Jesus oggi

Jesus oggi DAL MITO ALLA RAGIONE Jesus oggi Mi sono capitati contemporaneamente fra le mani due libri, che sono tipici esemplari di due scuole e di due epoche della critica neotestamentaria: // cristianesimo aulico di Guigncbert, che l'editore Ubaldini ha pubblicato in veste italiana, e // manifesto della demitizzazione - Nuovo Testamento e mitologia di Ruiloll Bultmann, pubblicato dalla Editrice Qucriniana di Brescia. Charles Guigncbert insegnò storia del Cristianesimo alla Sorbona nello stesso periodo in cui Loisy insegnava all'Ècole de Hautcs Études. Non era stata ancora inventata la Formgeschichtlìche Melhode, ossia il metodo di criticare e valutare l'autenticità di racconti o passi biblici mediante il confronto delle forme (chiarirò meglio fra poco), e la valutazione critica dei testi era tutta affidata alla intuizione e al ragionamento del critico. Negli anni 19] 9-1921, vennero fuori in Germania tre opere che iniziarono il nuovo metodo. La prima di Dibclius, che diede al movimento anche il nome: Die Formgeschichte des Evangeliums del 1919. La seconda di Schmidt. Bultmann, nell'introduzione alla sua «Storia della tradizione sinottica», cita le opere di Dibclius e di Schmidt, ma «egli potè utilizzare i loro studi — scrive il Cullmann — solo quando il suo era già compiuto». Il prof. Carmine Benincasa, nel suo libro La svolta dell'interpretazione, ricorda che il metodo era stato già utilizzato dal Gunkel nei suoi lavori sul Genesi (1901) e sui Salmi. La Formgeschichte, egli ilice, poneva l'esigenza di una nuova esegesi, di un nuovo metodo di ricerca: risalire dai testi alla tradizione orale e analizzare di questa minuziosamente le varie manifestazioni, i vari strati, i singoli tratti, cercando di trovare le motivazioni di fondo e di stabilire il Sitz ini Leben, che il Bultmann definirà come «il luogo di apparizione e strutturazione nella comunità». Questo metodo di studiare e interpretare la Scrittura ha dato risultati importanti, ed è ormai generalmente accettato anche da studiosi cattolici. Loisy e Guignebert non lo accettarono, e oggi sono considerati come «superati». Credo che siano stati dimenticati a torto. E dico subito la ragione di questa mia opinione. L'opera di Bultmann si distingue in due parti. La prima: la critica dei testi e l'interpretazione mitologica della Scrittura. La seconda: la demitizzazione. Ora, per la prima parte, Loisy e Guignebert erano pervenuti a risultati simili a quelli ai quali perviene la Formgeschichte. Loisy, di fronte al «soprannaturale magico», diceva: favola. Bultmann dice: mito. Testo biblico Le due definizioni si equivalgono. La differenza è nella seconda parte, nella demitizzazione. Loisy e Guignebert, una volta dimostrato il carattere di favola del racconto biblico, non cercavano di trovare un senso recondito di esso, e anzi ritenevano che non ci fosse. Invece, per Bultmann, bisogna scoprire la verità, che si cela sotto il velo del mito, e la verità è che «la parola di Dio fa appello alla mia coscienza in questo momento e mi invita alla decisione» (Rttf zttr Entscheidung). Interpretazione valida per il credente, ma non per il non credente. Il problema si allarga e Bultmann, sotto la mitologia del Nuovo Testamento, scopre l'esistenzialismo di Heidegger. Egli dice: la raffigurazione neotestamentaria dell'universo è mitica. Si considera il mondo articolato in tre piani. Al centro, è la terra, sopra di essa è il cielo e sotto è l'inferno. Il cielo è l'abitazione di Dio e delle figure celesti, gli angeli; il mondo sotterraneo è l'inferno, il luogo dei tormenti. La terra non è soltanto il luogo in cui gli uomini vivono e lavorano, è anche il teatro d'azione delle potenze soprannaturali di Dio e dei suoi angeli, di Satana e dei suoi demoni. Le forze soprannaturali agiscono sugli avvenimenti naturali, sul pensiero, sulla volontà e sull'operare dell'uomo. I miracoli non hanno niente di insolito. L'uomo non è padrone di se stesso. I demoni possono impadronirsi di lui. Ma anche Dio può guidare il suo pensiero e la sua volontà. La storia riceve impulso e direzione dalle potenze soprannaturali. Il tempo presente («cone» dal greco aión) è soggetto al potere di Satana, del peccato e della morte