Quando Trieste era "irredenta,,

Quando Trieste era "irredenta,, Quando Trieste era "irredenta,, Ministero degli Affari Esteri: « I documenti diplomatici italiani », Terza serie; 18961907. Volume IV (26 luglio 1900-15 febbraio 1901), Istituto poligrafico dello Stato Roma. E' uscito, in questi giorni, il quarto volume dei documenti diplomatici italiani, curato e presentato dal prof. Enrico Serra, ordinario nell'Università di Bologna e capo del servizio storico e di documentazione del ministero degli Affari Esteri. Pare impossibile che una pubblicazione del genere, che ha, ovviamente, un contenuto soltanto scientifico, possa essere, nello stesso tempo, divertente pure per i profani. Ciò forse dipende anche dal periodo, particolarmente interessante, di cui il volume si occupa. Nei comuni libri dai quali viene formata la nostra cultura, i fenomeni storici sono da noi veduti, vorrei dire, dalla loro faccia esterna; dai documenti diplomatici, invece, noi possiamo conoscere la loro faccia interna, la loro realtà vera, descritti, come sono, dai diplomatici contemporanei, che li studiavano con occhio completamente diverso da quello dello spettatore comune, con la possibilità di dare giudizi sulla base di elementi diversi dall'informazione corrente. Ed è interessante il notare come quel mondo, distante da noi soltanto settantanni, fosse estremamente diverso dal nostro. Leggendo le centinaia di nomi di diplomatici, vediamo che quell'arte, insieme alla politica, era quasi completamente monopolio della casta nobiliare: principi, duchi, marchesi, conti e via di seguito. Vediamo che il mondo era costellato di anarchici: è il periodo dell'assassinio di Umberto I, di un attentato a Guglielmo II, di uno allo zar, di uno minacciato al nuovo re d'Italia, di complotti che fioriscono qua e là ovunque; e tutto ciò in sei mesi. La maggior parte dei rapporti pubblicati, tratta, però, della guerra dei Boxers, in Cina, con risvolti ignoti alla comune cultura nostra. Per chi si occupa della Venezia Giulia hanno particolare interesse le relazioni del console italiano a Trieste sulle elezioni del 1901. Assai diversi risultano gli uomini da quelli che la consueta agiografia usa dipingerci; mentre delle elezioni stesse il console a Zara ci dà, con poche pennellate, il triste quadro già ben noto. Dal punto di vista storico-scientifico, alcune notizie inedite o quasi inedite sono molto interessanti: l'accordo navale tra Austria, Germania ed Italia per l'uso delle flotte militari e mercantili in caso di guerra; un altro accordo con l'Austria-Ungheria circa l'avvenire dell'Albania: mantenere lo status quo, se impossibile favorire l'autonomia, se ancora impossibile salvaguardare l'interesse reciproco. Era, allora nel 1901, nostro ambasciatore a Vienna il conte Nigra, l'antico collaboratore di Cavour. Tema poco noto, del quale si era, però, già occupato il Serra, è l'accordo segreto tra l'ambasciatore di Francia a Roma Barrère e il nostro stesso ministro degli Esteri Visconti Venosta; disinteresse della Francia per la Tripolitania e la Cirenaica e dell'Italia per il Marocco. Morirono in quest'epoca la regina Vittoria d'Inghilterra, Giuseppe Verdi, Milan IV di Serbia. Francesco Giuseppe celebrava il 70° genetliaco e il Parlamento ungherese approvava il matrimonio d'amore di Francesco Ferdinando. Era, francamente, un mondo finito e remoto. Diego de Castro