Barzini denuncia Perrone perché non lascia il posto di Francesco Santini

Barzini denuncia Perrone perché non lascia il posto La lotta per la direzione del "Messaggero,, Barzini denuncia Perrone perché non lascia il posto Nella comunicazione che i carabinieri gli hanno portato a casa si parla anche di "violenza privata" per aver impedito l'ingresso, in qualità di direttore responsabile del quotidiano romano, a Luigi Barzini (Nostro servizio particolare) Roma, 5 luglio. La lotta per la direzione del Messaggero è arrivata negli uffici della procura della Repubblica e ad Alessandro Perrone è giunta una comunicazione giudiziaria con l'invito a nominarsi un difensore di fiducia. A portargliela, stamane di buon'ora nella sua villa sull'Appia Antica, è stato il capitano dei carabinieri Antonio Varisco. L'ufficiale aveva in una busta gialla il documento firmato dal sostituto procuraore Vittorio Occorsio che accusa Perrone di violenza privata «per avere, in concorso con ignoti, impedito l'ingresso al signor Barzini Luigi nella sede del Messaggero del quale è direttore responsabile» e di aver violato l'articolo 17 della legge sulla stampa «per aver firmato II Messaggero sebbene sia stato annotato sull'apposito registro del tribunale civile che direttore del giornale è luigi Barzini». Stamane si era diffusa la notizia che a denunciare Perrone fosse stato Luigi Barzi¬ ni, irritato per l'accoglienza ricevuta la sera del 2 luglio quando, assieme ad un notaio e ad i suoi avvocati, si presentò nella redazione del Messaggero per insediarsi nell'ufficio del direttore. A ricevere Barzini c'erano stati i fischi dei redattori e del tipografi, i cartelli di protesta, i pugni martellanti sulla sua vettura blu, e a Palazzo di Giustizia questa mattina si diceva che Barzini si fosse recato dal sostituto procuratore Occorsio mostrando grande irritazione. Questo pomeriggio, alle 17,45, quando i giornali della sera riportavano in prima pagina la notizia della denuncia a Perrone, abbiamo parlato con Barzini per telefono: «Non sono al corrente di nulla — ha risposto —, forse più tardi saprò qualcosa». Poi, prima di chiudere, ha aggiunto: «Adesso mi informo, mi richiami tra 10 minuti». «Tutto è chiaro adesso — ha detto più tardi —, non ho fatto una denuncia contro Alessandro Perrone; mi sono limitato a fare un esposto all'autorità giudiziaria, nel qua- le ho raccontato quanto era accaduto il 2 luglio quando sono andato al Messaggero per prendere possesso dei mio ufficio di direttore: il magistrato avrà tratto le conseguenze; di qui la denuncia contro Perrone». Si è recato personalmente a Palazzo di Giustizia? «iVo, lo hanno fatto, per me, i miei legali». In una dichiarazione rilasciata la sera del 3 luglio, uno dei legali dell'editore Rusconi, l'avvocato Pietro Nuvolone, professore di diritto civile all'Università di Milano, aveva preannunciato quanto oggi è accaduto. «Se Alessandro Perrone persìsterà nel suo atteggiamento — aveva detto — se cioè non vorrà rispettare quanto disposto dall'ordinanza del tribunale di Roma e lasciare immediatamente la carica di direttore del Messaggero potrà essere denunciato ai sensi dell'art. 17 della legge sulla stampa, che prevede la reclusione fino a due anni e la multa fino a cinquecentomila lire ed in più Perrone può essere denunciato per violenza privata». Cosi è stato anche se Barzini non ne sapeva nulla. Alle accuse di violenza privata e di violazione della legge sulla stampa, Sandro Perrone ha replicato in serata, con una dichiarazione di quattro cartelle dattiloscritte. Dopo aver riportato integralmente i testi della cronaca fatta dall'agenzia Ansa in occasione dell'arrivo di Barzini al Messaggero la sera del 2 luglio, Perrone allega un brano di un'intervista rilasciata l'indomani da Barzini nella quale si afferma: «Con me Sandrino Perrone è stato molto cortese. Ieri sera, dopo il nostro incontro, egli ha voluto personalmente accampagnarmi fino all'ingresso del giornale sottobraccio: una scorta che mi ha fatto indubbiamente piacere e di cui lo ringrazio anche se — e di questo sono sicuro — nessuno dei colleghi del "Messaggero" aveva la minima intenzione di aggredirmi». La notizia del procedimento penale aperto a carico di Perrone è giunta poco dopo mezzogiorno in via della Colonna Antonina dove i comitati e i fiduciari di redazione, autoconvocatisi in consulta sindacale romana, stavano esaminando le iniziative da prendere per il « caso Messaggero », alla vigilia della riunione dei presidenti delle associazioni regionali prevista per domani. All'unanimità, la consulta ha deciso di sollecitare il direttivo della Associazione della stampa romana ad adottare misure disciplinari nei confronti del suo presidente, Luigi Barzini, accusato di «comportamento antisindacale». Altra iniziativa, la richiesta di convocare la conferenza nazionale dei comitati di redazione per esaminare l'opportunità di denunciare il contratto nazionale di lavoro dei giornalisti e rivedere cosi gli articoli che riguardano i poteri del direttore e dei corpi redazionali. Francesco Santini

Luoghi citati: Milano, Roma