Fogar, mare e poesia

Fogar, mare e poesia Oltre il calcio Questa domenica-tv Fogar, mare e poesia Pochi gol e molta noia negli stadi italiani. Il motivo si ripete da alcune domeniche. Troppe, in verità. Le partite che garantiscono momenti di divertimento sono poche. Ieri, forse, il numero di gol (soltanto 10) poteva essere più cospicuo se gli arbitri di Firenze e di Roma avessero avuto la moviola. Le riprese al rallentatore, infatti, hanno mostrato tre episodi da rigore. Ma la sostanza non cambia di molto. Forse ha ragione Fogar, il navigatore solitario: occorre cercare un'alternativa a certi schemi fissi, troppo consueti. Insomma, negli stadi non ci sono più emozioni, manca poesia. Non c'è quell'atmosfera che Fogar ha cercato di far vivere agli spettatori della Domenica sportiva, raccontando della sua lunga avventura (402 giorni in mare intorno al mondo e controvento) a bordo della « Sur- prise », una barchetta di 11 metri che una balena, urtandola, ha sfondato. E' prematuro e difficile dire se il navigatore milanese ha conquistato proseliti. Certo è che la sua comparsa sul piccolo schermo ha sconvolto il ritmo consueto della trasmissione domenicale. Non in modo tempestoso, ma abbastanza benefico. Finalmente non si è parlato delle solite cose. S'è scoperto che si può parlare di tutto. Anche di ippica. Che, poi, non è un mondo per eletti. Lo ha ribadito Alberto Giubilo, telecronista raffinato, che di volta ni volta permette al pubblico di scoprire un ambiente, in fondo, gradevole, dove si può respirare un po' d'aria sana, non ammorbata dai gas di scarico. E oggi angoli ecologicamente puliti ce ne sono pochi. re. ro.

Persone citate: Alberto Giubilo, Fogar

Luoghi citati: Firenze, Roma