Perché la scuola dimentica l'inglese, lingua universale

Perché la scuola dimentica l'inglese, lingua universale CORSA ALLE ISCRIZIONI NELLE MEDIE Perché la scuola dimentica l'inglese, lingua universale Tutti vogliono studiarla, le cattedre sono poche; troppe quelle di francese - Un ispettore: "Furono istituite quando primeggiava la Francia" Dramma delle iscrizioni nelle medie inferiori: non solo per trovare un posto a scuola, ma anche per riuscire ad averne uno dove si studia la lingua straniera che si vorrebbe scegliere. E' un problema che si ripresenta ogni anno e che diventa ogni anno più grave perché le tendenze dei giovani e delle famiglie stanno cambiando. Un tempo le richieste erano in maggioranza per la lingua francese e la scuola ha organizzato per questi corsi il maggior numero di classi. Da Qualche anno invece le preferenze si stanno evolvendo verso la lingua inglese e qui i posti mancano. Spiega l'ispettore ministeriale Roberto Berardi: <t E' una delle tante crisi della scuola. Anni fa quella francese era giustamente ritenuta una lingua universale. La sua conoscenza era utile per farsi comprendere in tutti ì paesi civili. Poi hanno preso il sopravvento la cultura, il commercio, l'organizzazione anglosassone. L'inglese è ormai un passaporto sicuro per qualsiasi nazione. Le richieste delle famiglie si sono quindi orientate in questo senso, ma la scuola non ha potuto né saputo adeguarsi per tempo ». Quali i motivi? Il prof. Berardi dichiara: «Il più importante è essenzialmente di carattere sindacale. La scuola garantisce ai docenti il posto di lavoro per tutto lo sviluppo della carriera. Significa che le cattedre di francese istituite in passato e ricoperte da un insegnante devono continuare ad esistere. Questo da un lato assicura la libertà al professore di agire nella scuola, ma dall'altra comporta uno svantaggio per lo studente. Oggi ci sono in Italia migliaia di cattedre dì francese, poche centinaia di inglese, pochissime di tedesco e spagnolo ». Per venire incontro alle esigenze dei giovani il ministero ba adottato un espediente che è soltanto un palliativo e non una soluzione: in genere nelle scuole medie di nuova istituzione vengono formate classi dove si studia l'inglesi. Inoltre, a mano a mano che un professore di francese va in pensione, Sa sua « cattedra » viene trasformata per l'insegnamento dell'inglese. Il prof. Berardi rileva che la situazione potrebbe migliorare introducendo lo studio della seconda lingua anche nelle medie inferiori come è già stato sperimentato in alcune scuole italiane, oppure aumentando le ore destinate alla lingua straniera. « Attualmente — spiega — si fanno due ore la settimana in prima, tre ore in seconda, tre ore in terza. Gli alunni imparano poco, gli insegnanti hanno la responsabilità di parecchie classi. Allargando il numero delle ore si allargherebbero anche t posti; gli insegnanti di francese non perderebbero la cattedra, mentre si avrebbero nuovi incarichi per l'inglese ». Per ora la situazione resta pre caria. Le famiglie si mettono in coda davanti alle scuole fin dalle 4 del mattino, pur di assicurare ai figli l'iscrizione al corso d'in, glese. Parecchi, angosciati, tele fonano a « La Stampa » per chiedere consiglio o per sfogare la propria amarezza. « Mio figlio — afferma una madre — fin dai primi anni della scuola elementare ha voluto imparare l'inglese. Glielo abbiamo concesso in quan to siamo convinti che la cultura anglosassone è la più diffusa e la più importante. Adesso il ragazzo intende proseguire l'approfondimento di questa lingua, invece l'hanno assegnato ad una sezione dove si studia il francese e non c'è stato modo di far sentire ragioni. E' giusto questo? ». Un'altra madre si lamenta: « Hanno voluto iscrivere la mia bambina in una classe dove si fa tedesco. E' una lingua che non ci interessa e che riteniamo poco utile. La ragazza è demoralizzata. Era convinta dt studiare l'inglese e questo le aveva perfino reso simpatica la scuola che ha sempre odiato. Temo che l'esperienza si risolva in un trauma che metterà in crisi tutta la famiglia». Tra gli sfortunati c'è sempre qualcuno che sta peggio. Lamenta un padre: « Proprio a mio figlio doveva capitare una classe dove si fa spagnolo. Mi hanno detto che ci sono soltanto un paio di scuole a Torino dove il ministero obbliga a studiare questa lingua. E' una assurdità, non si potrebbe farla abolire, visto che non interessa nessuno? ». Gli esperti rispondono: « No, non è possibile, così come non è possibile trasformare le cattedre esistenti di francese e tedesco in cattedre d'inglese. Il ministero ha costretto in passato e costringe ancora a mantenerle per salva¬ guardare i posti di lavoro. Non si può far nulla, forse soltanto una riforma che renda la scuola più vicina alle sempre rinnovate esigenze del giovani potrà risolvere il problema. Resta comunque da tenere presente che, anche quando avverrà la trasformazione, continueranno ad esistere classi dove si studia il francese, il tedesco, lo spagnolo, allo scopo di diffondere non solo lo studio della lingua, ma anche della cultura e della storia di questi popoli che hanno avuto ed hanno un grande peso nella sfera mon¬ diale». Sono lingue indispensabili. Per adesso, dunque, chi vuole assicurarsi la lingua preferita, ha come unica via d'uscita il disagio delle code e, qualcuno sostiene, delle raccomandazioni. « E' possibile — afferma un padre — che alle 8 del primo giorno di iscrizioni non ci siano più posti d'inglese? Evidentemente li hanno tenuti per chi ha la possibilità di prenotarseli per vie traverse. A noi cittadini "normali" non resta scampo. Pazienza, mi sobbarcherò un sacrificio e manderò mia figlia a lezioni private d'inglese ».

Persone citate: Berardi, Roberto Berardi

Luoghi citati: Francia, Italia, Torino