Inter, un ex squadrone che ringrazia per il pari di Maurizio Caravella

Inter, un ex squadrone che ringrazia per il pari I nerazzurri non hanno forza d'urto contro il Cesena Inter, un ex squadrone che ringrazia per il pari (Dal nostro inviato speciale) Cesena, 8 dicembre. Se una squadra qualunque di bassa classillca oggi fosse scesa in campo a Cesena con le maglie dell'Inter, dal gioco nessuno se ne sarebbe accorto. E' un ex squadrone ridotto a muoversi in campo — abbastanza lentamente, per giunta — come una « provinciale », e In trasferta, indipendentemente dall'avversario che incontra, si limita a far muro in difesa e ringrazia il cielo se riesce a strappare lo zero a zero. Se ai nerazzurri non fosse stato annullato un gol di Moro che ai più è parso regolare, si potrebbe quasi parlare di un punto rubato. È invece — sembra un paradosso, ma il calcio è latto così — alla fine era proprio l'Inter a sentirsi un po' defraudata. Non dal Cesena, ma dal signor Gialluìsi. al quale forse non hanno spiegato che il fischietto gli è stato dato perché lo usasse nell'attimo giusto, non secondo I suoi capricci del momento. L'episodio che ha provocato polemiche si è svolto al 42' del primo tempo. La palla arriva a Moro, che forse la tocca a gamba tesa commettendo fallo per gioco pericoloso; ma l'arbitro lascia proseguire l'azione, per lui va tutto bene, e la sfera giunge a Boninsegna. che la ripassa a Moro ed è gol. No, sembra gol: perché proprio mentre il pallone sta entrando, Gialluisi — come se si ricordasse improvvisamente di qualcosa avvenuto in precedenza — fischia e fa vigorosi cenni di » no » con un dito. Che cos'è successo? L'arbitro annulla per quel fallo di Moro commesso almeno 6 o 7 secondi prima e non vuol sentire ragioni. Moro, negli spogliatoi, dirà ovviamente che quel gol era validissimo e che si è trattato di un vero lurto. E' un episodio che avrebbe potuto forse cambiare il risultato della partita, ma non sarebbe certo stato sufficiente a modificare il giudizio su questa Inter che non ha né capo né coda e che dà l'impressione di avere la stessa forza d'urto di un'armata Brancaleone. Suarez, che non nega l'evidenza, per scaricarsi di dosso un po' di responsabilità, dice: « Questa non è una squadra che possa puntare allo scudetto. Non ha gli uomini per farlo: ora cerchiamo di capire quanto valgono i nostri giovani e la prossima stagione, con opportuni rinforzi, forse potremo fare un discorso diverso. Ma farlo adesso sarebbe assurdo ». Fraizzoli probabilmente non sarà molto contento di questa dichiarazione dopo sole nove partite, ma Luis proprio non se la sentiva di alimentare — seppur indirettamente — dei grossi equivoci. Se Fraizzoli al momento di tirar fuori i soldi ha preferito tenerseli ben stretti, che colpa ne ha lui? Un'altra dichiarazione che provocherà indubbiamente delle reazioni è stata fatta da Boninsegna. accusato di aver ellettuato un solo tiro in porta in tutta la partita: «Sì, è vero — dice — ho tirato soltanto una volta, l'avete visto tutti. Ma di chi è la colpa? In realtà Boninsegna ha le sue colpe, perché ha perso il confronto diretto con Zaniboni e non ha mai cercato con insistenza lo smarcamento. Però è anche vero che palloni giocabili ne ha avuti pochissimi, forse tre o quattro, in tutto l'incontro. Rossi e Nicoli lo hanno aiutato pochissimo. Mazzola ha cercato di fare qualcosa di meglio ma oggi è sembrato vecchio, improvvisamente. E poi era sempre indietro. Sandrino. spesso all'altezza del terzini. Pacchetti, pur di rientrare, ha accettato di giocare sull'uomo (prima su Bertarelli. poi su Rognoni), lasciando a Bini — l'unica grossa sicurezza dell'Inter, attualmente — I compiti di battitore libero. Mentre Pacchetti, pur masticando amaro per un ruolo che non gli piace più, se l'è cavata dignitosamente. Catellani si è latto pren- dere In più occasioni dal nervosismo, e buon per lui che davanti a sé aveva un Bordon non certo al meglio della condizione. Un Cesena un po' più sicuro all'attacco, insomma, oggi di questa Inter derelitta avrebbe latto un grosso boccone. All'inizio, portieri al limite dello sbadiglio (figuriamoci gli spettatori): il pallone viaggiava stanca mente a centro campo, ed I pas-saggi sbagliati — da una parte e dall'altra - erano in numero di gran lunga superiore rispetto a quelli giusti. Al 18' un brivido (si la per'dire) per un calcio di punì- lione di Bertarelli ellettuato men- tre l'arbitro sta ancora controllando la barriera: gran tiro e gran gol. se fosse valido. Bisogna aspettare fino al 33' per il primo tiro vero: è dì Rognoni e la palla sfiora l'incrocio dei pali Quattro minuti dopo un malinteso tra Cera ed II suo portiere per poco non provoca un guaio. Al 40' un tiro di Moro è respinto a fatica dal portiere e Boninsegna di testa: fuori: meno male che non segna perché l'arbitro, in vena di stranezze, ha appena fischiato un fuorigioco inesistente. Due minuti dopo il signor Gialluisi annulla il gol di Moro ed a questo punto molti pensano che il peggiore in campo sia proprio lui. Il che è tutto dire. E il secondo tempo, ammesso che sia possibile, è ancora peggiore del primo. L'Inter gioca rln lanata nella propria metà campo ed il Cesena in certi momenti la la figura dello squadrone, anche se non lo è affatto, perché appena uno dei suoi attaccanti è in zona di tiro combina pasticci in serie. All'80' Boninsegna. svegliatosi da un lungo torpore, conquista !a palla, scappa in avanti, scarta due difensori e mentre la gente non crede ai propri occhi, conclude con un tiro sballato. Ma poi si riaddormenta, definitivamente. Maurizio Caravella Cesena 0 Inter 0 •• Galli Bordon •• Ceccarelli •• Giubertoni •• Dauova •• Facchetti * Brignani * Scala •• Zaniboni Catellani •• Cera ••• Bini •• Orlandi • Rossi * Catania •• Mazzola •• Bertareili * Boninsegna 60' Toschi •• Moro •• Rognoni • Nicoli * Bordon •• Bersellini ' •• Suarez Arbitro: * Gialluisi

Luoghi citati: Brancaleone, Catania, Cesena