto subire, a causa della negligenza dell'industriale, gravi inconvenienti. Alecce, durante il giudizio ha dovuto difendersi dalle accuse di danneggiamento aggravato e di violazione dell'articolo 6 della legge sulla pesca. Poiché ha potuto dimostrare d'aver adottato tutti gli accorgimenti possibili per evitare ogni ulteriore inquinamento delle acque pubbliche, su richiesta del pubblico ministero, il dottor Amendola gli ha inflitto il minimo della pena. Tortona, 6 luglio — Una donna di Castelnuovo Scrivia, Teresìna Di Paolo di 57 anni, che mentre prendeva 11 fresco sul balcone della propria abitazione era precipitata nel vuoto per 11 cedimento della ringhiera, è morta al reparto neurochirurgico dell'ospedale di Alessandria, dov'era stata ricoverata in gravi condizioni.

Persone citate: Alecce, Amendola, Antonio Alecce, Gianfranco Amendola, Osvaldo Fassari

Luoghi citati: Castelnuovo Scrivia, Roma