Giochi di parole di Lietta Tornabuoni

Giochi di parole Giochi di parole Carlo Emilio Gadda è morto, Luigi Meneghello di Libera nos a malo non scrive più. Pareva perduto il gusto, già cosi raro tra gli scrittori italiani, dell'invenzione verbale, del pastiche linguistico, della registrazione di gerghi: invece escono due libri che promettono un ritorno al divertimento dei giochi di parole. Carmine Bellezza, il funzionario del servizio segreto protagonista di Ricordo perfettamente di Nino Vascon, narra le grottesche imprese della sua carriera mescolando luogo comune e gergo burocratico in una vertigine comica; in Analasunga di Alberto Perrini lo stile è ancora più bizzarro e gaio. Si tratta di un romanzo di ilari avventure che racconta storie dell'eroe Gim Uèl, poliziotto montato su una fiammeggiante motocicletta rossa, della vulcanologa Analasunga sua fidanzata, di banditi solitari, frati, vecchissime streghe «di circa 28 anni », gangsters mafiosi, orchi, esplosioni, fughe, atroci prigionie, ricevimenti al Quirinale. Quasi sempre, al momento buono « c'era anche il regista Fellini, che voleva farci un film sulla sua vita », ma che in realtà si è. limitato a disegnare le illustrazioni per il libro. Cinquanta bambini o ex bambini sono gli esperti linguisti cui l'autore è ricorso: Analasunga è scritto infatti in linguaggio infantile. Ne riproduce il ritmo caotico e affastellato; mima tutti gli equivoci, i fraintendimenti, le immagini misteriose, i comici errori caratteristici di bambini che abbiano assimilalo a orecchio, e con troppa fantasia, il modo di parlare degli adulti. Ecco dunque personaggi eccentrici: « l'invertebrato fumatore », il « pescatore di brodo », il muto che conserva « un silenzio di tromba », la funesta « mummia del Faraglione d'Egitto ». Ecco situazioni sconcertanti: nel gran silenzio, mentre si riunisce « il coniglio dei ministri », si possono sen¬ tir volare « le mosche cavalline e i fanfani »; i contadini arretrati « vivono ancora nelle taverne »; le vecchie zie d'Analasunga la allevano con affetto di madri, « facendole mancare tutto quello che voleva ». Ecco animali curiosi: per esempio il cavallo che, specie se « razzista » (ossia di razza) « mangia solo contorni », si nutre di erbe. Ecco risoluzioni singolari: due ribelli, dopo aver lottato contro certi « gomorristi » (camorristi) usi a « pescare nel morbido » e amici di cattivi industriali « diffamatori del popolo lavoratore », decidono di opporsi alla società « colla Contro Stazione », cioè contestazione. Quanto a Mussolini, parrebbe un commerciante: risulta infatti « direttore della Ditta Tura ». Fraintesi dai bambini, inni e canzoni suonano altrettanto assurdamente enigmatici. Quando arriva Natale, si canta in coro: « E' nato il soprano bambino I la notte che già fu sì buia I risplende di un nastro di vino ». Quando si è colti dall'estro patriottico, si intona: « Coll'elmo di incipio s'è incinta la testa / dov'è la vittoria che Indtola creò? », e in questo caso viene fornita un'ingegnosa spiegazione: « La principessa Indìola prima fu incinta e poi creò la vittoria con l'elmo in testa che glielo rubarono, e questa vittoria tutti domandavano: ma dov'è? ». ★ ★ Quali sono ie categorie o i gruppi umani più deplorati dai tifosi romani, almeno a giudicare dalle invettive riferibili del pubblico durante la partita Juventus-Milan per la Coppa Italia? «'A pecoraro» e « 'a scarparo »; « 'a ubriacone » e « 'a ladrone »; « 'a matto» e, contraddittoriamente, « 'a rinsavito ». L'invettiva più fantasiosa: «'a tontolero ». Quella più pacata: « 'a indesiderabile ». Lietta Tornabuoni

Persone citate: Alberto Perrini, Carlo Emilio Gadda, Carmine Bellezza, Fellini, Luigi Meneghello, Mussolini, Nino Vascon, Ricordo

Luoghi citati: Egitto, Italia