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LA STAMPA LA STAMPA Felice Froio Nella scala retributiva dei dipendenti statali gl'insegnanti sono all'ultimo posto. Fin dall'immediato dopoguerra i sindacati della scuola hanno lottato per adeguare gli stipendi dei docenti a quelli dei funzionari. Le loro richieste erano così giustificate: la funzione docente è importante quanto quella di dirigente, il titolo di studio è eguale, non si comprende perché un professore debba guadagnare meno di un funzionario o di un magistrato. Ci sono state decine di scioperi e persino il blocco degli esami e degli scrutini; tuttavia i sindacati non sono riusciti ad ottenere questa parità retributiva; invano hanno tentato di convincere i vari governi sull'importanza del lavoro degli insegnanti; non e valso nulla sostenere che maestri e professori hanno il delicato compito di educare e formare intellettualmente i giovani. Passiamo al carico di lavoro e alle cifre. Gli insegnanti elementari lavorano 24 ore la settimana, mentre i professori delle scuole medie e degli istituti superiori (licei, magistrali, istituti tecnici) hanno un orario di lezioni di 18 ore settimanali. Con i decreti delegati, entrati in vigore il 12 novembre scorso, l'orario di servizio È aumentato di 20 ore mensili per tutti i docenti; queste ore sono dedicate alle normali attività della scuola, oltre alle lezioni vere e proprie. Un maestro elementare inizia la carriera con 170 mila lire al mese e arriva al massimo dello stipendio di 260 mila lire dopo 18 anni di servizio; un professore di scuola media comincia con 195 mila lire e arriva a 320 mila dopo 14 anni; un professore degli istituti superiori parte da 215 mila e dopo 16 anni arriva a 350 mila lire. Un preside di scuola media ha uno stipendio iniziale di 310 mila lire e quello finale di 550 mila, mentre uno degli istituti superiori parte da 340 mila per arrivare a 410 mila. Naturalmente gli stipendi vanno aumentati degli scatti biennali di anzianità. C'è da dire che questi stipendi sono stati aumentati l'anno scorso in seguito al maggior orario di