e corre verso la fine, una fine prossima, che si compirà in una catastrofe cosmica: l'avvento del giudice celeste, la resurrezione tlei morti, la sentenza di salvezza o di dannazione. Fine dei tempi La rappresentazione dell'evento della salvezza, che costituisce il contenuto specifico dell'annunzio neo-testamentario, è coerente con questa immagine del mondo. La fine dei tempi ormai è venuta: « quando i tempi furono nella loro pienezza », Dio mandò il Figlio suo. Questi, che è un essere divino preesistente, appare sulla terra come un uomo: la sua morte sulla croce è espiazione dei peccati degli uomini. La sua risurrezione c l'inizio di quella catastrofe cosmica, per cui la morte, introdotta nel mondo da Adamo, sarà annientata. Le potenze demoniache hanno perduto il loro potere. Il risorto è stato elevato al cielo alla destra di Dio: è stato fatto « Signore » e « Re ». Tornerà con le nubi del cielo per recare a compimento l'opera della salvezza, Allora avranno luogo la risurrezione dei morti e il giudizio; allora saranno aboliti peccato, morte e ogni dolore. E tutto questo avverrà fra poco. Paolo ritiene di potere egli stesso vivere questi eventi. Per l'uomo moderno, questa visione mitologica del mondo è morta e sepolta. A questo punto arrivavano già Loisy e Guignebert, e qui si fermavane. « Per essere una favola », dice Loisy dei racconti del Genesi, «si può anche dire che è una bella favola, ma non è niente più di una favola ». Bultmann dice: l'uomo moderno non si rappresenta Dio come un'entità esistente lassù in cielo, né il principio del male come un'entità, che viva sottoterra. Con ciò, sono liquidati i racconti della ascensione di Cristo in cielo e della sua discesa agli inferi, ed è liquidata anche l'attesa del Figlio dell'uomo che viene sulle nubi del cielo. Liquidata è la credenza negli spiriti e nei demoni. Malattie e guarigioni hanno cause naturali e non dipendono dall'azione dei demoni e dagli esorcismi. I miracoli del Nuovo Testamento sono « liquidati ». Liquidata è l'escatologia mitica per il semplice fatto che la parus'ia del Cristo non ha avuto luogo. La storia del mondo ha continuato e continuerà ancora. Assolutamente inconcepibile è per l'uomo moderno quello che il Nuovo Testamento dice dello «Spirito» (pnéuma) e dei Sacramenti. Né egli può ravvisare nella morte la pena del peccato: la morte è un evento naturale. Incomprensibile la dottrina della morte di Gesù per soddisfazione di Dio padre. E come può il mio peccato essere espiato dalla morte di un innocente? Altrettanto incomprensibile è per l'uomo moderno la risurrezione di Gesù. Tutto questo era acquisito per Loisy e Guignebert. I libri di Loisy sopprimono il « soprannaturale magico » o vi accennano qua e là per rilevarne l'assurdo. Guignebert nel suo Jesus critica e confuta passo passo tutta la parte, che Bultmann chiama mitica. Bultmann si domanda se dalla « stroncatura critica, che egli fa della mitologia neo-testamentaria, si debba dedurre che l'annuncio del Nuovo Testamento sia criticamente liquidato». In ogni caso, dice, non 10 si può salvare riduccndo il mitologico con una scelta o con tagli. Si può solo accettare o respingere in blocco la visione mitica del mondo. Demitizzare dovrebbe essere interpretare: e Bultmann ritiene che comprendere il Nuovo Testamento nelle sue vere finalità pnrti all'eliminazione del mito. Una filosofia Io ho una grande ammirazione per Bultmann, ma mi sembra che la sua opera di demitizzazione, al di là dell'appello di Dio alla decisione, che in fondo è un fatto soggettivo (io sento che Dio mi chiama), sia qualche cosa di più di un'interpretazione: egli scopre nel Nuovo Testamento una filosofia, che gli autori di esso mai si sognarono di avere o di professare. In fondo, più che interpretare, costruisce. Non il Gesù della storia, non 11 Gesù dei Vangeli, ma il Cristo del l{érigma, il Cristo della fede, che è creazione degli uomini. Tornano alla niente i versi di Euripide: «...Zeus, enigma insolubile, legge eterna di natura o creazione degli uomini ». In fondo, Bultmann propone un cristianesimo nuovo, che l'uomo moderno può accettare senza fare con ciò un sacri fida m intellectiis. Augusto Guerriero

Luoghi citati: Brescia, Germania