Carmignani ha detto no al Milan

Carmignani ha detto no al Milan Pareggio senza reti anche a S. Siro per il Napoli di Vinicio Carmignani ha detto no al Milan Il portiere napoletano ha fatto mirabilie - Rivera e compagni sono riusciti ad evitare il trabocchetto del fuorigioco, ma non a segnare - Giagnoni: "Mai avute tante occasioni da gol" Ferlaino: "E ora aspettiamo la Juve" - Gli azzurri oggi in Cecoslovacchia per la Coppa Uefa (Dal nostro corrispondente) Milano, 8 dicembre. La psicosi del modulo tattico napoletano impostato sul fuorigioco accompagna con tale clamore questo Napoli da frastornare un po tutti, anche la squadra di Vinicio e, in particolare, gli arbitri. Ora. poi. che anche a Milano hanno « scoperto » questo nuovo calcio (in verità, se n'è accorto anche Bernardini, almeno così ha detto in tribuna), dimenticando che era di moda già nell'anteguerra, chissà mai cosa succederà. Per la verità, nella tattica del fuorigioco ci sono cascati tutti, specialmente il Napoli, che avrà la difesa più forte del campionato, ma che non lo ha dimostrato, pur riuscendo a chiudere imbattuto questo difficile confronto: in almeno sei occasioni, infatti, i rossoneri — ora lanciati dal piede magico di Rivera, ora proiettati in zona gol da abili triangolazioni — hanno saltato la « linea Maginot » azzurra trovandosi davanti a Carmignani. A questo punto, la questione sarebbe stata risolta in un baleno se non fosse saltato fuori un Carmignani semplicemente eccezionale e ci stupisce che Bernardini, così pronto alle « cotte » domenicali, non abbia in animo di convocarlo per il prossimo raduno. Effettivamente, Carmignani è stato grande, ora imitando Jongbloed (anzi, migliorando il suo stile e il rendimento, visto che è arrivato sulla trequarti di campo per un rinvio di piede), ora copiando il miglior Zoff con alcune respinte da corta distanza, frutto di riflessi eccezionali. Capita a tutti, indubbiamente, di indovinare la giornata giusta, ma oggi Carmignani è andato oltre: ha azzeccato la schedina da 300 milioni con sole duecento lire. A Napoli gli dedicheranno un monumento. Merito principalmente suo. dunque, se la squadra di Vinicio ha concluso senza subire reti la difficile sfida, contribuendo anche a esaltare oltre il dovuto il modulo tattico assai delicato, in quanto è il frutto non soltanto dell'abilità di chi lo pratica, ma soprattutto di circostanze estranee quali la buona sorte e la precisione dell'arbitro e dei suoi guardalinee. Ebbene, og- gi almeno, a un certo punto i tre uomini in nero si sono messi a sentenziare a vanvera: Barbaresco, più o meno su comando, fischiava quando Chiarugi era al di qua della ipotetica linea fatidica, oppure faceva proseguire l'azione quando un rossonero era in zona critica. Il bello, poi. è che anche il Milan si è messo a giocare sul fuorigioco, per cui. il campo in pratica si è ristretto a non più di trenta metri, quindici da una parte e quindici dall'altra, sempre partendo dalla linea di divisione centrale. Ogni rinvio era un fuorigioco, ogni cinque secondi la palla veniva fermata. Così almeno per un buon quarto d'ora, quello iniziale, quando il Napoli — tanto per usare un'espressione di Giagnoni — aveva il pallino per cui comandava. Poi. Rivera e i suoi gregari hanno preso le misure al gioco degli azzurri e la musica è cambiata. I lanci in profondità, le aperture sulle fasce laterali (il sistema migliore per saltare la difesa del Napoli) hanno dato una nuova impronta al gioco, allargandolo a tutto campo. Rivera dominando con i suoi pallonetti tesi a lanciare ora Benetti ora Chiarugi mentre la difesa napoletana si accorgeva con stupore che qualcuno a turno sbucava alle sue spalle contravvenendo alle regole senza che l'arbitro fosse pronto a fischiare. La serie di rossoneri che hanno avuto la licenza per « saltare » la linea del fuorigioco è lunga: ha cominciato