Savigliano: attentato alla caserma dei CC

Savigliano: attentato alla caserma dei CC Savigliano: attentato alla caserma dei CC Savigliano, 17 novembre. (f.p.) Attentato, la notte scorsa, alla caserma dei carabinieri di Savigliano. Alcune cariche esplosive (si presume cinque o sei) a basso potenziale sono state fatte esplodere poco dopo mezzanotte. Il responsabile è stato arrestato poco dopo. Si tratta del diciannovenne Michele Chiodo, panettiere, nativo di Soveria Mannelli (Catanzaro), da tempo residente a Savigliano, in via Cambiani 14. I reati che gli vengono contestati sono: esplosione pericolosa, minaccia a pubblico ufficiale e rifiuto di generalità. Il ragazzo ha detto che i suoi «compari» lo vendicheranno. Ma ecco i fatti. E' da poco passata la mezzanotte. Tre giovani si avvicinano alla caserma dei carabinieri, in corso Vittorio Veneto. Michele Chiodo deposita alcune cariche esplosive a basso potenziale, fabbricate rudimentalmente, ed appicca il fuoco a una corta miccia. Poi i tre fuggono. Richiamati dalla deflagrazione, il tenente Biale e il maresciallo Torre escono dalle loro abitazioni con le pistole in pugno, mentre la centrale operativa, sotto la cui finestra sono state deposte le cariche, dirama alle pattuglie in servizio l'ordine di ricerca dei dinamitardi. Pochi minuti dopo, una delle pattuglie intercetta in corso Roma i tre individui, che sono tradotti in caserma. Due di essi sono rilasciati, essendo risultati estranei ai fatti, mentre il Chiodo viene fermato. Durante l'interrogatorio, il giovane si rifiuta di dare le proprie generalità, poi le dà false. Per nulla intimorito, dice: «Appena uscirò, non sbaglierò più: la bomba ve la metterò in caserma». Il giovane è orfano di padre ed è l'ultimo di quattro fratelli, onesti lavoratori. La provenienza dell'esplosivo non è stata ancora accertata: se le cariche fossero state confezionate a dovere e fossero scoppiate tutte assieme, avrebbero potuto provocare una sciagura.

Persone citate: Biale, Michele Chiodo

Luoghi citati: Catanzaro, Savigliano, Soveria Mannelli