Contatto Usa-Urss

Contatto Usa-Urss Contatto Usa-Urss (Segue dalla 1" pagina) uno stabile equilibrio in Europa, con ciò stesso ammettendo che nessun detrimento dovrà derivare al futuro della Cee da questa Conferenza. Il punto di vista degli europei occidentali è stato direttamente riaffermato dall'italiano Medici e dall'inglese Home. Il nostro ministro degli Esteri ha osservato che la distensione in Europa permette di passare «da una politica statica di blocchi contrapposti a una politica di movimento, di collaborazione nella sicurezza». Oggi esistono le condizioni perché «all'equilibrio della paura si sostituisca l'equilibrio della fiducia». Ma ha ammonito che bisogna dare «un contenuto sostanziale e democratico alla Conferenza, liberandola dai pericoli del conformismo e del formalismo». Sul principio dell'inviolabilità delle frontiere, Medici ha ribadito il punto di vista dei Paesi della Cee, secondo cui esso «non può pregiudicare nessuna delle libere scelte degli Stati verso forme associative, di cui l'unione europea è la manifestazione più rilevante». Sul punto della liberalizzazione dei rapporti culturali e umani, cioè di una maggiore apertura dei regimi comunisti dell'Est, ha detto che esso «è d'importanza decisiva», poiché solo «una più libera circolazione delle persone, una crescente cooperazione culturale, un maggiore scambio d'informazioni e un genuino confronto d'idee» potranno rafforzare «la fiducia e la sicurezza». «I documenti dei preliminari di Helsinki forniscono al riguardo soltanto alcune timide indicazioni», ha osservato il nostro ministro degli Esteri, che ha preannunciato alcune specifiche proposte italiane, da discutere nella fase delle commissioni, a Ginevra. Medici ha infine affermato che un esito positivo di questa Conferenza renderebbe possibile un'altra conferenza sulla pace e la cooperazione nel Mediterraneo. L'esigenza di misure concrete di distensione, che diano un contenuto alle dichiarazioni generali e alle professioni di fede, è stata sostenuta anche da Douglas-Home. Bisogna passare dalle frasi declamatorie ai fatti, ha detto, rivolto a Gromiko, il ministro inglese: senza una liberalizzazione genuina dei rapporti intereuropei, questa Conferenza «resterà un cesto vuoto». L'importanza dei rapporti culturali e umani è stata sottolineata anche dai ministri degli Esteri di due Paesi neutrali, Graber per la Svizzera e Minic per la Jugoslavia. Quest'ultimo, che ha ripreso il tema romeno del superamento dei blocchi e delle garanzie per ogni singolo Paese, ha preannunciato un progetto di dichiarazione finale, che si aggiunge a quello sovietico. Resta da dire della crisi procedurale. In breve, il primo ministro e ministro degli Esteri maltese, Mintoff, chiede che siano ascoltati i ministri tunisino e algerino, ma si oppone all'idea di un analogo intervento israeliano, chiesto da Gerusalemme proprio per bilanciare quello, eventuale, dei due governi arabi. Stamane, esigeva che la lettera israeliana non venisse neppure letta. In questa Conferenza qualunque decisione, dalla più piccola alla più grande, si prende all'unanimità, e così, se una qualche intesa non dovesse sopraggiungere, Mintoff potrebbe, in teoria, complicare parecchio l'ultima parte dei lavori. a. r.

Persone citate: Douglas-home, Gromiko, Minic

Luoghi citati: Europa, Gerusalemme, Ginevra, Helsinki, Jugoslavia, Svizzera