Furino: "Siamo più bravi ma l'Inter andrà lontano,,

Furino: "Siamo più bravi ma l'Inter andrà lontano,, Furino: "Siamo più bravi ma l'Inter andrà lontano,, (Dal nostro inviato speciale) Milano, 1 dicembre. A San Siro Furino ha fatto il capitano, dice qualcuno che con la fascia attorno al braccio, primo della fila bianconera all'ingresso in campo, sembrava persino più alto. Sulla «mini-statura» di Furino se ne raccontano tante, addirittura c'è chi sostiene che martedì scorso, quando l'Ajax si è allenato al campo Combi subito dopo la Juventus, Hulsoff abbia scambiato Furino per uno dei tanti ragazzini che gli chiedevano l'autografo davanti agli spogliatoi, equivocando dall'alto del suo metro e 88 di statura. In campo pero Furino diventa subito «Furia», alla domenica e al mercoledì e correndo fa quasi lievitare i suoi non molti centimetri. Anche contro l'Inter ha regalato alla squadra la solita abbondante razione di grinta e dinamismo ed entusiasmo e negli spogliatoi ha il di•itto di fare per primo «il punto» sulla partita: L'attesa del gol «Pure stavolta abbiamo vinto e penso meritatamente. E' un risultato importante anche se il gioco non è stato tale da entusiasmare, anche se qualcuno ci criticherà. Del resto ci siamo abituati, da circa quattro anni questa squadra è sulla cresta dell'onda, come si suol dire, e va avanti a ritmo abbastanza sostenuto. Noi facciamo sempre il nostro dovere, meglio che si può, aspettando i frutti. Così oggi abbiamo atteso il momento di raccogliere l'esito di una certa superiorità che già nel primo tempo si era vista». — Nel primo tempo però ci sono stati parecchi errori... «Si, abbiamo sbagliato spesso in fase di rifinitura. Dopo aver portato avanti il pallone abbastanza agevolmente fino al limite dell'area c'era qualche errore nell'ultimo passaggio, lo, per esempio, ho sbagliato un cross facile dalla destra, ero "cotto" dopo una discesa veloce, allo stesso modo altri hanno fallito il passaggio conclusivo. E così abbiamo dovuto rimandare l'appuntamento col gol, però lo aspettavamo abbastanza tranquilli, senza innervosirci con il passare dei minuti. E' anche merito dell'Inter se abbiamo dovuto avere pazienza, bisogna fare i complimenti a Suarez perché anche con molte assenze importanti la squadra si è comportata ottimamente». Da buon capitano Furino ha sottolineato i due temi che tutti i bianconeri ritengono fondamentali nel commentare questa partita: i meriti della propria vittoria i complimenti agli avversari. Dice infatti Capello: «Nel secondo tempo abbiamo legittimato il nostro successo, un successo giusto e logico. Abbiamo corso di più, abbiamo forzato i tempi per arrivare al gol e ce l'abbiamo fatta. L'Inter di sicuro non ha demeritato». Gentile aggiunge la sua dose di elogi ai nerazzurri: «L'Inter si è battuta molto bene, con tenacia». Morini osserva: «Avevano parlato tanto alla vigìlia di questa Inter tutta fatta di riserve e poi si è visto che il suo rendimento non è stato inferiore a quello dell'Inter titolare». Infine interviene Altafini che con un pizzico di malizia fa notare: «Si, è vero sono tutti dei bravi ragazzi questi giovanissimi dell'Inter, però picchiano un po' troppo...». Altafini sembra voler dire che un po' di rispetto per gli anziani non guasterebbe. Ma il diciannovenne Guida da Casorate Primo (provincia di Pavia) non ha avuto soggezione nel controllare il trentaseienne José Altafini da Piracicaba. «Forse ha imparato da Giubertoni» dice un anonimo bianconero. Per chiedere chiarimenti sul tema si va da Damiani il quale è sincerissimo: «Non capisco proprio come si possa giocare contro Giubertoni: se cercavo di superarlo in dribbling mi ritrovavo disteso a terra, con qualche livido, se scattavo all'improvviso per raggiungere un pallone lanciato da Causio o da Capello oltre la sua testa lui fermava il pallone con la mano. E allora? Eppure l'arbitro non lo ha nemmeno ammonito. Anzi, ha ammonito me per proteste, dopo l'ennesimo fallo subito...». Bettega polemico La protesta di Damiani è comunque appena accennata, è — come dire? — in «souplesse». Quando si vince si accetta tutto più volentieri, anche qualche colpo duro. E magari anche una sostituzione. Per saperne qualcosa basta chiederlo a Bettega che ha l'aria meno allegra fra tutti i bianconeri però sa tirar giù (sul volto e sulle parole) la saracinesca della diplomazia per dire: «Saoete benissimo che spiace a tutti dover uscire dal campo, soprattutto a San Siro, lo poi non ero proprio prepa-ito all'idea di essere sostituito prima della fine. E' vero, avevo preso da poco un colpo alla caviglia sinistra, ma non credo di esser stato rimpiazzato per quel motivo». a. tav.

Luoghi citati: Casorate Primo, Milano, Pavia