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m i; VI LA STAMPA tacarichi delle miniere, alcune abbandonate, altre ancora in funzione. In primo piano si vedono empori, magazzini, uffici, autorimesse e case a un piano sino alla Commissioncr Slrcct, antico limite della zona delle miniere tracciato dagli inviati del presidente Kriiger. Alle sci e mezzo del mattino la città si anima del viavai dei veicoli che invadono le strade. Attraverso molte stazioni ferroviarie, dalle periferie nere giungono miriadi di lavoratori di colore al servizio del mondo dei bianchi. Ai piedi dei grattacieli, di cui il Carlton e uno dei più alti, un'ora dopo scorre una marea umana. Tanta densità di popolazione ricorda San Paolo, Pittsburg o Chicago. Ma l'altitudine di cui il viaggiatore risente più o meno le conseguenze, fa pensare ad Addis Abeba ed agli altipiani etiopici, dato che la città è costruita a 1700 metri sul livello del mare. Incredibile, stupefacente, dato che è l'unica del suo genere in tutta l'Africa, la Borsa di Johannesburg ricorda una sinagoga od una cattedrale. Ornata di vetrate, intese a rendere omaggio alle diverse forme di attività dell'uomo, industria, miniere, agricoltura, questa immensa sala rettangolare è la caverna del Vitello d'Oro. Una delle sue pareti è interamente occupata da un immenso tabellone sul quale quattro negri segnano le quotazioni che gli agenti di cambio leggono dai loro « box » servendosi di cannocchiali. Un circuito televisivo interno permette di valersi del prezioso ausilio dell'elettronica in un mondo chiuso che conserva tradizicni secolari. Sul pavimento sono incise nel marmo le linee delle catene, all'interno delle qjali si effettuavano, in altri tempi, le transazioni che avvenivano all'aperto. Due calici monumentali, offerti da Harry Oppenheimer in memoria del padre sir Ernest, danno un tono di solennità al luogo, la cui atmosfera potrebbe sembrare sepolcrale se non fosse animata dalle grida degli agenti e dall'» humour » inimitabile del capo uscieri, rimasto più scozzese di una caricatura di scozzese malgrado i 53 anni di permanenza nell'Africa del Sud. Aristocratico e vittoriano tanto silenzioso quanto è clamorosa la Borsa, il Rand Club fa venire alla mente la flemma di Phileas Fogg, il personaggio creato da Verne. Nell'ingresso di marmo nero, gentiluomini vestiti di flanella grigia a righe, passeggiano lentamente forniti di pipa e di un garofano rosa all'occhiello della giacca. Al bar, il più lungo di tutto l'emisfero australe, la birra pallida e la birra scura scorrono a fiumi. Nei saloni servitori indiani scivolano come ombre su tappeti orientali e tagliano con abilità cosciotti di agnello che innaffiano con salsa alla menta mentre il capo cantiniere francese versa cerimoniosamente i grandi vini di marca che fanno l'orgoglio della provincia del Capo. « Il celebre Club Ruini, che annovera tra i suoi iscrìtti più miliardari di qualsiasi altro club, mi ha un po' deluso, malgrado la sua imponenza ed il suo lusso; non vi ho trovato né vasellame d'oro né soprammobili incrostati di diamanti che mi aspettavo di vedere sulle tavole » scriveva ironicamente un giornalista inglese del secolo scorso. Questo giudizio non è condiviso dai molti candidati che sperano di essere ammessi al Club e che fanno la coda dinanzi alle sue porte. Per lungo tempo chiuso agli ebrei e di conseguenza antisemita, questo tempio dcll'anglicità oggi è loro aperto, come a qualsiasi altra persona, ma l'afflusso delle domande è tale che fa rinviare indefinitamente l'ammissione. Un uomo d'affari francese che mi ha procuralo il permesso di visita a questo luogo solenne, mi ha detto: * Uno dei miei amici mi ha sollecitato la sua iscrizione. Il parere è stato favorevole, ma dovrà attendere sette anni ». Nel corso di questa attesa l'ambiente non muterà. I trofei di caccia e le slampc inglesi conserveranno il posto che è sempre stato loro come statue del presidente Krùger, del celebre uomo d'affari Cccil Roodes, collocato ai piedi di uno scalone dominato da un ritratto molto accademico della Regina Elisabetta d'Inghilterra. Come accade oggi, quelli che vengono definiti i « Randlords » continueranno a trascinare la loro noia da un sofà di stile ad un altro, soffiando malinconicamente buffate di fumo dai loro giganteschi sigari avana verso gli stucchi degli alti soffitti e tenendo i piedi con snobistica disinvoltura sui piani della ricca biblioteca dove riposano indisturbati i volumi della storia imperiale inglese dal Canada a Malacca, da Kingston ad Hong Kong, da Aukland a Lagos. L'antitesi del Rand Club è Hillbrow, il più cosmopolita dei quartieri di Johannesburg. Qui le origini sociali hanno meno importanza dei meriti personali e poco importa essere usciti da Elon e aver fatto il servizio militare nel reggimento delle Guardie, di appartenere all'aristocrazia scozzese o di aver cacciato il gallo cedrone nelle Highlands. Hillbrow ricorda il Grcenvich Village. Vi si mangia a lume di candele in ristorantini dei quali qualcuno dispone di terrazze all'aperto. Sui marciapiedi donne Bantu offrono lavori di artigianato in perline e a maglia; giovani emigranti europei fiancheggiano i mendicanti, quasi tutti di colore, frammisti a qualche meticcio e talvolta a « poveri bianchi ». Nei negozi, che rimangono aperti sino ad ora tarda si è tentati da prodotti di tutte le parti del mondo. Si possono mangiare pizze, bere l'espresso e ritrovare modi di vita tipicamente « continentali ». Lo sguardo incantatore di qualche prostituta nera in questo « Quartiere latino » spregia le norme dell'Immorality Act, che punisce qualsiasi relazione sessuale tra gente di colore diverso. Tra queste « erotiste » si trovano anche donne al servizio della polizia sudafricana ed abili truffatori che, con l'aiuto di malviventi armati, la fan pagar cara ai clienti troppo ingenui. Il cuore di Johannesburg non è però né a Hillbrow né a Rivonia, ricco quartiere inglese, né a Lortcliff lussuosa periferia « afrikaneer », ma sulla vena aurifera che sembra inestinguibile sulla quale si è costruita e sviluppata la città. E' questo filone d'oro che crea le ferrovie, le autostrade, gli aeroporti, le officine, i grattacieli, le periferie residenziali, dove ciascuna casa è servita da una piscina privata, e anche gli sterminati quartieri popolari che si prolungano a perdita d'occhio. «Fino a quando si troverà dell'oro... ». auto s [ INNOCENTI | speciali per gente speciale m i; i

Persone citate: Aukland, Elisabetta, Elon, Harry Oppenheimer, Rand, Verne

Luoghi citati: Addis Abeba, Africa, Africa Del Sud, Canada, Chicago, Hong Kong, Inghilterra, Lagos, Malacca, San Paolo