Benzina gonfiata "Avvisi" a Monti Girotti e altri 35 di Alberto Rapisarda

Benzina gonfiata "Avvisi" a Monti Girotti e altri 35 Petrolieri sotto inchiesta per frode Benzina gonfiata "Avvisi" a Monti Girotti e altri 35 Con i presidenti della Bp e dell'Agip, hanno ricevuto la comunicazione quelli della Chevron, della Esso e di altre Compagnie Roma, 15 dicembre. I dirigenti di quasi tutte le grandi società petrolifere che operano in Italia hanno ricevuto un avviso di reato per frode in commercio e truffa. Il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Lucio Del Vecchio, ha invitato i presidenti, i vicepresidenti e gli amministratori di 14 compagnie petrolifere (Agip, Esso, BP, Fina, Amoco, Shell, Industria italiana petroli (ex Shell), Mobil, Chevron, Api, Gulf, Texaco, Raffineria di Roma, Clasa) a nominarsi i difensori perché la magistratura sta indagando su loro eventuali responsabilità a proposito dello scandalo della «benzina gonfiata». Avvisi di reato sarebbero in preparazione anche per i dirigenti della « Total ». Tra i personaggi più noti che hanno ricevuto la comunicazione giudiziaria, ci sono Raffaele Girotti presidente dell'Agip, Attilio Monti presidente della BP, Giovanni Theodoli presidente della Chevron italiana e dell'Unione petrolifera, Aldo Sala presidente della Esso italiana, Lorenzo Roasio presidente ] dell'Industria italiana petroli. In complesso, il magistrato romano ha inviato gli avvisi di procedimento a 37 «petrolieri». Il sostituto procuratore Del Vecchio è uno dei magistrati che incriminarono i petrolieri per lo scandalo dei finanziamenti ai partiti, i cui atti furono avocati dalla commissione parlamentare per i procedimenti di accusa contro i ministri. L'ultima indagine che riguarda le presunte attività illegali dei petrolieri è stata innescata inizialmente a Torino da una denuncia dell'Unione gestori pompe di carburante (Ugica), che accusò tre compagnie di vendere benzina che pesava meno di quanto prescrivono le norme del Cip (Comitato interministeriale prezzi ). Sull'esempio dei torinesi, il segretario del Comitato intersindacale benzinai (Cinb), Francesco Leanza, ha compiuto un'indagine tra i distributori romani e ha inviato le conclusioni delle sue ricerche il 19 agosto scorso al prefetto della Capitale. li prefetto Napolitano passò direttamente il documen- to alla procura della Repubblica «per l'accertamento di eventuali responsabilità penali». Secondo Leanza, i petrolieri avrebbero escogitato il modo di guadagnare illegalmente circa otto lire per ogni litro di carburante violando una norma stabilita dal Cip. Secondo il Cip, ogni quintale di benzina dev'essere di densità tale da contenere 135,15 litri. Dalle indagini dei gestori delle pompe di benzina, e che la magistratura dovrebbe aver trovato esatte, risulta invece che i petrolieri sono riusciti a «gonfiare» il quintale di benzina fino a farci entrare 138,88 litri. Secondo i benzinai, uno dei trucchi che sarebbe stato adottato per fare aumentare di volume il carburante, sarebbe stato il surriscaldamento del carico dell'autocisterna. La benzina «calda» occupa più spazio e segna di più nel contalitri applicato all'automezzo. Quando il carburante si raffredda dopo essere stato versato nel serbatoio del distributore di benzina, torna però al suo volume normale. Questo «scherzo» faceva pagare al distributore di benzina circa 1125 lire in più per ogni quintale di carburante. «Un altro sistema, scriveva nel suo esposto Francesco Leanza, consiste nel miscelare il carburante con frazioni particolarmente leggere e volatili» come il toluolo e il benzolo, sostanze che la legge vieta di utilizzare nella benzina. Per ora, i reati per i quali il magistrato romano ha inviato gli avvisi di procedimento sono frode in commercio nei confronti degli automobilisti (per aver venduto un prodotto diverso da quello stabilito dalla legge) e truffa semplice ai danni dei distributori. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Clasa, Italia, Monti Girotti, Roma, Torino