"L'ingiustizia alimenta il terrorismo fascista,,

"L'ingiustizia alimenta il terrorismo fascista,, De Martino a Cuneo celebra Galimberti "L'ingiustizia alimenta il terrorismo fascista,, Ricordato il sacrificio del comandante dei "GL" del Piemonte, il segretario del psi ha detto che lo spirito democratico non è "fiaccato" - Omaggio al cippo del martire (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 8 dicembre. Cuneo ha ricordato oggi il sacrificio di Duccio Galimberti, eroe nazionale, comandante delle formazioni GL del Piemonte, ucciso dai fascisti la notte del 3 dicembre 1944. Fu un delitto dettato dalla paura e dalla disperazione. L'attività partigiana di Duccio, il prestigio che egli godeva tra i combattenti per la libertà, dava troppo fastidio alla repubblichetta di Salò. I fascisti si fecero consegnare Galimberti dai tedeschi, che lo tenevano prigioniero a Torino, con la scusa di volerlo interrogare e lo portarono a Cuneo. Al ritorno verso Torino, fermarono il camioncino lungo la statale, presso la frazione Tetti Croce di Centallo: fecero scendere il prigioniero e lo freddarono con quattro rivoltellate alla schiena. I fascisti credevano forse di avere inferto un duro colpo alla Resistenza; in effetti la scomparsa di Galimberti creò un grave vuoto fra i partigiani in montagna, ma la reazione fu degna dell'esempio lasciato da Duccio. La lotta continuò senza defezioni anche nel più duro inverno della guerra sino alla vittoriosa primavera del 1945. E oggi, a trent'anni di distanza, Cuneo ha rievocato il suo eroe con una cerimonia schietta e semplice com'è nel carattere di questa città. Una folla di quasi mille persone ha gremito il teatro Toselli e almeno altre duemila erano fuori, nella via Roma, dove gli altoparlanti trasmettevano il discorso ufficiale, tenuto dall'onorevole De Martino, segretario nazionale del psi. Erano presenti, oltre alle autorità cittadine, i sindaci di quasi tutti i centri della provincia, rappresentanti di Torino, Genova, Savona, Moncalieri, Nichelino, con i gonfaloni delle città; gli onorevoli Giolitti, Vineis e Mazzola, il senatore Cippellini, il presidente dell'assemblea piemontese Aldo Viglione, numerosi ex partigiani. II sindaco di Cuneo, Dotta Rosso, dopo aver rivolto il saluto della città all'onorevole De Martino, ha tratteggiato la figura di Duccio Galimberti come uomo politico, impegnato nei suoi ideali di convinto repubblicano mazziniano e come comandante partigiano. Ha ricordato il suo coraggio e l'irriducibile volontà di lotta che lo portarono a sacrificare la vita. Proprio rifacendosi all'esempio di Galimberti, l'onorevole De Martino, all'inizio del suo discorso, ha riaffermato la permanente validità dei valori democratici e la volontà della maggioranza del popolo italiano di restare fedele a quei valori. De Martino ha quindi ricordato la figura di Duccio Galimberti e la sua formazione di umanista e di giurista. Proprio da tale formazione, Galimberti traeva le idee che lo animavano e la esigenza di tradurre il pensiero in azione. «Coloro che combatterono con lui — ha detto De Martino — lo ricordano come un uomo di azione, di fiero coraggio personale, animatore degli uomini che con lui erano impegnati, ma lo ricordano anche come un uomo convinto che la lotta dì liberazione non fosse solo un episodio militare ma un fatto politico più vasto. Aver compreso la natura politica dell'impegno contro l'invasore tedesco ed i fascisti testimonia quella lucidità con la quale Galimberti conduceva la sua battaglia e il suo impegno». L'oratore ha poi rilevato con amarezza che «abbiamo registrato talune delusioni in questi vent'anni, ma l'Italia democratica non è fiaccata nel suo spirito». De Martino ha quindi ricordato l'ondata di terrorismo che scuote il Paese ed ha rilevato che sinora non si sono colpiti i responsabili anche se è stata intensificata negli ultimi tempi l'azione degli organi dello Stato. Occorre evitare che le indagini si arenino nelle secche dei conflitti di competenza. «Non basta comunque — ha proseguito l'onorevole De Martino — l'impegno dì lotta del governo e delle autorità ma è necessario individuare e cancellare le cause che sono alle radici di questi fenomeni. Il terrorismo fascista è ali¬ mentato in primo luogo dagli squilibri e dalle ingiustizie sociali esistenti nel nostro Paese e da quanti pensano di fermare la marcia delle forze democratiche con la violenza». Affrontando il problema dell'attuale situazione italiana, De Martino ha detto che «la grande maggioranza della popolazione dimostra di essere capace di affrontare sacrifici che una situazione diffici- le impone. Spetta al potere politico fare la sua parte. Sì tratta di guarire dalle degenerazioni di questi ultimi anni e di anteporre il bene comune agli interessi particolari che, sovente, si annidano all'interno dei partiti. E' possibile — ha concluso — chiedere sacrifici agli italiani, ma per superare le difficoltà che incontriamo è necessario che i sacrifici di oggi costituiscano anche le speranze per il domani. Solo in tal modo è possibile quella unità che faccia superare la tempesta, che faccia continuare sul cammino del progresso e della libertà». Terminata la cerimonia al teatro Toselli, un lungo corteo preceduto dalla fanfara e dai gonfaloni dei Comuni, percorrendo la via Roma, piazza Galimberti e corso Nizza imbandierati, ha raggiunto i bastioni del Gesso dove sorge il monumento alla Resistenza. Qui l'onorevole De Martino ha sollevato il drappo tricolore che ricopriva due tavole in bronzo con riprodotte l'una l'esaltante inno di Calamandrei alla Resistenza, l'altra la motivazione della medaglia d'oro alla città di Cuneo. L'on. De Martino ha poi raggiunto il cippo che ricorda dove venne assassinato Galimberti per rendere ancora omaggio al combattente della libertà. Bruno Marchiare Cuneo. L'on. De Martino parla durante la manifestazione