Napoli: liberato per un miliardo di Adriaco Luise
Napoli: liberato per un miliardo Il "re del cemento Napoli: liberato per un miliardo Giuseppe Moccia, industriale di 53 anni, è stato abbandonato a Fuorigrotta a 4 giorni dal rapimento - Gli hanno portato via anche una catenina, la fede e l'orologio d'oro (Dal nostro corrispondente) Napoli, 22 dicembre. A quattro giorni dal rapimento, il « re del cemento » Giuseppe Moccia, di 53 anni, è stato rilasciato. I banditi l'hanno abbandonato alle 19,30, al calar della sera, nella zona di Fuorigrotta, nei pressi dello stadio « San "Paolo ». Alle 19,50, a bordo di un tassi, ha varcato il cancello della sua villa a Posillipo. Sulla somma del riscatto nessuna comunicazione ufficiale. Sembra che la famiglia abbia sborsato oltre un miliardo di lire. Di sicuro si sa soltanto che il denaro, in banconote di diverso taglio, è stato richiuso in due grosse valigie che uno dei legali incaricato di mantenere i contatti ha abbandonato stamane in una zona non ancora bene precisata, a bordo di una vettura. L'industriale Moccia è apparso in discrete condizioni di salute, anche se moralmente provato dalla terribile avventura. « Non ho avuto paura, ha raccontato ai figli e alla moglie, ma è stata una bruttissima esperienza ». Conseguenze immediate del rapimento sono gli occhi gonfi per essere stato tenuto al buio e bendato in uno stato di grave prostrazione. Ha mangiato soltanto cibo in scatola e dormito per terra su un tappeto, avvolto in una coperta. Un medico che l'ha visitato per desiderio dei parenti l'ha trovato in buono stato. I banditi non si sono accontentati soltanto del miliardo e rotti del riscatto; ma si sono anche impossessati della fede, dell'orologio d'oro, di una catenina e del portafogli. Prima di liberarlo gli hanno infilato nella tasca della giacca tremila lire per pagarsi il taxi. La notizia del ritorno a casa dell'industriale, giunta in questura alle 20, ha fatto accorrere alla villa del « re del cemento » il questore, il dirigente della squadra mobile, carabinieri e il sostituto procuratore del tribunale di Napoli, Luigi Di Pietro. Molte speranze vengono riposte nel primo interrogatorio a caldo, in modo che i ricordi sulla breve prigionia non si attenuino col tempo. L'industriale non ha voluto vedere nessuno; né avere contatti con giornalisti. E' stato consentito soltanto ai fotografi di scattare qualche « flash ». L'avv. Franco Aversa ha fornito particolari sul rapimento dell'industriale. Un agguato tesogli all'alba di quattro giorni or sono, alla curva di una tortuosa strada che da Posillipo scende a Mergellina, dopo che i banditi avevano rivoluzionato la segnaletica stradale per dirottarlo nel luogo prescelto. Per intimidirlo i rapitori spararono alcuni colpi di pistola. Lo colpirono alla nuca con un bastone e lo incappucciarono. Le prove che l'industriale era vivo e che la richiestadel riscatto non partiva da sciacalli è stata fornita nella giornata di ieri su un nastro registrato e abbandonato in una aiuola a pochi metri da casa Moccia. Le trattative sono state condotte con molta cautela, sempre per telefono (sei contatti telefonici in tutto, l'ultimo avvenuto alle 8 di stamane), da una voce con accento napoletano. Gl'inquirenti sospettano che l'indu- striale Moccia sia stato tenuto prigioniero in un rione alla periferia della città, presumibilmente nella zona Flegrea, dove è stato liberato. Il viaggio in macchina, questa sera, dal nascondiglio allo stadio « San Paolo », dopo qualche inutile giro sarebbe durato non più di una mezz'oretta. Adriaco Luise Ovada, 22 dicembre — Si sono svolte, presso l'Ente manifestazioni di Ovada, le elezioni per il rinnovo delle cariche per il triennio 1975-77. Presidente è stato riconfermato dai 323 soci il geometra Giorgio Marchetti.
Persone citate: Franco Aversa, Giorgio Marchetti, Giuseppe Moccia, Luigi Di Pietro, Moccia
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