Mercato di Francoforte: nuova caduta del dollaro di Tito Sansa

Mercato di Francoforte: nuova caduta del dollaro Primato negativo della moneta Usa Mercato di Francoforte: nuova caduta del dollaro E' passato da 2,4075 marchi di martedì a 2,3345 - A Bonn si sostiene che il marco sarà di nuovo rivalutato entro breve tempo - Edilizia in crisi, mentre cresce la produzione industriale (Dal nostro corrispondente) Bonn, 4 luglio. La caduta del dollaro alla borsa di Francoforte si è oggi accelerata e — si dice negli ambienti finanziari — « La fine non è ancora in vista ». Da 2,4075 marchi di ieri, la quotazione della valuta americana è precipitata oggi a 2,3345, un nuovo primato negativo. Le cause sono le solite: continua la sfiducia nella posizione degli Stati Uniti (tanto in economia che in politica interna), vi è una fiducia senza limiti nell'economia della Germania Federale. E — non da ultimo — la quasi certezza che tra un paio di mesi il marco verrà nuovamente rivalutato. Lo ha raccomandato oggi, definendola « misura necessaria », l'Istituto di ricerche economiche « Rwi » di Essen. La prima conseguenza è stata, accanto alla svendita di dollari, un rialzo inatteso delle obbligazioni straniere in marchi (un segno che molti intendono risparmiate a lunga scadenza in titoli ancorati alla valuta tedesca). Per contro, le quotazioni di quasi tutti i titoli tedeschi alla Borsa valori, hanno continuato la loro discesa (che in giugno è stata in media del 2,3 per cento). Le ragioni di questa sfiducia interna non sono ancora chiare. Diversi osservatori presumono che gli azionisti temano difficoltà per le esportazioni, riduzioni dei di¬ videndi nuove severe misure restrittive del credito, che mettono in difficoltà le aziende. Tali difficoltà sono già sorte -nel settore edilizio, dove nel giro di sole 48 ore sono fallite tre delle maggiori imprese di costruzione, una delle quali ha trascinato con sé una banca; il fallimento più clamoroso è stato quello della ditta « Kun-Bau » di Hamburg, vicino a Duesseldorf, che ha chiuso licenziando 3400 dipendenti (che si trovano in vacanza) e lasciando debiti per circa 140 miliardi di lire e 56 mila appartamenti non finiti. Le cause del fallimento di tutt'e tre le imprese sono — secondo esperti del ministero dell'economia — l'esplosione del « boom » edilizio (dove l'offerta ha superato la domanda, nonostante che la gente comperasse immobili pur di sfuggire all'inflazione) e non da ultimo le rigide misure stabilizzatrici varate dal governo e accoppiate alle restrizioni creditìzie adottate dalla « Bundesbank ». Il risultato è stato che migliaia di appartamenti sono rimasti invenduti e i costruttori non sono riusciti a pagare i crediti concessi dalle banche con tassi di interesse intorno (o sopra) il 15 per cento annuo. Un portavoce del governo ha detto tuttavia che « il fallimento di un paio di grandi " leoni dell'edilizia " non ci dissuaderà dal continuare la politica della stabilità ». Tale politica potrebbe essere messa in pericolo dal continuo aumento della domanda nel settore industriale, che il ministero dell'Economia definisce « tempestosa». Ecco alcuni dati: la domanda complessiva in tutti i settori industriali è aumentata dal maggio '72 al maggio di quest'anno del 32,3 per cento (del 28,9 per cento all'interno, del 43,3 per cento dall'estero, nonostante le rivalutazioni del marco). Il record è detenuto dall'industria dei beni di investimento, che registra un aumento del 51,6 per cento in un anno (del 53,5 per cento dall'estero). I dati dì maggio preoccupano perché denunciano una accelerazione negli ultimi mesi e segnalano che il divario tra l'offerta e la domanda — se si pensa all'obiettivo della stabilità dei prezzi — diventa sempre maggiore. Per esem- pio, mentre in tutto il 1972 la domanda complessiva è au- mentala del 32,3 per cento, la produzione si è accresciuta del 6 per cento. Tito Sansa

Persone citate: Hamburg

Luoghi citati: Bonn, Francoforte, Germania Federale, Stati Uniti