Padova arrestato un altro generale

Padova arrestato un altro generale Padova arrestato un altro generale Cospirazione politica - E' Ugo Ricci - Incarcerato anche un conte - Un terzo sfugge all'arresto (Dal nostro corrispondente) Padova, 15 dicembre. Clamorosi sviluppi nell'inchiesta sulla « Rosa dei venti ». Il generale di brigata Ugo Ricci, ch8 da tempo compare nelle note giudiziarie dell'istruttoria dei magistrati padovani, è stato arrestato nella nottata di ieri al termine di un lungo interrogatorio del giudice istruttore dott. Giovanni Tamburino e del sostituto procuratore dott. Luigi Nunziante, che nell'inchiesta svolge la funzione di pubblico ministero. Ugo Ricci, 52 anni, sposato con figli, ex comandante del « Genova Cavalleria » di stanza a Palmanova del Friuli, attualmente a disposizione, il 27 giugno scorso era stato avvisato di reato dallo stesso magistrato padovano per partecipazione ad associazione sovversiva. Nelle stesse ore è stato arrestato, sempre su mandato del giudice Tamburino, il conte Giovanni Zilio, 50 anni, residente a Bassano del Grappa (Vicenza) ed esponente del msi-destra nazionale. Per le stesse imputazioni (partecipazione ad associazione sovversiva) un mandato di cattura è stato spiccato nei confronti del prof. Felice Emanueli Costantini, di 46 anni, residente a Padova in via Delle Palme 32. Al suo domicilio però il prof. Costantini sarebbe stato irreperibile. Dopo il ten. col. Amos Spiazzi, di Montorio Veronese (in carcere dal 13 gennaio scorso) e Vito Miceli, generale di corpo d'armata, ex capo del Sid (detenuto dal 31 ottobre scorso), Ugo Ricci è> il terzo alto ufficiale finito agli arresti nell'ambito dell'istruttoria sulla cellula neofascista padovana. Da un mese a questa parte il giudice istruttore dottor Giovanni Tamburino aveva convocato il generale Ricci a palazzo di giustizia. Ma lo stesso, dietro presentazione di certificati medici è sempre riuscito a rinviare l'appuntamento. Ufficiali e agenti della Guardia di Finanza si sono presentati ieri nella sua abitazione, a Roma, con un mandato di accompagnamento a Padova, dove lo attendeva per l'interrogatorio il magistrato. Accanto all'alto ufficiale, sull'auto della Guardia di Finanza, aveva preso posto anche un medico Dietro, per precauzione, seguiva un'autoambulanza. A Padova il gen. Ricci è giunto alle 19. All'interrogatorio, protrattosi oltre le 22, erano presenti i suoi difensori, professor De Leone e l'avvocato Pagnici di Venezia. Quando gli è stata notificata la decisione del magistrato, l'alto ufficiale non ha avuto alcuna reazione. I suoi legali hanno chiesto al dottor Tamburino che l'imputato venga al più presto trasferito all'ospedale militare, in considerazione delle sue condizioni di salute. E' stata preannunciata, inoltre, dagli stessi difensori, un'istanza alla Corte di Cassazione contro il mandato di accompagnamento ed il mandato di cattura emessi da Tamburino. La famiglia del gen. Ricci ha reso nota una sua dichiarazione scritta che ha momenti di grande asprezza e i toni del proclama. Affermata la sua « innocenza », dice: « Ho gelosamente custodito un solo culto: quello del tricolore d'Italia ». Poi si rivolge con parole d'aggressivo incitamento ai « ben duemila ufficiali » che « mi hanno conosciuto quale loro istruttore e comandante all'Accademia militare » (...) « per rammentare che gli uomini passano, gli ideali restano: quegli ideali che ho sempre servito con fierezza ed umiltà. Per questo, sarò sempre contro chiunque tentasse di vendere la patria allo straniero. A chi crede di fare politica, sporca politica, attraverso le forze armate, riserbo soltanto il mio disprezzo. Non merita altro ». a. t.