La Aldini cortigiana sexy nella tragedia di Schiller

La Aldini cortigiana sexy nella tragedia di Schiller Incontro con Fattrice dopo lo spettacolo in tv La Aldini cortigiana sexy nella tragedia di Schiller In "L'intrigo e l'amore" è apparsa con una guepière scollatissima e la vestaglia trasparente - "Non è una scena audace, ma realistica" - Scandalo tra gli spettatori: "Tanto meglio. I bambini, specie se in età adulta, devono decidersi a crescere" (Nostro servizio particolare) Roma, 30 giugno. Una guepière scollatissima in alto e in basso, una vestaghetta trasparente che non nasconde ciò che la guepière non copre: è toccato ad Edmonda Aldini, attrice seria e donna impegnata, datare quest'avvenimento ieri sera, in tv. Di più: la scena era decisamente audace: Milady, la cortigiana da lei impersonata, in quella tenuta non se ne stava certo compunta in un angolo del boudoir, ma sul gran divano teatro di tanti amori, si dimenava in pose decisamente sexy. Una svista dei censori, dovuta forse all'atroce caldo di questi giorni a Roma, op pure una svolta storica, auspice il romantico Schiller, nell'evoluzione della nostra castigata tv? Rintracciamo subito dopo la trasmissione Edmonda Aldini, ancora immersa nelle prove di un altro dramma classico (Sofocle) che sta per andare in scena, lei protagonista, in un parco di Frascati. E' stata lei a volere questa scena ardita, o gliellianno imposta? Il gesto di una donna moderna e impegnata, oppure una sofferta accettazione in nome dell'erotismo in voga?, «Una scena audace? — risponde un po' sorpresa —. là la definirei, semmai, realistica. Con tutto quel che si vede oggi sugli schermi cinematografici, si può ancora stendere un pudico velo sopra l'intimità di una cortigiana colta nel suo boudoir?». Non ha provato imbarazzo pensando a quanti milioni di occhi l'avrebbero vista in quella parte? «Quando il regista Colosimo me la propose, trovai quella scena davvero un po' azzardata — spiega l'attrice —, ma poi dovetti convenire che non si poteva risolverla in altro modo. Occorreva riassumere in una sola scena il significato di un personaggio abbastanza complesso, qual era allora una cortigiana d'alto bordo. Non dimentichiamo che a quel tempo (e, sotto sotto, ancora oggi) non s'intendeva la donna che in due ruoli: quello della donna "perbene", onesta, repressa e incolta, e quello della donna "facile", a cui l'uomo permetteva di essere anche intelligente, istruita e libera. Milady era una di queste: una cor tigiana, ma anche un'aristocratica politicamente avveduta e una donna addirittura più intelligente degli uomini che se ne servivano per i loro intrighi. Inoltre, in quel punto della sua vita era entrato un fatto nuovo: l'amore. Dunque bisogna rappresentare anche l'attesa dell'uomo amato che sta per giungere a chiederla in sposa. Infine, c'era da descrivere ciò che per donne come questa rappresentava l'amore vero: cioè il riscatto dallo squallore sentimentale della loro condizione, la redenzione. Infatti, quando il bel maresciallo si fa annunziare, Milady corre a rivestirsi. Perché, veda, l'amore, anche per la donna libera e spregiudicata, è sempre accompagnato dal ritorno al pudore. Dunque, come facevamo a dire in modo diverso tutte queste cose in una sola scena? ». Scusi, signora Aldini, ma anche la famosa scena di Ultimo tango, che ha scandalizzato tanta gente, riassume molti significati. Lei pensa che si potrebbe proiettarla in tv? Risponde senza esitare: «Ah, no. Io respingo la donna di Ultimo tango. Per me, non esiste, o se c'è, non è una donila vera. La ritengo un'invenzione di certi intellettuali misogini, che non conoscono, non amano le donne. Schiller, invece, le amava, era un femminista convinto. La sua Milady è una donna vera, e, aggiungo, un'anticipazione geniale della donna moderna. Se fosse vissuta oggi, invece di fare la favorita di un re, per guadagnarsi la vita probabilmente si sarebbe trovato un lavoro intelligente. Schiller simpatizzava evidentemente per questo personaggio, che riassume il dramma secolare della donna che lotta per affermarsi in un mondo fatto dagli uomini per se stessi». A vederla da vicino, in bluejeans e camicetta nipple, Edmonda Aldini non assomiglia per nulla al personaggio di Milady. Dice: «Lavoro tutto il giorno come un mulo. Non ho tempo per le vestaglie di chiffon. E, alla sera, casco morta di sonno sul letto». Ha una stupenda casa nella vecchia Roma, dove vive con una trepida mamma sempre in ansia per lei, e con un compagno d'arte, che condivide da anni la sua vita e il suo lavoro, Duilio Del Prete. Non ha mai nascosto la sua passione politica: emiliana di nascita, è ardente e battagliera, Per questo, negli ambienti teatrali, le hanno affibbiato l'appellativo di «La rossa». Ma non condivide certe campagne femministe dei suoi compagni di fede: «Ho fondati sospetti che dietro a certe manifestazioni incoerenti, come quella dell'aborto, sia sempre nascosto il burattinaio di sesso maschile. Perché — spiega — l'aborto è una violenza che la donna fa solo su se stessa, liberando l'uomo anche dall'ultimo residuo di corresponsabilità. Bisogna risolvere certi terribili problemi prendendoli da più in alto, uomo e donna insieme». Torniamo alla scena di ieri in tv. Come hanno reagito i dirigenti dell'ente di Stato alla proposta di metterla in onda sugli schermi italiani?, chiediamo. «Ci sono state subito molte telefonate preoccupate dall'alto. Ma poi sembra che tutti si siano convinti che non c'era nulla Ci voluto in quella scena, e che sarebbe stata un'ipocrisia, inaccettabile al giorno d'oggi, cambiarla. Anche l'erotismo di Ultimo tango è un'ipocrisia, perché non è vero. La verità è l'unica guida che non ci fa mai sbagliare e che non può offendere nessuno». E gli spettatori? Non crede di averli un po' choccati? «Tanto meglio», risponde. Ci pensa su un po', e ironica conclude: «I bambini, specie se sono già in età adulta, devono decidersi a crescere». Laura Bergagna Edmonda Aldini, la cortigiana di Schiller in televisione (Foto Team)

Luoghi citati: Frascati, Roma, Ultimo