Accentuato divario fra le "due lire,,

Accentuato divario fra le "due lire,, Conseguenze del marco rivalutato Accentuato divario fra le "due lire,, La differenza fra "finanziaria" e "commerciale" è molto forte nei confronti delle altre valute (circa il 4 per cento) - Il deprezzamento medio della nostra moneta è del 16,63 per cento (Nostro servizio particolare) Roma, 2 luglio. La rivalutazione del marco ha provocato a Roma, nella prima giornata di lavoro successiva all'avvenimento, un solo commento e neppure ufficiale. Viene dagli ambienti tecnici del ministero del Tesoro: « La rivalutazione non tocca direttamente la lira, che sta ancora fluttuando, e rientra in una crisi che sta interessando solo le monete del blocco comunitario ». La Banca d'Italia non risponde a nessuno, secondo una prassi instaurata dall'inizio della fluttuazione e così spiegata: « Il solo vantaggio certissimo della fluttuazione è di far ignorare agli speculatori le intenzioni della Banca centrale. Dunque conviene tacere ». Contro l'interpretazione del Tesoro e il silenzio della Banca d'Italia, sta però l'andamento del mercato dei cambi: la lira commerciale internazionale ha perso oggi mezzo punto abbondante. Nel calcolo di « 24 ore », riferito al valore che la nostra moneta aveva il 9 febbraio, ultimo giorno della sua difesa ufficiale, il suo valore è oggi pari a —16,63 contro —16,07 che aveva giovedì, ultimo giorno d'attività valutaria in Italia della scorsa settimana, vigilia della rivalutazione del marco. Lo spostamento più sensibile, la lira l'ha avuto oggi sul mercato finanziario nei confronti dello scellino austriaco: ha perso il 4,9 per cento. La rivalutazione dello scellino operata stasera (+4,8) è di identica misura e vale, almeno per l'Italia, a frenare l'afflusso di denaro finanziario che, per questa via, continuava a riversarsi verso il marco tedesco, al quale lo scellino, di fatto, si lega strettamente. Sul commerciale la perdita è stata appena dell'I ,4, sicché la forbice è salita a 3,5 salvo forse a restringersi nuovamente domani. Come indicazioni di più lungo periodo i maggiori operatori valutari, che sono poi le banche, sottolineano che oggi in tutto il mondo vi sono stati affari limitatissimi. Si sottolinea che gli speculatori più tradizionalisti, quelli che generalmente lavorano sull'oro, lo hanno oggi di fatto « svalutato » in tutto il mondo nei confronti del dollaro, oltre che delle altre monete. Ciò starebbe a significare che, da parte di costoro, la rivalutazione del marco, proprio perché molto alta, si ritiene servirà a frenare le correnti speculative monetarie, ridando in breve un po' di flato al dollaro. Si indica, da parte di questi operatori, che il rialzo odierno della remunerazione dei depositi bancari privati negli Stati Uniti e il provvedimento austriaco, servono a frenare l'esodo di dollari. Si attende di vedere se vi saranno reazioni per il franco svizzero, anch'esso liberamente oscillante come la lira. Sulla nostra moneta, quella svizzera ha oggi guadagnato il 4,2 sul commerciale e ancor più sul finanziario, sicché il divario tra i due valori passa dal 3,8 al 3,9 per cento. La differenza tra il minor valore della lira finanziaria rispetto a quella commerciale è oggi molto forte riguardo a tutte le monete, quasi sempre prossima al 4 per cento. Un punto percentuale più del normale. La domanda, alla quale i « mercati » debbono rispondere prima di fare nuove «mosse», è questa: è oggi sopravvalutata la lira commerciale o sottovalutata la finanziaria? Nel primo caso si tenderà a deprezzare quella commerciale, e viceversa. Stasera a Parigi la lira ha perso oltre il 2,4 per cento rispetto a giovedì, mentre in Italia ha riguadagnato lo 0,3 sul commerciale. V'è chi assicura che il fenomeno denoterebbe cauti e nascosti interventi della Banca d'Italia, che avrebbe preferito intervenire verso monete meno pubbliche che non sia il dollaro, per meglio di ferire, nell'ombra, la quotazione esterna della lira. Altro consimile intervento si sarebbe operato sullo yen commerciale che oggi perde il 3 per cento sulla lira, contro una perdita limitata al 2 sul commerciale. Anche questa «forbice» sale al 4,3 (dal 3,4) e dovrà subire un aggiustamento. Giulio Mazzocchi nuovo conio 20.500-22.500 (20.50022.500); marengo Italiano 25.00029.000 (25.000-29.000); marengo svizzero 21.500-23.500. Cambi commerciali (media Ulc Milano-Roma): dollaro Usa 578,625 ( 587,025); dollaro canadese 579,50 (584,50); franco svizzero 203,025 (194,63); corona danese 102,885 (104,735); corona norvegese 110,65 (110,15); corona svedese 144,85 (144,15); fiorino olandese 224,275 (223,475); franco belga 16,18 (16,15); franco francese 141,36 (141,79); lira sterlina 1494,55 (1510,75); marco tedesco 242,45 ( 237,40); scellino austriaco 33,505 (32,055); escudo portoghese 25,795 (25,44); peseta spagnola 10,125 (10,165). Cambi finanziari (a Milano): dollaro Usa 602,05 ( 609); dollaro canadese 603 (610,50); lira sterlina 1557 (1573); corona danese 106,50 (107,50); corona norvegese 115 (113); corona svedese 150 (148,90); fiorino olandese 233,50 (231); franco belga 16,67 (16,62); franco francese 146,75 (146); franco svizzero 210,60 (202); marco tedesco 252 (246,15); scellino austriaco 34,70 (33,10); escudo portoghese 26,50 (26,50); peseta spagnola 10,40 (10,50). Banconote: dollaro Usa 590602 ( 590-605); lira sterlina 1565 (1574); franco svizzero 210 (201,50); franco francese 144,75 (145,50); franco belga 16,60 (16,40); marco tedesco 250 (241); scellino austriaco 34 (32,38); peseta spagnola 10,59 (10,58); escudo portoghese 27,10 (26,65); dollaro canadese 598 (606,50); fiorino olandese 231,50 (225); corona danese 106 (105); corona svedese 148 (144,50); corona norvegese 114 (112,15); dinaro Jugosl. taglio piccolo 39,50 (39,50); taglio grande 39,50 (39,50); dracma greca taglio grande 20 (20); taglio piccolo 20,60 (20,60).

Persone citate: Giulio Mazzocchi