Chiarugi, hanno proseguito Bigon, Gorin, ancora Chiarugi (sua la prima conclusione, al 28', deviata brillantemente in angolo da Carmignani), mentre ancora all'inizio di ripresa Benetti. Gorin e Bigon, sempre lanciati da Rivera hanno messo nei guai la difesa azzurra. La replica del Napoli — cioè la prima conclusione seria — è arrivata al 63', quando Juliano ha tirato in porta da fuori area, costringendo Albertosi a parare. Le occasioni migliori per il Milan sono arrivate nel finale, specialmente al 40', quando su una conclusione al volo di Chiarugi con Carmignani battuto, Juliano e Burgnich hanno deviato nello spazio di due metri consecutivamente il pallone di testa (il libero mandando in angolo ha rischiato l'autorete), e quando subito dopo sul corner di Chiarugi, Rivera ha colpito al volo, ma Carmignani con un gran balzo e allungando ! una mano ha deviato ancora una ; volta la sfera (con l'altro pugno | teso il portiere ha messo k. o. Ju| liano che gli stava davanti...). Da | segnalare in questo frangente | l'ammonizione piovuta sul capo : di Rivera che aveva protestato con 1 il signor Barbaresco in quanto un avversario non rispettava la di! stanza regolamentare su calcio di I punizione. Da tutto questo, sommando, I cioè, le occasioni presentatesi da j una parte e dall'altra, si possono trarre facili conclusioni: il Milan j avrebbe meritato di vincere, ma j gli è mancato un pochino di forI tuna e, soprattutto, una maggiore ] precisione da parte delle sue punte, perché tale si è trasformato I sovente anche Bigon, senza con! siderare che Maldera, Gorin e Benetti, partendo dalle retrovie, riuscivano a trovarsi spesso e sovente a loro volta in zona-gol. Chiarugi da solo non può bastare e d'altronde Calloni, per quel poco che si è visto nel finale, ha confermato i suoi noti limiti. Lo stesso discorso vale per un Napoli valido sino a tre quarti di campo, ma nullo oltre in quanto Clerici si è appesantito e nel gioco di rimessa che deve svolgere l'undizi azzurro, nonostante le scorribande di Braglia, non è l'elemento più indicato (a parte il fat- \t0 che. "n eccezionale Zecchini I non 9" ha lasciato praticamente toccare, palla). La manovra del Napoli e agile e incisiva. Juliano I imposta dalle retrovie, per allun ' 9are P01, a Rampanti - oggi al ! rientr° d°P° una !"nsa. assenza — che s'incarica di allargare il gioco e di creare le premesse per lo spunto conclusivo. L'ex granata, uscito nel finale dopo avere | dat0 molt0' è l'elemento adatto ora noi che si è snellito e che lavora con maggiore convinzione grazie alla fiducia che gli è stata concessa. Insamma, due squadre dal gioco non bello forse da vedersi ma pratiche, portate all'essenziale anche se da parte rossonera Rivera si limitava a giostrare da fermo (ma quando lanciava la palla, il Milan si scatenava e il Naooli rischiava il tracollo). Non avevano torto, pertanto, Giagnoni e Vinicio negli spogliatoi a lanciarsi ■ complimenti a distanza mentre ! Ferlaino già pregustava l'imminente sfida con la Juventus, ricordar! I do che « I bianconeri sono forti, : ma avranno nelle gambe la fatica j per il match di mercoledì con I l'Ajax ». Al tecnico del Milan toc cava l'ultima battuta assieme a un sorriso forzato: » // miglioro del Napoli? — diceva — Vinicio, in dubbiamente. A noi è mancato soltanto il gol: la tattica degli azzurri in pratica ci ha soltanto lavoriti. Mai come stavolta sìanvi riusciti ad arrivare a tu pc- tu co, portiere ». Giorgio Gandolfi Milan 0 I Napoli 0 •• Albertosi ••• Carmignani •• Bet •• Bruscolotti •• Maldera ••• Pogliana ••• Zecchini •• Burgnich •• Turone •• La Palma •• Biasiolo •• Orlandini •• Gorin •• Rampanti •• Benetti 68' Massa •• Bigon •• Juliano 78' Calioni •• Clerici •• Rivera •• Esposito ••• Chiarugi •• Braglia ••• Giagnoni ••• Vinicio Arbitro: * Barbaresco

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Milano, Napoli